14
mar
Osè, che fai ci provi?: altro che per 12enni!
A riprova del fatto che l’attenzione dei genitori è insostituibile, ecco l’eccezione che conferma la regola. Le fasce d’età applicate sulla confezione dei videogiochi (le qualifiche PEGI) sono di solito attendibili, ma nel caso “Osè – che fai ci provi?” (titolo in inglese “We Dare”), prodotto da Ubisoft e annunciato per dodicenni, davvero non ci siamo.
Come si coglie da uno spot pubblicitario diffuso in molti Paesi e reperibile su YouTube, si tratta di un gioco di seduzione e non solo. È un pomiciamento nella migliore delle ipotesi forse accettabile fra adulti consenzienti. Ecco il video:
Proporlo all’età in cui ragazzi e ragazze cominciano appena a conoscere il tesoro della sessualità mi pare inappropriato e offensivo, a meno che si voglia incentivare la cultura dei “Rubygate”.
Penso che i produttori, per ragioni commerciali, abbiano voluto tentare un “doppio binario”, confidando che il gioco raggiunga un pubblico vasto. Esplorandolo, ho visto che in effetti il gioco è per lo più allusivo e ironico: spesso si balla e si risponde a quiz. Talvolta però si va oltre. Più significativa ancora è l’atmosfera disincantata rispetto a una realtà che invece a quell’età suona nuova, meravigliosa, misteriosa, com’è giusto che sia, e pretende rispettosa delicatezza.
Non sono evidentemente il solo a pensarlo, tant’è che sulla confezione è stato incollato l’avviso “chiedi il permesso ai tuoi genitori”: l’ammissione di un ripensamento.
In casi come questo le proteste col PEGI sono opportune. Chi vuole vada sul sito http://www.pegi.info/it e scriva nello spazio che trova sotto la voce “Contatti”.
Pubblicato il 14 marzo 2011 - Commenti (3)