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“Grease” e “X Factor”: la musica siamo noi
Sullo schermo compaiono i testi da cantare e i movimenti da compiere. Il computer valuterà come li stiamo interpretando.
Una linea invisibile si sposta dal palcoscenico verso il pubblico, trascinando tutti sul proscenio. Quello che era tifo, acclamazione ammirata di talenti altrui, a un tratto diventa possibilità, sfida personale.
Su meccanismi come questi – emotivi e governati dalla ferrea logica dell’inconscio – la televisione degli ultimi decenni è andata costruendo il suo influsso sul pubblico. Specie da Grande Fratello in qua, i confini tra spettatori e protagonisti si sono sbiaditi.
Nel mondo dei videogiochi tutto questo si fonde con la naturale aspirazione a emulare le star e a competere con sé stessi. Grease (505 Games) e X Factor (Deep Silver) sono due simulatori di format: il primo allestisce il set del celeberrimo musical, il secondo chiama a concorrere nella trasmissione Tv che sforna talenti musicali e li mette in competizione. In entrambi i casi ciò avviene con sofisticata capacità di misurazione della prestazione, ma senza la cinica atmosfera competitiva che s’instaura quando simili meccanismi li vediamo in tv.
Anzi, è divertente e piacevole prendere in mano il telecomando della Wii e un microfono, nel caso di Grease, per rifare il verso a John Travolta & c. cantando e ballando (chi ce l’ha colleghi pure la “Balance Board”, piattaforma elettronica che consente di muovere i piedi a ritmo), o imbracciare il microfono per mettersi all’altezza di grandi popstar (U2, Lady Gaga ecc.) nella ventina di canzoni tra cui si snodano le competizioni dell’ X Factor riproposto in formato videogame per Wii e Playstation 3.
Se si sa un po’ d’inglese e un po’ di musica cimentarsi non è difficile, da soli o meglio in compagnia. Basta leggere i testi sullo schermo e… cantarli.
Pubblicato il 02 novembre 2010 - Commenti (0)