28
nov

La Wii è tornata

Come non parlarne? Il 30 novembre arriva nei negozi la nuova console Nintendo Wii, chiamata “Wii U” (si legge come you, dando del tu e del voi ai giocatori). Promette di introdurre grandi novità e, come minimo, di fare la parte del leone nel mondo dei doni natalizi.

Insieme alla console usciranno una dozzina di giochi, alcuni originali e altri nella versione specifica che si unisce a quelle disponibili per altre console.

La novità principale di Wii U è il nuovo controller, che senza chiudere la porta sulla strada già intrapresa (i “telecomandi” continuano a esistere), aggiunge possibilità inedite. Si tratta di un incrocio fra un tablet, per lo schermo tattile a portata di dito e di stilo, e un controller tradizionale come quelli della PlayStation. Ecco un video per capire:

Di fatto la nuova Wii è concepita per non precludersi niente: tutte le sue facoltà tecnologiche (video, audio, memoria, velocità) sono state potenziate per sopravanzare qualsiasi altra console sul mercato, e in aggiunta si introducono notevoli risorse “concettuali”, capaci cioè di suggerire nuovi orizzonti e comportamenti di gioco. Notevole per esempio l’interazione con la tv, al punto da trasformare il controller in uno schermo portatile sul quale, oltre a giocare e a guardare le trasmissioni, si potranno probabilmente noleggiare film eccetera. Ne risulta ampliato anche il pubblico: continuano le proposte per famiglia, ma adesso si fa più intensa anche la concorrenza alle console tradizionali, quelle per i patiti del videogame.

Così come accadde per la prima Wii, gran parte del suo successo andrà legato ai primi software disponibili. Sport, anche in modalità sfida, e il solito SuperMario. Vedremo man mano, quando le proposte si moltiplicheranno, se la creatività saprà esaltare la tecnologia.

Pubblicato il 28 novembre 2012 - Commenti (0)
19
nov

Assassin's Creed, importante e contraddittorio

La città di Boston
La città di Boston

Impossibile non essersi accorti di Assassin’s Creed III, il videogioco edito da Ubisoft e in vendita dal 31 ottobre scorso (PlayStation, Xbox) e in arrivo al 22 novembre per la versione pc, dopo i ben cinque milioni profusi nella sola campagna pubblicitaria.

Si tratta del quinto episodio di un videogame apparso nel 2008, incentrato sulla figura di una setta di assassini misteriosi dotati di straordinarie abilità acrobatiche. Mentre in precedenza la storia era ambientata nell’Italia rinascimentale (Venezia, Roma, Firenze), l’ultima avventura ha luogo nel teatro della rivoluzione americana, a fine Settecento. In realtà tutte le vicende sono unificate attraverso la vita di un personaggio, Desmond Miles, che ripercorre virtualmente le esistenze dei suoi antenati per (naturalmente) salvare il mondo.

Una battaglia navale
Una battaglia navale

Assassin’s Creed è tra i videogiochi più spettacolari mai visti. Le sue ambientazioni dettagliatissime e davvero interattive (si tratti di città o ambienti naturali, ci si muove a piacimento) hanno impressionato i critici anche al di fuori del mondo degli addetti ai lavori. A riprova degli importanti fondamenti artistici la mostra che fra ottobre e novembre ha portato un centinaio di bozzetti, filmati e modelli del videogioco al Museo della Scienza di Milano.

La nota dolente, se vogliamo chiamarla così, viene dalla sceneggiatura, che nel corso delle varie puntate talora non si è fatta scrupolo di manipolare la verità storica per far posto alla setta di assassini: più che la loro invenzione – legittimo parto della fantasia – mi riferisco ai riferimenti storici “reali”, che in parecchi casi sono stati aggiustati come nemmeno nelle più traballanti fantasie di Dan Brown. D’accordo che è un gioco, ma un po’ più di cura nella plausibilità della ricostruzione dei fatti e dei personaggi avrebbe giovato alla complessiva dimensione artistica dell’opera.

Intanto ecco uno dei molti trailer che si trovano su YouTube:

In ogni caso, ne parlo qui per due ragioni. La prima: si tratta di un gioco rivolto a un pubblico adulto (le indicazioni di copertina lo sconsigliano a chi ha meno di diciott’anni) che ha molti requisiti per essere considerato un’opera rilevante. La seconda: probabilmente l’enorme diffusione lo porterà in molte case. In famiglia converrà tener conto adeguato, più ancora delle crudezze assortite, di qualche superficialità culturale peggio assortita.

Pubblicato il 19 novembre 2012 - Commenti (0)
12
nov

Videogiochi per adulti

Uno stand in un raro momento di quiete
Uno stand in un raro momento di quiete

Nel week-end sono stato alla Games Week di Milano, tre giorni dedicati ai videogiochi nei vasti ambienti del MiCo, il palazzo dei congressi situato nei territori della “vecchia” Fiera di Milano.

Ambienti enormi e affollatissimi di persone e di frastuono, in stile discoteca. Ogni stand teneva gli amplificatori a manetta e nell’aria s’incrociavano, oltre al brusio prodotto da migliaia di esseri umani affollati, i suoni di sottofondo di decine di videogame: colonne sonore, spari, grida, rumore di motori, voci contraffatte ed effetti speciali. Centinaia di schermi luccicavano dappertutto.

Un torneo multigiocatore
Un torneo multigiocatore

La maggior parte delle persone si accontentava di lasciarsi sballottare d metro in metro, ma non pochi riuscivano a coronare il sogno di essere loro, per qualche minuto, a interagire giocando. Volendo ci si poteva anche iscrivere a tornei allestiti in uno spazio a parte, tuttavia molti si accontentavano delle postazioni di prova negli stand, per disputare partite o frammenti di partite. Interessante vedere l’evoluzione di un personaggio di gioco, impersonato infinite volte, per pochi minuti, da persone diverse. Chissà che ne avrebbe pensato, se avesse pensato.

La stragrande maggioranza dei frequentatori di Games Week era composta da giovani adulti, diciamo fra i venti e i trent’anni. E una buona parte dei videogiochi, almeno la metà, erano esplicitamente rivolti a un pubblico di maggiorenni.

Rende l'idea questo video trovato su YouTube (grazie all'autore):

Questi dati sono piuttosto distanti dalla percezione media di quanti non si interessano di videogiochi, i quali pensano spesso che si tratti di svaghi per bambini. E invece no: anche i dati di ricerca dicono il contrario: Games Week ha presentato un’indagine di Ipsos MediaCT secondo cui si dedica al videogioco il 41% degli italiani fra i 16 e i 64 anni.

Sono informazioni su cui riflettere, anche al momento di scegliere quali giochi debbano frequentare i propri figli piccoli o adolescenti, così come quando si decide di sperimentarli in prima persona, obbedendo a una passione che a quanto pare è ben radicata nel nostro Paese. È presumibile infatti che in quel 41% siano inclusi molti genitori. Che quindi dovrebbero conoscere le dinamiche di questo intrattenimento interattivo, e padroneggiarle quanto basta per guidare e accompagnare i loro figli.

Pubblicato il 12 novembre 2012 - Commenti (1)
05
nov

Settimane del gioco in vista

Uno scatto alla scorsa Settimana del gioco in scatola
Uno scatto alla scorsa Settimana del gioco in scatola

I genitori devono giocare con i propri figli? Chi avesse posto questa domanda trent’anni fa avrebbe ricevuto in cambio occhiate stupefatte e dinieghi decisi. Oggi le cose sono cambiate, forse perché papà e mamma passano meno tempo di allora con i loro figli. Eppure, secondo una ricerca svolta da Pepita in vista della seconda edizione della Settimana del gioco in scatola (10-18 novembre, informazioni su  www.staserasigioca.it), la maggior parte dei genitori si sente soddisfatta del tempo che passa con i figli (una media di due-tre ore al giorno, specie di sera, e i finesettimana), anche se al primo posto tra le occupazioni vissute insieme c’è “guardare la tv”. Poi vengono fare i compiti, portarli al fare sport e a spasso, solo a sesto posto “giocare”.

Una partita a "Paroliere Slam" (Hasbro)
Una partita a "Paroliere Slam" (Hasbro)

Ho l’impressione che per molti genitori, in realtà, giocare con i figli costituisca soprattutto una maniera “facile” di passare tempo insieme e comunicare con un linguaggio comune. Se le cose stanno così, meglio farsi aiutare da giochi concepiti proprio per la famiglia, come sono molti giochi in scatola e da tavolo. Visitare gli spazi e accogliere le iniziative della Settimana del gioco in scatola, presenti in tutt’Italia con gare e sfide formato famiglia, può essere una buona maniera per farsi venire buone idee per l’intrattenimento familiare.

E, visto che tra i giochi si pongono a buon diritto anche i videogiochi, le famiglie di Milano e dintorni tengano presente anche la seconda Games Week (E, visto che tra i giochi si pongono a buon diritto anche i videogiochi, le famiglie di Milano e dintorni tengano presente anche la seconda Games Week (http://www.gamesweek.it/gamesweek2012/), prevista dal 9 all’11 novembre al MiCo, in FieraMilanoCity, appuntamento che (con ingresso a pagamento) mostra il meglio di questo mondo presente ormai in tutte le case italiane.

Pubblicato il 05 novembre 2012 - Commenti (0)

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Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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