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Una foto di "Roundabout", un gioco firmato dai sedicenni Dael e Giacomo
Nuovi orizzonti crescono. Due liceali milanesi di 16 anni, Dael e Giacomo, decidono di diventare produttori di videogiochi. Dael è molto “creativo”, scova idee e inventa grafica, scenografie, musiche (in questo lo aiuta il fratello minore), mentre Giacomo, che è un mago tecnologico, mette insieme il tutto in modo che funzioni.
Una foto di "Angry Shark"
Detto fatto. Approfittano di un progetto scolastico volto ad aumentare la sensibilità delle persone verso i problemi dei Paesi sottosviluppati, ed ecco iSupply, un gioco in cui si paracadutano aiuti evitando ostacoli vari. Lo elaborano con GameSalad, un “compilatore” che – comprata la licenza annuale per una cifra accessibile – mette in grado di allestire in maniera intuitiva le “app” per il mondo Apple, al quale è destinato. Due settimane ed ecco che iSupply è disponibile gratuitamente sull’iTunes App Store, il “mercato virtuale” dove Apple propone ogni sorta di prodotto per iPhone, iPod, iPad e pc vari.
I due ci prendono gusto. Hanno scoperto che per realizzare un videogame bastano una buona idea semplice e pochi giorni di lavoro, sicché in breve sottopongono due nuovi giochi, "Angry Shark" e "Roundabout" (un pescecane affamato e un incrocio affollato di automobili), all’accettazione di iTunes. Che li approva e li mette in rete al costo di 0,79 euro ciascuno, di cui una parte spetterà ovviamente agli autori. Cominciano ad arrivare ordini da ogni parte del globo, specie dagli Stati Uniti: non a milioni come nei casi più fortunati, ma quanto basta per sentirsi soddisfatti di un lavoro ben riuscito.
Ecco un video tratto da "Roundabout":
Un gioco essenziale, ma simpatico, capace di catturare l'attenzione per pochi minuti, magari quando si tira fuori il telefono a bordo del tram.
Ed ecco "Angry Shark", che s'inserisce nel fortunato (e affollato) filone del pesce mangiatutto:
Piccole cose, certo, ma che la Rete rende immediatamente mondiali, visibili e fruibili da tutti. C'è da riflettere. (Qui il sito dei due giovani creativi: http://stopnplayapps.com/Our_Apps.html).
Pubblicato il
01 marzo 2012 - Commenti
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20
lug
Perfino il film "Avatar" ha avuto una sua versione gioco per iPhone.
Torno sull’argomento della nostra identità nella Rete, già accennato a inizio estate nel post sulla “gamification”. Mi ha colpito una notizia: un sito promette sconti significativi in cambio di “frammenti di identità”: se rispondi a un questionario, se ti lasci intervistare, l’oggetto che desideravi ti costerà di meno. Una sorta di asta informativa: ogni rivelazione uno sconto.
In un certo senso il re è nudo. Nell’internet non esiste nulla di gratuito. Per avere ciò che vogliamo paghiamo con la moneta di ciò che siamo, che preferiamo, che sappiamo: gusti, conoscenze, informazioni su di noi e sul nostro ambiente.
Inoltre ciò che è dato è dato per sempre, niente viene mai più dimenticato e tutto viene collegato in maniere infinite e inimmaginabili. Attenzione al “gratis”, se in cambio vi chiedono di riempire moduli infiniti: che gl’importa del vostro telefono, della via dove abitate, di quanti siete in famiglia?
Nel campo dei videogiochi una rivoluzione diversa e più sincera è successa con le miriadi di offerte che affollano il mondo Apple di iPhone e iPad. AppStore, il supermarket virtuale, contiene migliaia di applicazioni e giochi “gratuiti” o a basso prezzo. In questo caso è il numero di acquirenti che fa la differenza: un vantaggio per il singolo, che spende poco. Inoltre molte applicazioni gratuite vanno poi acquistate se ci si trova bene e si vuole la versione completa. Ma anche qui, attenzione: proprio perché basta un click per comprare, si fa presto a trovarsi al verde…
Ecco qui una delle infinite recensioni di giochi e applicazioni per il mondo Apple:
Pubblicato il
20 luglio 2011 - Commenti
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