10
apr
Un'inquadratura dalla versione videogioco di "La guerra dei cloni"
Che delusione. Disney chiude LucasArts, come dire un sogno che se ne mangia un altro, qualcosa come un incubo nell’immaginario collettivo. LucasArts è la casa di produzione di videogiochi fondata molti anni fa, nel 1982 (il nome allora era LucasFilm Games), dal regista George Lucas, il quale aveva visto bene che quella dei giochi interattivi sarebbe stata una stagione lunga e intensa. Dopo una storia brillante, cinque mesi fa l’azienda era stata rilevata dal colosso dell’animazione. Che bello, pensavamo, si annunciano nuove fioriture. E invece no: tutti a casa i 150 dipendenti, blocco dei progetti in atto, vaghe promesse che qualcosa continuerà col nuovo marchio.
Dedico questo post alla memoria di LucasArts perché è stata la casa di produzione di videogiochi più attenta, in assoluto, a far coincidere l’intrattenimento interattivo con una visione serena, simpatica, familiare e al tempo stesso eroica delle storie. Oltre agli innumerevoli giochi ambientati nell’universo di Star Wars, che non potevano mancare, LucasArts resta giustamente famosa per alcune serie delle origini di questo mondo: quella di Monkey Island – della quale abbiamo già parlato in Il gioco più divertente, gennaio 2012 – e per le avventure dedicate a Indiana Jones sotto forma di cartone animato. Qui sotto un lungo filmato da Indiana Jones e l’ultima crociata, del 1989, anno in cui era uscito l’omonimo film con Harrison Ford. Si tratta di una delle migliori trasposizioni fra i due generi, in cui la vicenda assume autonomia e garantisce divertimento.
Peccato sia finita così.
Pubblicato il
10 aprile 2013 - Commenti
(0)