17 maggio 2012 – Ascensione del Signore


Celebra il compimento della Pasqua con il ritorno del Signore vittorioso al Padre, dal quale era venuto per la nostra salvezza.

La recente riforma del Calendario liturgico della nostra Chiesa Ambrosiana (2008) ha  giustamente riportato questa grande Solennità pasquale nel “quarantesimo giorno” della letizia pasquale segnata dalla gioia della presenza del Risorto tra i suoi ai quali promette, una volta tornato al Padre, di mandare lo Spirito Santo per tener viva la sua Parola e l’efficacia della sua Pasqua fino alla consumazione dei tempi.

L’importanza dell’odierna solennità, nella nostra tradizione liturgica, è riscontrabile nella proposta di una Lettura vigiliare per la Messa vespertina della Vigilia che inaugura la solennità e dai due formulari eucologici per la Messa “della Vigilia” e per la Messa “nel giorno”.

 

Il Lezionario

 

Nella Messa della Vigilia viene proclamata come Lettura vigiliare: Atti degli Apostoli 1, 1-11. L’Epistola e il  Vangelo sono quelli della Messa “nel giorno” vale a dire: Efesini 4,7-13 e Luca 24, 36b-53. Nella Messa “nel giorno” la Lettura è presa dagli Atti degli Apostoli 1,6-13a.

 

Lettura Vigiliare: Atti degli Apostoli 1,1-11

 

1Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. 3Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella disse che voi avete udito da me: 5Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». 6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». 9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

 

Il brano si apre con la presentazione da parte di Luca del suo nuovo libro che fa seguito al «primo racconto» ossia il Vangelo riguardante ciò che Gesù «fece e insegnò» nella sua vita terrena culminata, dopo la sua passione e risurrezione, nel giorno «in cui fu assunto in cielo» (vv. 1-5).

I vv. 6-8 riportano l’ultimo dialogo tra Gesù e i suoi discepoli nel quale viene loro annunciato il dono dello Spirito Santo che li trasformerà in suoi testimoni «fino ai confini della terra».

Il brano si conclude con il racconto dell’ascensione e con l’annunzio ai discepoli fatto da due uomini in bianche vesti riguardante il ritorno del Signore dal cielo nel giorno della Parusia, alla fine dei tempi (vv. 9-11).

 

Lettura (Messa nel giorno): Atti degli Apostoli 1,6-13a

 

In quei giorni. 6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». 9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». 12Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. 13Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi.

 

Completa ciò che è stato letto nella Lettura vigiliare, dicendo che gli Apostoli, testimoni dell’elevazione “in alto” del loro Maestro e Signore, una volta tornati a Gerusalemme, «salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi». Si tratta di un particolare di grande importanza perché il loro essere riuniti insieme è immagine della Chiesa, quella del Signore, sulla quale egli ha promesso di far scendere «la forza dello Spirito Santo» che la abilita a dare testimonianza a Gesù ovunque e fino al suo ritorno glorioso dal Cielo.

 

Lettura di san Paolo apostolo agli Efesini (4,7-13)

 

Fratelli, 7a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8Per questo è detto:

«Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.

9Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.

11Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, 12per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, 13finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo».

 

L’Apostolo riflettendo sul mistero dell’Ascensione al Cielo del Signore afferma, con riferimento al Salmo 68,19, che egli «asceso in alto ha portato con sé prigionieri». Si tratta dell’intera umanità da lui liberata, nel mistero della sua Pasqua, dalla schiavitù del male, del peccato e della morte. In pari tempo, il Signore una volta asceso al Cielo «ha distribuito doni agli uomini», allusione, forse, al dono dello Spirito Santo che abilita alcuni a collaborare perché tutti gli uomini arrivino «all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio» divenendo in tal modo il suo corpo.

 

Lettura del Vangelo secondo Luca (24,36b-53)

 

In quel tempo. 36BIl Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma . 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40  Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione  di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nel Profeti e nei Salmi».45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su in cielo. 52Ed essi di prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 

Il brano segue immediatamente quello dei due discepoli di Emmaus. Esso appare diviso in tre parti: nella prima: vv. 36-43 viene narrata l’apparizione del Signore agli Undici e ai discepoli radunati insieme nella quale si dà a conoscere nella verità di Crocifisso/Risorto, il Vivente.

Nella seconda parte: vv. 44-49 come già con i discepoli di Emmaus Gesù «aprì loro la mente per comprendere le Scritture» che concordano nell’annunziare come il Cristo, ossia il Messia, «patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno» secondo l’ineffabile disegno di Dio di universale salvezza.

Nei versetti finali 50-53 l’evangelista riferisce l’evento glorioso dell’Ascensione del Signore che produce nel cuore dei discepoli grande gioia e la lode a Dio.

 

Commento liturgico-pastorale

 

Lo ricaviamo dai testi della preghiera liturgica, ossia dai formulari eucologici del Messale Ambrosiano per la Messa della Vigilia e per quella “nel giorno”.

In primo luogo l’evento dell’Ascensione è considerato nel più ampio contesto del disegno di grazia che il Prefazio della Messa della Vigilia vede così portato a compimento. Lo stesso Prefazio indica la portata salvifica di tale mistero affermando: «Così fu vinto e umiliato il demonio, e fu restituito al genere umano lo splendore dei doni divini» mentre il Prefazio della Messa “nel giorno”, presente anche nel Messale Romano, dopo aver elencato i nuovi titoli del Signore «salito al di sopra dei cieli», «Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell’universo» afferma che egli, in tal modo, «ci ha preceduto nella dimora eterna per darci la sicura speranza che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi sue membra, uniti nella stessa gloria».

È la forte convinzione espressa anche nella preghiera A Conclusione della Liturgia della Parola nella Messa della Vigilia e in quella Dopo la Comunione della stessa Messa.

La preghiera A Conclusione della Liturgia della Parola nella Messa “nel giorno”, rivolgendosi a Dio evidenzia nel Signore asceso al Cielo la “dignità” alla quale «è stato oggi elevato l’uomo che tu creasti».

Infine i testi eucologici, con vari accenti, mettono in luce la tensione verso Cristo che deve continuamente contrassegnare la vita dei fedeli. La preghiera Sui doni della Messa “nel giorno” chiede a Dio di far sì «che il nostro spirito si innalzi alla gioia del Signore risorto». La preghiera All’inizio dell’Assemblea liturgica della Messa della Vigilia domanda a Dio Padre «di tendere con tutte le nostre forze alle altezze del Cielo», mentre quella A Conclusione della Liturgia della Parola chiede a Dio di guidare «le aspirazioni dei tuoi figli verso il tuo regno eterno». 

 

 

 

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In queste pagine potete trovare il commento alla liturgia domenicale e festiva secondo il RITO AMBROSIANO, curata da don Alberto Fusi.

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