Immagini del flashmob di piazza Duomo
Chi ha detto che i videogiochi isolano dal mondo? L’altra sera, l’11 maggio alle 19, migliaia di appassionati del videogioco Just Dance si sono dati “appuntamento virtuale” per un flashmob in piazza Duomo, a Milano, a ballare tutti insieme in un evento organizzato dall’editore Ubisoft insieme con Radio Italia.
Si dice “flashmob”, si traduce come un richiamo raccolto nella rete digitale per ritrovarsi tutti insieme in uno stesso posto alla stessa ora. Senza conoscersi l’un l’altro, ma pronti a fare la stessa cosa: ovvero, nel caso, a ballare a tempo sulle note di Cercavo amore di Emma.
Just Dance è il capofila di una particolare categoria di videogiochi: possiamo chiamarli i “tutor di danza”. Con l’aiuto dei controller, se si ha la Wii o la PlayStation, oppure soltanto con il controllo del corpo se si adopera Windows Kinect, si balla a ritmo, da soli o in gara con altri, presenti o via rete.
Ecco qui sotto un video diffuso sul web per preparare la coreografia del flashmob:
La grafica del videogame
Nessun altro videogioco possiede la stessa capacità di impegnare integralmente lo spazio e il corpo, mettendo in comunicazione altrettanto direttamente la realtà fisica e quella elettronica. L’enorme successo (40 milioni di copie, ma ci sono anche i concorrenti) dimostra che questa modalità di ballo, niente affatto solitaria, viene ormai recepita come normale. Certo, a ben guardare c’entra anche la somiglianza – certo non involontaria – con i format di ballo televisivi, verso i quali si crea, grazie allo schermo, alle voci delle guide virtuali e alla competizione, una forte immedesimazione.
Pubblicato il 21 maggio 2013 - Commenti (0)