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apr

Se il gioco invade anche la Rete

Vincere oltre nove milioni di euro è un fatto talmente incredibile che non può essere vero. E così infatti ha risposto la Snai ai due vincitori di Fermo che si sono visti stampato tra le mani un tagliandino che proponeva la somma astronomica. L'anomalia di vincite ha caratterizzato i giorni precedenti al 17 aprile con una serie di cifre sballate che hanno messo in allarme i gestori delle prodigiose macchinette. La Snai sta facendo indagini per capire cosa sia successo anche perchè il tetto massimo di vincita sono 500 mila Euro. Chiaramente dietro il limite c'è un' esigenza di cassa ma è pur vero che una somma così ingente pone non pochi quesiti etici e di opportunità.

 

I casinò online stanno sbarcando in maniera massiccia anche sui dispositivi mobili, smartphone e tablet. Non è una di quelle notizie che si accolgono con gioia visto che farne le spese sono spesso giovani e famiglie che con pochi click vedono assottigliarsi drasticamente il conto in banca. Qualcuno cade addirittura in forme patologiche di dipendenza, definite “ludopatie”, che spingono gli utenti della Rete a giocare compulsivamente alla ricerca costante delle emozioni scatenate dalla sfida del gioco e dalla scommessa. In famiglia risulta difficile accorgersene, perché non si tratta di un’attività palese, visibile, legata ad un luogo fisico. Il gioco d’azzardo avviene tramite casinò che stanno tutti in una tasca, mediante l’inserimento dei numeri della propria carta di credito, così da far percepire ancora meno che si tratta di un’attività mangiasoldi e farla assomigliare il più possibile ad un innocuo giochino per cellulari.


Si tratta di una grave schiavitù, come sottolinea il catechismo della Chiesa cattolica, che diventa peccato quando sottrae denaro al sostentamento delle persone. Verrebbe da dire che è sempre un peccato impegnare il proprio denaro nel gioco d’azzardo, soprattutto in questo tempo di crisi. Va notato che lo Stato Italiano che ha legalizzato e regolamentato il gioco d’azzardo ne ricava anche parecchi utili. Forse in questo passaggio non è chiara una funzione alla formazione etica dei cittadini e si potrebbe chiedere di più, in ambito educativo, ad uno stato che rimpingua le proprie casse anche con le scommesse perse dai cittadini. Probabilmente, però, questo andrebbe a toccare interessi troppo grossi. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in occasione del convegno su “Gioco d’azzardo e usura, svoltosi a Genova nel febbraio scorso ha affermato che il gioco d'azzardo è “una piovra che allunga i suoi mortali tentacoli promettendo molto e sradicando moltissimo, non di rado tutto”. Bagnasco ha messo in evidenza che in Italia sarebbero ben ottocentomila i cittadini colpiti da patologie legate al gioco e che complessivamente il mondo del gambling ha bruciato, lo scorso anno quasi il doppio del denaro che il governo monti aveva indicato come manovra salva Italia. Questo non è un vero e proprio peccato sociale? Non possiamo restare indifferenti a questo problema che tocca, purtroppo, tante famiglie già in difficoltà economiche serie. Forse, come cristiani, potremmo e dovremmo fare di più perché questa falsa ricerca di felicità non diventi un ulteriore elemento di crisi. Che dite?

Pubblicato il 19 aprile 2012 - Commenti (2)

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Postato da santrev il 27/05/2012 11:48

E' desolante sapere che la legge che ha permesso a Berlusconi , tramite MONDADORI, la raccolta di denaro dal "Poker on-line" é stata votata oltre che da Berlusconi e Tremonti , anche dai cattolici che fanno parte del PDL! Ora mi chiedo che ci fanno i cattolici in compagnia del priapo di Arcore? In fondo non c'é da meravigliarsi, visto quello che sta accadendo di questi tempi in Vaticano! X Andrea Canton - Volevo segnalarti che dalle mie parti, nel est veronese, sono in continua crescita coloro che si stanno rovinando con lo sperpero di denaro al gioco. E non solo rovinano se stessi , ma anche le loro famiglie. Tu pensi che la gerarchia vaticana si stia occupando di questi problemi? A Roma si occupano di CL e dei nuovi Formigoni!

Postato da Andrea Canton il 19/04/2012 11:13

Se lo stato ha voluto usare il pugno di ferro per le sigarette (niente pubblicità, severe limitazioni, tasse) non ha voluto riservare lo stretto trattamento al gioco d'azzardo. Forse perché gli fa comodo. Se tutti i giocatori smettessero di spendere i loro soldi in macchinette, lotto e lotterie istantanee sponsorizzate da qualche comico ipotricotico, altro che Imu... Le casse dello stato piangerebbero lacrime amarissime. Solo a Padova vengono giocati più di 900 milioni di euro. Cifra astronomica. E non è un male solo italiano. Il problema è assai più grosso. Culturale, storico e assai sociale: queste persone credono veramente che la felicità sia una grossa vincita. Scorriamo invece la storia dei mega-vincitori italiani: a parte i gruppi che hanno conquistato il jackpot con sistemoni di gruppo, dividendosi la vincita, gli altri sono finiti malissimo, mediamente impazziti o sconvolti da un cambiamento così profondo di prospettiva.

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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