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Quando i videogiochi entrano in famiglia

Come i libri, come i film: i videogiochi sono mondi da esplorare in famiglia.
Come i libri, come i film: i videogiochi sono mondi da esplorare in famiglia.

I videogiochi non sono ciò che sembrano. Sembrano giocattoli, prodotti commerciali, svaghi disimpegnati. E invece sono opere capaci di colpirci in profondità, a un livello sia emotivo sia intellettuale. Toccano corde importanti dell’immaginazione, della memoria, dell’orientamento spazio-temporale, dei processi logici e di quelli intuitivi.

Si tratta di un mercato ingente: oggi in Italia i videogame vendono più dell’home video e dei cd musicali. Tanti soldi, soprattutto tanto pubblico interessato e tante teste pensanti dedite a inventare e a produrre. Sarebbe ingenuo trattarli come banali prodotti di consumo, senza pretese e senza conseguenze.

I videogiochi sono più simili ai libri che al Lego. Fanno entrare in mondi simili a quelli del cinema, ma ancora più coinvolgenti. Gli effetti speciali impressionano chi non è abituato al loro linguaggio, ma non sono l’aspetto principale: sono mezzi, tra altri, per trasmettere contenuti accuratamente elaborati. Possono essere preziosi per divertirsi e per imparare, o pericolosi se deformano e propongono contenuti non opportuni.

Pertanto in famiglia è importante assumere un atteggiamento più consapevole riguardo alla presenza e all’uso dei giochi per computer. Non intendo un atteggiamento spaventato, indignato, animato da pregiudizi. Intendo l’atteggiamento maturo di chi si sente soggetto di scelte perché decide lui che cosa ammettere in casa propria, e perché, e come. Questo atteggiamento, come una moneta, ha due facce: da un lato la responsabilità di chi controlla, sceglie e decide in positivo che cosa vuole. Dall’altro l’impegno di chi fa esperienza diretta accanto ai propri figli, indispensabile per conoscere e preliminare alle scelte.

Pubblicato il 06 settembre 2010 - Commenti (3)

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Postato da Pietro Reginella il 11/10/2010 22:47

Io consiglio semplicemente di far capire ai propri figli con il dialogo e non con limitazioni di utilizzo del computer, che oltre alla realtà virtuale esiste quella quotidiana, fatta di interessi come la lettura, lo sport, l'amicizia e qualunque altra cosa che metta in "gioco" la persona stessa senza che essa necessiti di una interfaccia con cui interagire con l'esterno. Dopo che ci si rende conto di queste cose, che sono ben più importanti di un semplice gioco, si può essere in grado di dosarsi e di guadagnare un giusto grado di "self control" che non mette al primo posto l'utilizzo sfrenato dei giochi! P.R.

Postato da giuseppe_romano il 23/09/2010 15:04

Io suggerisco anzitutto di correre il rischio di sbagliare… insieme, perché non ci sono canoni prefissati né procedure di sicuro funzionamento: voi genitori sapete di preciso con che giochi si divertono le ragazze? Li avete visti anche voi e ve ne siete fatti un’idea dettagliata? In secondo luogo, avete posto dei limiti di utilizzo? Mi pare che il punto sia proprio il troppo tempo dedicato, non il tipo di giochi. Se non si è in grado di far rispettare un orario (magari perché, semplicemente, non si è sempre a casa), si può farsi aiutare dalla tecnologia: esistono programmi di “controllo familiare” (il sito www.ilfiltro.it ne elenca parecchi) che aiutano in questo; anche Windows Vista e Windows 7 hanno un pannello di “controllo genitori” piuttosto sofisticato, dove si può decidere che siti può (o non può) visitare ogni singolo figlio, quante ore quotidiane può dedicare all’uso del pc, con che giochi e programmi eccetera. Dedicherò presto un post a questo argomento. Quanto alla tv, mi sembra che la scelta familiare compiuta, eliminarla, sia stata molto radicale, forse troppo. Però certamente è importante decidere in famiglia quando usarla e che cosa vedere: qualche famiglia chiude l’apparecchio in un mobile o in uno sgabuzzino, da aprire solo quando serve, come si fa col ferro da stiro o con l’aspirapolvere. g.r.

Postato da VIP il 17/09/2010 11:06

Mi trovo in una interessante situazione con le mie figlie (16 e 12 y): per crisi di rigetto dovuta alla politicizzazione dei canali televisivi RAI (di sinistra) e modestissima qualità degli altri, mia moglie ed io abbiamo eliminato la televisione. Tutto è andato meravigliosamente fino a pochi mesi addietro, quando ho messo a disposizione un portatile in casa. Adesso le figlie dedicano molto, troppo tempo ai videogiochi su internet. Cosa si intende per "assumere un atteggiamento più consapevole"? Lo sono già molto consapevole, il punto è che non so come fare a staccarle dalla scatoletta di plastica ... Hai qualche suggerimento? Comprare la TV? Ciao e stai bene VIP

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Autore del blog

Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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