06
set
Videogiochi, uno per volta
Una famiglia premiata nel laboratorio videogiochi del Fiuggi Family Festival
Riprendo il mio diario online dopo la pausa d’agosto e riparto da dove ero rimasto. Come anche il Fiuggi Family Festival ha confermato, la famiglia è centrale e decisiva. Tutto ciò che uomini e donne possono desiderare, compiere, sperimentare, godere, soffrire, lo fanno meglio con una famiglia che senza.
Nel loro piccolo questo vale anche per i videogiochi. E allora parto da un piccolo consiglio: mamme, papà (zii, nonni), non riempite di giochi le mani e le camere dei vostri ragazzi. Conosco famiglie in cui ce ne sono tanti, troppi, col risultato che i possessori li danno per scontati, ritengono ovvio averne. E, oltre a sentirsi autorizzati a farne quello che vogliono, spesso finiscono col disprezzarli, in senso letterale: cioè, a non accorgersi che si tratta di oggetti che costano cari. Chi ha molti giochi, e i videogiochi questo sono, passa da uno all’altro senza dedicare il tempo come farebbe se ne avesse uno solo, o uno per volta. I videogiochi sono opere impegnative e di solito vaste, per questo costose: limitarne la quantità aiuta a rendersi conto del fatto che le cose costano, ma anche che valgono e meritano attenzione.
All’interno del tempo libero che un bambino e una bambina, un ragazzo e una ragazza usano in modo vario e stimolante, possono trovare posto anche i videogiochi. Un consiglio può essere quello di abituare i giocatori a scambiare i giochi che hanno già terminato al momento di acquisirne di nuovi: esistono catene di negozi in cui questa pratica è legittima. SI risparmia denaro e s’impara ad aspettare, a scegliere, a non fare una cosa se non si è conclusa la precedente.
Pubblicato il 06 settembre 2011 - Commenti (0)