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Genitori, ricordatevi del "parental control"
I computer Macintosh posseggono un dettagliato sistema di "parental control".
Nell’era digitale dei media “personal” le censure sono pressoché impossibili. Gli schermi si sono moltiplicati, rimpiccioliti, sono stati resi facili da intascare e nascondere. Più che mai ostentano l’ambiguo significato insito nel termine che li designa: mentre rivelano e mostrano, sanno anche schermare e celare.
Però come minimo i genitori devono essere informati sugli strumenti che i loro figli hanno in mano: sapere quali potenzialità e funzionalità posseggono un pc, una console, un telefonino.
Da qualche anno i fabbricanti di computer e console hanno creato e sviluppato un complesso di procedure di sicurezza che va sotto il nome di “parental control”. È un serio tentativo di contribuire a una regolamentazione familiare dell’uso di questi strumenti.
L’idea di imporre un “controllo genitoriale” può diventare certo antipatica se viene applicata unilateralmente. Se, invece, è oggetto di un accordo con ciascun figlio, può tradursi in un aiuto oggettivo e accettabile da chi non ha la maturità e l’autodominio per disciplinarsi da sé.
Ogni console, ogni pc, possono essere tarati, e protetti tramite password, per quanto riguarda le tipologie di contenuti da rendere accessibili. Vale per i siti web, le chat, le mail, i film e i videogame, che risultano selezionabili per fasce d’età. I pc con Windows (da Xp in avanti) e la console Xbox 360 aggiungono una utilissima griglia oraria: Windows consente di stabilire orari settimanali approvati o vietati, ora per ora e persona per persona, e Xbox imposta il numero di ore di gioco quotidiane o settimanali. I computer Macintosh forniscono il sistema più completo, dov’è compreso anche il resoconto dell’uso.
Resta da esplorare il territorio dei filtri di sicurezza reperibili a parte, e quello dei telefoni. Ne riparleremo.
Pubblicato il 25 ottobre 2010 - Commenti (1)