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Il “cataclisma” World of Warcraft

In “Cataclysm” di WoW persone di tutte le età si riuniscono per collaborare a completare le missioni.
In “Cataclysm” di WoW persone di tutte le età si riuniscono per collaborare a completare le missioni.

Come definire un gioco che vende tre milioni e mezzo di copie nelle prime 24 ore dal lancio? È il caso di “Cataclysm”, la più recente aggiunta al “mondo online” di World of Warcraft. Si tratta di una sterminata arena in cui giocatori di tutto il mondo (oltre 12 milioni gli iscritti paganti) si incontrano via internet e insieme danno vita a una sorta di “racconto collettivo” ambientato in un enorme mondo magico e vagamente medievale tipo “Signore degli Anelli”. Ogni iscritto crea e gestisce uno o più personaggi, ciascuno dei quali si svilupperà acquisendo esperienza e forza attraverso le infinite missioni da compiere. WoW è un luogo di comunicazione e di collaborazione: difficile giungere ai livelli più alti senza farsi “amici virtuali”.

“Cataclysm”, l’aggiornamento pubblicato il 7 dicembre scorso col successo strepitoso che dicevo, dà nuovo interesse stravolgendo i territori conosciuti e introducendo nuovi personaggi. C’è una trama complessiva entro la quale ciascun “abitante” conduce la sua esistenza con libertà di scelta.

Due osservazioni importanti su WoW. La prima: è di gran lunga l’ambiente su internet più sorvegliato e protetto. Migliaia di custodi garantiscono che non si possano compiere soprusi contro le regole del gioco, né tantomeno infastidire in qualsiasi modo gli altri giocatori.

La seconda osservazione: critiche a questo gioco online (per collegarsi si paga un abbonamento mensile) vengono rivolte per il tempo eccessivo che molti gli dedicano: ore e ore, notti e giorni passati a giocare. Posto che WoW si rivolge a un pubblico che abbia l’età minima di 12 anni, per il resto – come al solito – è questione di equilibrio. I genitori possono definire accessi limitati e avere resoconti del tempo passato a giocare dai figli. Negli opportuni limiti è tra gli esempi più interessanti di “gioco collettivo”.

Pubblicato il 10 febbraio 2011 - Commenti (3)

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Postato da giuseppe_romano il 17/02/2011 12:39

WoW dispone di un servizio "parental control" tramite il quale un genitore può fissare orari e durate di accesso per un figlio. Per sapere come, inserisca "World of Warcraft parental control" su Google. Anche questo sarà ovviamente motivo di discussione, ma ritengo che siano questioni di ordinaria vita domestica. E da questo punto di vista perché non prova a chiedere di "fare un giro" insieme a un figlio? Gli faccia fare da Cicerone e poi, ogni tanto, si interessi di che missioni sta svolgendo e come vanno. Non è sempre facile ottenere questa "solidarietà", ma credo che sia la via migliore: Affro non ha tutti i torti.

Postato da marinaz il 15/02/2011 17:57

Giochi come questo piacciono molto ai miei figli, ma come controllare che non finiscano per stare incollati al computer troppo a lungo? Lei parla di accessi limitati. Cosa intende? Io e mio marito siamo fuori casa per buona parte del giorno e abbiamo questo problema. Per il momento abbiamo risolto blindando il computer con una password, così i ragazzi possono giocare solo quando siamo in casa anche noi. Questo però è motivo di discussione. Sarei curiosa di sapere se ha suggerimenti o come altri genitori gestiscono il problema. Affro propone di farne un momento di incontro con i figli: i miei col cavolo che vogliono avermi intorno quando giocano!

Postato da Affro il 10/02/2011 11:20

World of Warcraft è il più famoso di una serie di giochi a cui migliaia di persone partecipano contemporaneamente. Molti anche gratuiti, spesso graziosi e adatti a tutte le età: mi vengono in mente Pangya, un gioco di golf tenero e colorato, il simpatico Battlefield Heroes, di guerra, ma con personaggini buffissimi. Genitori con l'occhio lungo potrebbero far diventare il "videogioco collettivo" un'occasione di incontro con i figli anziché una perdita di tempo: sarebbe bello parlare ancora di questo genere di giochi sul blog!

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Autore del blog

Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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