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L’ansia dei figli e quella dei padri

Ragazzi all’opera nel Laboratorio videogiochi del Fiuggi Family Festival 2010.
Ragazzi all’opera nel Laboratorio videogiochi del Fiuggi Family Festival 2010.

Due notizie significative sono apparse nei giorni scorsi sui giornali. Da un lato una ricerca mostrava quanto sia vero che le ultime generazioni sono diverse dalle precedenti rispetto all’apprendimento e alla percezione del mondo: imparano a maneggiare un mouse e un telecomando ben prima di saper parlare, leggere o andare in bici. Dall’altro lato, ricercatori ci informano che, a quanto pare, la dipendenza da videogiochi in età infantile può frequentemente generare ansia e depressione.

Sono dati su cui riflettere. Senza, tuttavia, indurci ad accettare per comprovate alcune conclusioni che, in assenza di prove più ampie e circostanziate, assomigliano piuttosto a pregiudizi. Un bambino o una bambina crescono entro la cornice del mondo reale: una cornice che oggi è piena zeppa dei manufatti, delle tecnologie e dei linguaggi che noi stessi, i loro genitori, abbiamo inventato e prodotto.

In sé questa constatazione non è né nuova né particolarmente significativa, dal momento che da sempre i figli beneficiano delle innovazioni prodotte dai padri. Semmai c’è da domandarsi se non siamo proprio noi, i padri odierni, a essere confusi dalla vertiginosa rapidità delle innovazioni, visto che confusioni del genere facilmente si ripercuotono sui più giovani.

Ugualmente, quanta dall’ansia dei piccini davanti a computer e videogiochi è indotta dal fatto stesso di essere abbandonati lì da genitori stremati o distratti, che li parcheggiano davanti allo schermo per sbarazzarsene o almeno per rifiatare? Dovremmo chiederci, quindi, quanto tempo passiamo accanto a loro, anche mentre giocano, per aiutarli a scoprire il mondo. Se non lo facciamo, forse il problema è lì, nello stile di vita che ce lo rende impossibile. Forse è da qui che dovrebbe partire la riforma del nostro mondo.

Pubblicato il 24 gennaio 2011 - Commenti (2)

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Postato da giuseppe_romano il 04/02/2011 18:41

La ricerca è stata commissionata da Avg, azienda che produce uno tra i più diffusi software antivirus(Questo il link: http://jrsmith.blog.avg.com/2011/01/kids-learning-computer-skills-before-life-skills.html). Ha riguardato 2200 mamme di Paesi di "prima fascia" con figli entro i 5 anni di età. Tra l'altro ne ha dato notizia il "Corriere della Sera" lo scorso 20 gennaio. Ma ho avuto esperienza personale di bambini "analfabeti" perfettamente in grado di accedere al gioco desiderato sul pc, così come di usare un lettore dvd.

Postato da marinaz il 03/02/2011 14:32

Davvero imparano a usare un mouse prima di parlare? Mi sembra un po' troppo...E qual è la ricerca a cui si riferisce? Da chi è realizzata? grazie

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Autore del blog

Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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