29
apr

Un corso di pittura firmato Topolino

Di Art Academy, l’applicazione interattiva che aiuta a disegnare e a dipingere sulla console portatile Nintendo 3DS, abbiamo già parlato tempo fa. Torno sull’argomento perché la ritengo un ottimo esempio di ciò che si può fare attraverso uno schermo interattivo. Me ne dà spunto un accordo fra Nintendo e Disney, di cui è stata data notizia nel mese di aprile, grazie al quale i possessori della console potevano godere di un corso di disegno che ha come oggetto i personaggi di Topolino.

Professore del corso è il fumettista e disegnatore Claudio Sciarrone. Ho scritto "potevano" perché le lezioni interattive sono state usufruibili soltanto per una settimana tramite il canale gratuito Nintendo Video, un’app che consente di scaricare contenuti sulla DS3. Spero che la proposta abbia avuto un successo tale da indurre a rendere ancora disponibili questi materiali per più tempo.

A ogni modo,  la versione più recente dell'app, New Art Academy, contiene di suo un corso in ben 32 lezioni: lo strumento viene utilizzato sfruttandone tutte le potenzialità, dalla fotocamera all’uso dello stilo sullo schermo a modo di pennello, e i risultati possono essere scambiati e condivisi via rete.

Nel mondo touch screen, anche per altri sistemi operativi di tablet e smartphone, le app dedicate alla pittura sono molte. In questo caso però spicca la volontà di aiutare a trasformare un passatempo in un’attività più strutturata, che dà i mezzi per trasformare l’interesse in passione. E la tecnologia si dimostra - non sempre accade - una scorciatoia per l'apprendimento, capace di simulare gesti e risultati non soltanto splendidi, ma carichi di arte, di sapienza e di storia.

Ecco un video:

Ed eccone un altro:

Pubblicato il 29 aprile 2013 - Commenti (0)
22
apr

In nome dei Transformers

I Transformers sono quei robot-veicoli di provenienza aliena che si dividono in molti modelli e in due squadre: una minaccia la Terra, l’altra la protegge. Li abbiamo conosciuti come cartoni animati, al cinema in tre film movimentati, e soprattutto molti bambini li conoscono sotto forma di giocattoli.

Per celebrare il trentesimo anniversario che cade nel 2014, la casa produttrice si è inventata un sondaggio virtuale universale per stabilire, in base alle preferenze espresse votando sul sito www.transformers.com/vote, quale sarà il nuovo personaggio sotto forma di pupazzo (e chissà, lo vedremo prima o poi in qualche film).

Il nuovo personaggio sarà un Autobot, quindi un leale abitante di Cybertron, o un malvagio Decepticon? Lo deciderà la Rete, come pure sceglierà a prevalenza il colore, la personalità, le armi in dotazione e soprattutto se si trasformerà in un auto, un elicottero o un jet. In più, dopo la fase di creazione, verrà il turno di scegliere il nome del nuovo personaggio. Le votazioni sono aperte fino al 5 maggio.

Una simpatica trovata, che forse lascerebbe il tempo che trova se quella dei Transformers non fosse una comunità di fan vasta, solida e antica. Stando così le cose, perché non imprimere anche il proprio sigillo nel futuro della serie? Sono, anche queste, piccole novità dell’era digitale, in cui talvolta i pensieri si fanno realtà in un battere di byte.

Qui sotto il trailer di uno dei film:

Pubblicato il 22 aprile 2013 - Commenti (0)
16
apr

Se si evade dalla vita vera

Che cosa sia accaduto nella mente delle due adolescenti friulane che hanno ucciso e poi se ne sono andate a girovagare non è dato sapere, al momento, nemmeno dal punto di vista fattuale, figurarsi da quello interiore.

Resta, tra le poche dichiarazioni riportate dai giornali, la frase “ci sembrava di essere in Grand Theft Auto”, ovvero nel videogioco indubbiamente “violento” di cui abbiamo varie volte, l’ultima recentemente.


Fin troppo facile saltare a bordo del carro dei “visto che succede con i videogiochi?”. A me pare più proficuo partire invece dall’evidenza di un comportamento così insensato da trovare paragone soltanto in vicende irreali. Non conosco – non conosciamo –  dettagli sull’esistenza che le due ragazze conducevano, ma tutto lascia pensare che quanto accaduto rientri in un quadro di profonda distorsione della realtà a vantaggio, se così si può dire, di una fantasia che vuol imporsi a ogni costo.

I videogiochi possono contribuire a creare realtà alternative, certo. Ma è anche vero il contrario: il mondo è pieno di persone che, volendo evadere dalla realtà, si tuffano in mondi virtuali dove nessuna “dura verità” può contraddirle. E smarriscono la distinzione fra i due piani.

Credo che sia questo il pericolo più grande: dove si vuol vivere, nella realtà o nelle fantasie? L’assistenza dei familiari, dei formatori, verso i giovani dovrebbe essere un accompagnamento sui sentieri della vita vera. A volte è l’esatto contrario, e la vita diventa un incubo da cui si vorrebbe fuggire. Altre volte si fa del proprio meglio ma il malessere si fa strada lo stesso. In entrambi i casi l’esistenza può diventare un assurdo videogioco, ma i videogiochi c'entrano poco.

Pubblicato il 16 aprile 2013 - Commenti (0)
10
apr

LucasArts, addio e grazie

Un'inquadratura dalla versione videogioco di "La guerra dei cloni"
Un'inquadratura dalla versione videogioco di "La guerra dei cloni"

Che delusione. Disney chiude LucasArts, come dire un sogno che se ne mangia un altro, qualcosa come un incubo nell’immaginario collettivo. LucasArts è la casa di produzione di videogiochi fondata molti anni fa, nel 1982 (il nome allora era LucasFilm Games), dal regista George Lucas, il quale aveva visto bene che quella dei giochi interattivi sarebbe stata una stagione lunga e intensa. Dopo una storia brillante, cinque mesi fa l’azienda era stata rilevata dal colosso dell’animazione. Che bello, pensavamo, si annunciano nuove fioriture. E invece no: tutti a casa i 150 dipendenti, blocco dei progetti in atto, vaghe promesse che qualcosa continuerà col nuovo marchio.

Dedico questo post alla memoria di LucasArts perché è stata la casa di produzione di videogiochi più attenta, in assoluto, a far coincidere l’intrattenimento interattivo con una visione serena, simpatica, familiare e al tempo stesso eroica delle storie. Oltre agli innumerevoli giochi ambientati nell’universo di Star Wars, che non potevano mancare, LucasArts resta giustamente famosa per alcune serie delle origini di questo mondo: quella di Monkey Island – della quale abbiamo già parlato in Il gioco più divertente, gennaio 2012 – e per le avventure dedicate a Indiana Jones sotto forma di cartone animato. Qui sotto un lungo filmato da Indiana Jones e l’ultima crociata, del 1989, anno in cui era uscito l’omonimo film con Harrison Ford. Si tratta di una delle migliori trasposizioni fra i due generi, in cui la vicenda assume autonomia e garantisce divertimento.

Peccato sia finita così.

Pubblicato il 10 aprile 2013 - Commenti (0)
04
apr

Videogiochi da annusare?

Così dovrebbe presentarsi il "GameSkunk"
Così dovrebbe presentarsi il "GameSkunk"

Ma tu guarda. Sapevamo che il desiderio di simulare sempre più fedelmente la realtà anima da sempre ciò che avviene “dietro” gli schermi di un computer, ma ci eravamo rassegnati ad accontentarci di effetti sempre più speciali a livello di video e audio.

Oggi però ho letto il comunicato di un’agenzia che annuncia il grande salto: i videogiochi entrano nel regno dell’olfatto. In verità non è la prima volta che si tentano esperimenti del genere: il “cinema olfattivo” ha avuto le sue stagioni fin dal 1959, con odori inseriti nelle poltrone in sala, nell’impianto di aerazione e più recentemente in schede gratta-e-annusa. In tutti i casi con più difetti che pregi, posto che non tutti gli odori erano gradevoli e che comunque non lo era il loro ammassarsi nelle sfortunate narici degli spettatori.

L’aggeggio presentato dalla californiana Sensory Acumen alla recente Game Developer Conferenze 2013 di San Francisco si chiama GameSkunk ed è una periferica dotata di venti cartucce piene di oli aromatici, attivabili in automatico quando viene il momento, per accrescere il realismo della scena in cui si è immersi.

L’agenzia Punto informatico spiega così le possibilità: “Se si è alla guida di un bolide virtuale in una sfrenata corsa automobilistica, si potrà avvertire l'odore dei fumi dai tubi di scappamento, della benzina o delle gomme bruciate lasciate sull'asfalto. Se si è intenti in un gioco di ruolo, alcuni effetti olfattivi potrebbero permettere la risoluzione di un enigma o il ritrovamento di qualche oggetto. Ed ancora: in uno sparatutto in mezzo alla foresta si potrebbe sentire l'odore dell'erba umida o l'arrivo di un nemico o di uno zombie proprio dal cattivo odore”.

Si aggiunge che l’apparecchio è stato studiato per scopi terapeutici: per esempio, per alleviare lo stress dei reduci riproducendo gli odori dei campi di battaglia. Sarà…

Qui sotto il trailer di un gioco di guerra di imminente uscita, Company of Heroes 2 (THQ), riservato ai maggiori di 16 anni, che racconta con crudissimo realismo la campagna di Russia della seconda guerra mondiale. C’è bisogno anche di odorare?


Pubblicato il 04 aprile 2013 - Commenti (0)

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Autore del blog

Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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