16
feb

Arrivano i libri di testo digitali!

Una circolare del ministero dell’Istruzione, datata 9 febbraio 2012, obbliga i docenti scolastici delle scuole statali di ogni ordine e grado ad adottare, dall’anno scolastico 2012/2013, soltanto libri che siano “redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale), ovvero debbono essere completamente scaricabili da internet. Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei”.

Il provvedimento – che non è un fulmine a ciel sereno, perché attua disposizioni che risalgono a qualche anno fa – cambierà probabilmente il volto della scuola italiana.

Di sicuro cambierà le schiene dei nostri figli, non più costretti a sobbarcarsi zaini pieni di “mattoni”. Chissà se cambierà in meglio anche i nostri portafogli, ma di sicuro porterà a una maniera di studiare più ricca e più multimediale. Apple, che è in prima fila tra quanti trarranno vantaggio dal cambiamento e cavalcheranno il salto tecnologico, ha già approntato alcuni strumenti per far sì che l’iPad si trasformi in un insieme di strumenti idonei a leggere, scrivere, interagire. Ma non è questione di marche perché altri fanno e faranno la stessa cosa con molti altri strumenti analoghi.

Ecco un servizio giornalistico che spiega come questa rivoluzione sia già attuale negli Stati Uniti:

Il libro dunque scompare? No. Ma comincia a sbiadire l’abitudine a considerarlo sempre e comunque fatto di carta. Specie con certi tipi di libri – quelli scolastici sicuramente – interagire per prendere appunti, aggiungere approfondimenti e ricerche, rispondere a test, apprendere anche sotto forma di gioco eccetera, può rivelarsi utile.

Mi piacerebbe sapere che ne pensate voialtri genitori.

Pubblicato il 16 febbraio 2012 - Commenti (0)
10
feb

Skyrim, capolavoro interattivo

In Skyrim si sceglie chi si vuol essere fra una grande varietà di popoli
In Skyrim si sceglie chi si vuol essere fra una grande varietà di popoli

La parola è “impressionante”. Da tutti i punti di vista, compresa la probabilità che vostro figlio ci stia giocando in questo preciso momento. Le copie vendute del gioco Skyrim: the Elder Scrolls in due mesi hanno superato abbondantemente i dieci milioni  e continuano a crescere.

Qualità? Un capolavoro da ogni punto di vista: personaggi, avventure, scenografia... va molto vicino al sogno di un vero romanzo interattivo. Capolavoro, va detto, valutato “18 anni” dalla classifica PEGI. Visto il tipo di gioco, è particolarmente probabile che la voglia di giocarci scavalchi nettamente la barriera del teorico divieto: basta guardare i forum in rete per rendersi conto che molti ma molti giocatori sono men che diciottenni. Volendo esprimermi in proposito, dico che non è la peggiore delle trasgressioni: si tratta di un gioco ambientato in un magico Medioevo affollato di draghi, mostri, maghi, guerrieri e nemici vari, sicché non stupisce che si debba combattere e combattere, con crudo realismo. Il tutto però in stile “Signore degli anelli”, senza altre implicazioni e con una distinzione tra bene e male abbastanza netta che già un sedicenne è in grado di apprezzare.

Skyrim, quinto capitolo di una saga che risale al 1994 (firmato dagli americani di Bethesda Softworks), ha portato avanti le frontiere dei “mondi virtuali”. Chi vi si addentra scopre un territorio immenso in cui ci si muove liberamente in lungo e in largo ma anche “in alto”, col crescere dell’esperienza e dell’abilità. La trama segue un filo principale (un Nemico da sgominare) ma si allarga per infinite strade secondarie, senza dire che si può abbandonarla del tutto e fare di testa propria: che so, trovarsi un lavoro e una famiglia, commerciare, andare a caccia, esplorare città e contrade sconosciute. Il tutto per un arco temporale sostanzialmente infinito, che comunque potrebbe spingersi per varie centinaia di ore. Un perdita di tempo? No, secondo me, se l’azione di giocare resta in spazi definiti. Certo, la tentazione di strafare c’è sempre e quindi è opportuna un’occhiata dei genitori (che peraltro potrebbero restare affascinati a loro volta). Ecco il trailer:

Paesaggi sconfinati e clamorosamente belli, tutti da attraversare
Paesaggi sconfinati e clamorosamente belli, tutti da attraversare

L’ultima novità di Skyrim è una “scatola di montaggio” che consente di riadattare a piacere il mondo secondo la propria fantasia. C’è già che ha annunciato che fra qualche mese vedremo un mondo tolkieniano fatto e finito.

Pubblicato il 10 febbraio 2012 - Commenti (0)
02
feb

Skylander, i giocattoli si animano

Spyro è un piccolo drago buono ben noto agli appassionati di videogiochi
Spyro è un piccolo drago buono ben noto agli appassionati di videogiochi

Difendo a spada tratta la continuità tra la nostra esperienza abituale e i territori digitali: che non sono “un altro mondo” bensì (una nuova e spettacolosa) parte integrante del nostro mondo.

Tutte le iniziative che favoriscano questa integrazione mi sembrano benvenute: e il gioco, fra queste, per i ragazzi è tra le più utili perché è il loro ambito abituale. A chi pensa che i videogiochi siano incentivi all’evasione, il progetto Skylanders risponde con una robusta dose di concretezza, mettendo insieme i connotati abituali dei giocattoli con la vastità immateriale del “luoghi elettronici”.

Il piccolo drago viola, Spyro, e i suoi amici, sono personaggi ben noti nell’ambito dei videogiochi. L’aspetto innovativo di Skylanders Spyro’s Adventure, edito da Activision, consiste di collegare videogioco e giocattolo. Da una parte gli Skylander, pupazzetti collezionabili che riproducono tutta la “banda Spyro”. Dall’altra una storia di eroi e di cattivi, di mondi in pericolo e salvatori al contrattacco, da giocare “dentro” il computer. In mezzo il “portale” su cui si appoggiano i personaggi di plastica per farli entrare in gioco, ciascuno con i suoi poteri. Ogni volta che un personaggio viene attivato, la storia procede con le caratteristiche e le abilità che sono proprie di quel particolare Skylander.

Qui sotto il trailer del gioco:

Una caratteristica importante è che ogni giocattolo Skylander memorizza i livelli che ha raggiunto e i potenziamenti che ha acquisito: indipendentemente dalla console con cui lo si attiva (il gioco è in vendita per tutti i formati, compresi i portatili), si va avanti da dove si era rimasti, anche a casa di un amico e sulla sua console. È anche possibile giocare in più persone, sia per aiutarsi sia per sfidarsi.

Tanta tecnologia al servizio, per una volta, della tradizione. Chi non ha sognato che il suo personaggio preferito si animasse e fosse protagonista di chissà quali avventure? Detto fatto…

Pubblicato il 02 febbraio 2012 - Commenti (0)
21
gen

Beyblade, la trottola diventa sport

Eccola: la trottola in fase di lancio
Eccola: la trottola in fase di lancio

Dev’esserci qualcosa  di affascinante nel vorticare della trottola, se un gioco così semplice affonda le sue origini addirittura nell’epoca dei Greci e dei Romani. Un semplice cono di legno, ma così suggestivo che Cicerone lo consigliava ai giovani come alternativa più seria e salutare rispetto ai dadi.

Questo è il fumetto (manga) da cui tutto è nato. Poi come spesso accade è venuto il cartone animato (anime), un successo mondiale.
Questo è il fumetto (manga) da cui tutto è nato. Poi come spesso accade è venuto il cartone animato (anime), un successo mondiale.

Con antenati così illustri stupisce un po’ meno che sia proprio una trottola il giocattolo più venduto in assoluto l’anno passato, con tre milioni di esemplari. Si chiama Beyblade e in effetti è un’intera galleria di trottole, concepite per sfidarsi l’una con l’altra dentro speciali arene in miniatura. Come spesso succede con i giochi più semplici, le trottole che si affrontano rinviano a universi di fantasia molto più complessi: Bayblade infatti nasce come un manga in Giappone nel 1999 giunge come anime in Italia nel 2003, con ottimo successo. Che è andato accrescendosi negli anni, fino a conquistare infiniti affezionati nella fascia dai 4 ai 14 anni e oltre: non sono pochi i papà iscritti ai tornei accanto ai figli.

Le trottole Beyblade sono oggetti montabili con una quantità di accessori concepiti per farle girare più a lungo o per far cadere l’avversaria, che sono i due modi in cui si può vincere una sfida (qui sotto nel video una esibizione-fiera negli Stati Uniti). Sorprendentemente, la passione si è diffusa al punto da ottenere presso il Coni addirittura il riconoscimento in quanto disciplina sportiva: in queste settimane di gennaio sono cominciati in tutta la penisola tornei regionali organizzati dall’Associazione sportiva dilettantistica BeyBlade Italia (informazioni su www.beybladeitalia.it). Sfoceranno, a partire dal 25 febbraio, in un campionato nazionale. Il blader italiano vincente partirà per Toronto, dove lo aspetta la partecipazione ai mondiali di categoria.

Pubblicato il 21 gennaio 2012 - Commenti (0)
16
gen

Monkey Island: il gioco più divertente

Chi voglia fare la conoscenza con un videogioco simpatico, intelligente, impegnativo, piacevole, non può trovare di meglio che la saga di Monkey Island.

Che è nuova ma anche antica. Antica perché Lucas Arts (casa di produzione fondata proprio da quel George al quale dobbiamo Star Wars) l’ha proposta nel 1990, ma anche nuova perché il gioco è stato recentemente “rimasterizzato” e adattato ai computer e alle console più recenti, con parlato in inglese e sottotitoli in italiano.  Delle quattro avventure pubblicate, le prime due (che sono le più belle) sono ora disponibili in tutti i formati: The Secret of Monkey Island e Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge. C’è anche l’edizione per iPad, particolarmente azzeccata.

Monkey Island, l’“isola delle scimmie”, è il luogo in cui si svolge la storia divertente di Guybrush Treepwood, un ragazzo che desidera diventare pirata. In una scenografia simpatica e divertente in stile cartoon, si procede passo passo verso l’evoluzione della vicenda, che è ovviamente interattiva e comporta la scelta fra numerose alternative, come si può vedere bene nel filmato seguente.

The Secret of Monkey Island può vantare qualità eccellenti sia sotto il profilo della sceneggiatura (i dialoghi sono imperdibili), sia sotto quello della scenografia e della musica (tra le prime colonne sonore originali e adatte a una fruizione da videogioco).

È un gioco che può affascinare bambini, ragazzi, adulti. Per inciso, può essere anche un’ottima  “scuola di lingua”: ho visto il figlio di un amico imparare a leggere sui testi di Monkey, pur di andare avanti con l'avventura…

Pubblicato il 16 gennaio 2012 - Commenti (0)
04
gen

Non abbandoniamoli al gioco

Le foto sono riferite al Fiuggi Family Festival.
Le foto sono riferite al Fiuggi Family Festival.

Buon anno. Un anno che comincia denso di incognite ma con una certezza: la famiglia è più che mai il rifugio che può proteggere ed educare in un mondo in cui qualsiasi sicurezza sociale ed economica sembra esposto a una crisi di sistema che è anche crisi di valori.

 

     In questo contesto tornare a parlare di giochi è tutt’altro che banale, posto che nel gioco si concentra una parte non piccola dell’impegno familiare dove tutti i membri “mettono in gioco”, appunto, sé stessi, il loro desiderio sincero di conoscersi meglio e – pur con le ovvie e importanti differenze di età, di maturità e di ruolo – procedere insieme.

Non mi sembra inutile da questo punto di vista insistere sul fatto che è invece negativo disinteressarsi del gioco dei figli. Specie se si tratta di giochi interattivi e digitali, che a fronte di una grande semplicità di approccio e di un’altrettanto notevole capacità di coinvolgere, investono bambini e ragazzi con una enorme forza d’impatto emozionale, razionale ed etico. Davvero non c’è niente di banale nei videogiochi.

     Interessarsene, per genitori e nonni, non può d’altra parte significare – di fatto sarebbe impossibile farlo sempre o anche spesso – che l’adulto s’immerga nel gioco quanto il giovane, o che ne sorvegli ogni mossa. Sarebbe anche controproducente. A mio parere conviene comportarsi come si fa – o sarebbe opportuno fare – con qualsiasi libro o film che entri in casa: sapere che c’è, di che parla, con quale tono.

    Più in generale, credo che sia essenziale mostrare interesse al di là dell’incompetenza che quasi tutti gli adulti possiedono nei confronti di questo mondo. Il messaggio è: non sei solo, m’importa quello che fai, lo ritengo interessante e positivo, perciò non sentirti solo. Invece è molto negativo far passare messaggi del tipo “basta che stai tranquillo e non rompi le scatole puoi fare quello che vuoi”.

     È questo l’abbandono pericoloso, quello che induce insicurezza e che trasforma il gioco in fuga ed evasione: ovvero nella forma più dolente ed autolesionistica di ribellione familiare, quella silenziosa e solitaria.

Pubblicato il 04 gennaio 2012 - Commenti (0)
13
dic

Videogiochi per Natale?

Già che siamo in zona doni, conviene davvero regalare videogiochi ai propri figli? Diciamo che conviene partire da un dato di fatto, quello cioè che tutti i bambini hanno confidenza col mondo dei “giochi elettronici”. Basta vedere con che disinvoltura maneggiano anche i telefonini dei genitori alla ricerca di “app” delle quali il proprietario nemmeno sospettava l’esistenza. Orientare questi interessi è utile, reprimerli è pressoché impossibile e chissà se opportuno.

Quasi tutti i videogiochi sono come minimo innocui e spesso validi se si rispettano alcune semplici regole: sceglierli adatti all’età e fissare regole chiare sulla durata dei momenti di gioco. Oltre a questo, si può con un po’ di furbizia proporre qualche gioco particolarmente adatto a una fruizione collettiva: "Go Vacation", per Wii Nintendo (Namco, 7 anni), è per esempio un “pacchetto” di cinquanta minigiochi pensati per divertirsi insieme.

Completamente diversa è l’ambientazione di “Zelda Skyward Sword” (Nintendo Wii, 12 anni), suggestiva avventura con mostri, maghi e duelli che fa parte di una serie tra le più amate.Ecco un video riassuntivo:

Ecco Rayman. La sua prima apparizione è del 1995
Ecco Rayman. La sua prima apparizione è del 1995

Invece “Le avventure di Tintin: il videogioco” (Ubisoft, per tutte le piattaforme, 12 anni) è uno di quei giochi pensati per far rivivere le atmosfere di un film di successo..

“Rayman origins” (Wii, Xbox, Ps3, Ubisoft, 7 anni) mette in scena un classico dei personaggi “platform”, mentre “Pugni a volontà” (Deep Silver, 12 anni), per DS3, ripropone personaggi e ambientazioni dell’omonima serie Cartoon Network. “The Gun Stringer” (Microsoft, 12 anni), pensato per chi ha Kinect, racconta di un classico mondo West tutto cazzotti e revolverate: certo non manca la violenza, ma virata in chiave surreale.

Volto pagina. Decisamente per adulti, come clima narrativo e scenografie, un gioco di cui abbiamo già parlato, la storia poliziesca “L.A.Noire” (Rockstar, 18 anni), di cui è ora disponibile la versione pc, così come l'intrigo rinascimentale “Assassin’s Creed Revelations” (Ubisoft, 18 anni), per tutte le piattaforme. Se qualche papà vuole concedersi una passeggiata in due mondi criminali-avventurosi straordinariamente congegnati, lo faccia senza lasciare in giro il dvd. È come concedersi film come “Il padrino” o “Blade”: belli, ma non adatti a tutta la famiglia.

Pubblicato il 13 dicembre 2011 - Commenti (0)
09
dic

Consigli per Natale

Conigli ma per niente timidi, i Rabbids
Conigli ma per niente timidi, i Rabbids

Natale si avvicina e butto giù qualche consiglio natalizio in tema di videogiochi. Niente di straordinario, ma qualcosa di simpatico. In primo luogo, prego i lettori di tener conto dei giudizi già dati su altri giochi in precedenza.

In secondo luogo, sarà un Natale tecnologico, nel senso che alcune console recenti puntano tutto sulla loro unicità. Vale soprattutto per Xbox di Microsoft, che da quando si è dotato di Kinect ha proposto giochi basati sull’inedita possibilità di interagire col proprio corpo, senza controller né telecomandi. Molti di questi giochi sono pensati appositamente per un uso familiare, con parecchi giocatori che si affrontano davanti allo schermo.

Per esempio, una divertente follia predomina in “Rabbids Fuori di schermo” (Ubisoft, da 7 anni in su), una serie di 40 minigiochi “social”, cioè pensati per l’uso familiare, e basati su Kinect.  “The Penguins of Madagascar Dr. Blowhole returns” (THQ, 7 anni) celebra la prosecuzione delle avventure dei pinguini del film in formato interattivo. È un cosiddetto “puzzle-game”, ovvero un videogioco suddiviso in minitappe ogni volta diverse. Disponibile in tutti i formati di console, compreso Xbox-Kinect.

Per chi vuole scatenarsi nel proprio soggiorno, tre “giochi di ballo”: Dance Central 2 (Harmonix, 12 anni) per Xbox con sensore Kinect, Just Dance 3 (Ubisoft, 3 anni), per tutte le piattaforme, e “The Black Eyed Peas Experience” (Ubisoft, 12 anni) consente di immedesimarsi nelle coreografie e nei balletti dell’omonima band.

Invece “F1 2011”, per Xbox, PS3 3Ds e pc (Codemasters, 3 anni), ci immerge nel mondo della Formula 1 con impressionante realismo. Sulla griglia di partenza ci siamo anche noi, neanche avessimo la monoposto nel soggiorno di casa. Provare per credere, da soli, contro un avversario o addirittura disputando un Gran Premio in rete, con molti concorrenti non meno agguerriti di noi. Ancora più realistico è Forza Motorsport 4 (Microsoft Studios, 3 anni), che però è solo per Xbox.

A presto per altri consigli.

 

Pubblicato il 09 dicembre 2011 - Commenti (0)
01
dic

Videogiochi e mamme, l'incontro

“Ti intendi di Nintendo”? Gioco di parole che introduce a un pomeriggio dedicato alle mamme che vogliono capire qualcosa in più di videogiochi. A Milano, martedì 6 dicembre, dalle 17 alle 18,30, nella Mediateca S. Teresa (via Moscova 28), il Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione (Spaee) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano farà il punto sul “giocare consapevole” con le famiglie presenti.

Si parlerà in particolare dell’uso della console portatile Nintendo Ds, con la variante ultima nata “3DS”, quella che consente una visione tridimensionale. Ciascuno è invitato a portare la propria console, anche se alcune saranno disponibili per chi ne avesse bisogno.

Per Spaee sarà presente la prof. Manuela Cantoia, docente di Psicologia Generale dell’Università Cattolica. L’incontro è stato ideato per offrire supporto alle mamme su due aspetti. Il primo è di carattere psico-pedagogico  riguarda sia paure e dubbi sia criteri per valutare i giochi e selezionare quelli più adatti. Il secondo aspetto, più tecnico, concerne l’uso della console e le sue funzioni.

L’iniziativa mi sembra interessante soprattutto perché affronta il videogioco in famiglia nella prospettiva che mi sembra più feconda, quella dei linguaggi: fa avvicinare i genitori (non credo che qualche papà sarebbe respinto sull’uscio) al mondo tutt’altro che banale dei giochi e glieli fa conoscere. Siccome la conoscenza è la prima tappa di qualsiasi relazione, in definitiva così facendo si riduce la distanza con le passioni e le abitudini in cui i nostri figli sono immersi.


Pubblicato il 01 dicembre 2011 - Commenti (1)
28
nov

Papà, perché non giochi con me?

In questa e nelle immagini successive, famiglie in campo (...o "sul tavolo"?) nella Settimana del gioco da tavolo
In questa e nelle immagini successive, famiglie in campo (...o "sul tavolo"?) nella Settimana del gioco da tavolo

La Settimana del gioco da tavolo si è appena conclusa ma mi è arrivata sul tavolo l’interessante ricerca condotta dalla Bottega dell’educare della Onlus Pepita (cooperativa sociale che si occupa di progetti educativi in tutta Italia), su un campione di 500 ragazzi di cui 250 al nord e 250 al sud, di età compresa tra i 6 e i 13 anni.

Argomento: come si gioca in famiglia.

Facendo un confronto con il resto d’Europa si apprende che i genitori italiani sono quelli che trascorrono il minor tempo insieme ai propri figli: in media quindici minuti al giorno. Addirittura, il 16% dei bambini del Nord lamenta il fatto che i genitori non giocano mai insieme a loro. In altri Paesi europei i genitori si mostrano più attenti: in Norvegia, per esempio, giocano con i figli circa 30 minuti al giorno, in Spagna 35.

Al Nord il 26,4% dei genitori dedica meno di un’ora al giorno al gioco con i figli. Il 9,2%  dedica più di due ore, mentre il 16% non gioca mai con i figli e il 48,4% risponde che lo fa “appena può”. Quest’ultimo dato potrebbe però riferirsi a un genitore che dedica solo 5 minuti sparsi all’interno di una giornata. Quindi va valutato con attenzione, soprattutto perché il tempo da dedicare al gioco è uno spazio che ha bisogno di essere strutturato, organizzato, atteso. Senza una pianificazione, un appuntamento condiviso, il bambino potrebbe non cogliere il piacere e il desiderio che il proprio genitore ha di giocare e di passare del tempo con lui.

La situazione al Sud non sembra essere diversa: 40,4% dei genitori dedica meno di un’ora al giorno al gioco con i figli, il 26,4% più di due ore, mentre il 33,2% lo fa “appena può”. Unico dato che segna una netta differenza è quello riguardante la riposta “mai”. Nessuno dei ragazzi intervistati ha dichiarato che i propri genitori non passano mai del tempo a giocare con loro, diversamente da quanto invece affermato dai ragazzi del Nord (16%).

Tornando ai giochi in scatola, ciò che emerge dall’indagine è che sono più conosciuti al Nord che al Sud. Quelli più apprezzati sono Monopoly, Cluedo e Indovina Chi, addirittura più popolari del Gioco dell’Oca, degli Scacchi e del vecchio labirinto. La cultura del gioco di società tuttavia sembra essere decisamente più diffusa al Nord.

Ognuno tragga le proprie conclusioni. Per conto mio non credo che si possa stabilire un’equivalenza tra “passare tempo insieme” e “giocare insieme” tra genitori e figli. D’altra parte giocare insieme può in vari casi essere una risposta adeguata al bisogno di vicinanza familiare.

Pubblicato il 28 novembre 2011 - Commenti (0)
19
nov

Hai un tavolo? Giochiamo!

Week-end nutritissimo di tornei e partite alla Settimana del gioco che si chiude domenica. Su www.staserasigioca.it sono indicate tutte le città che propongono iniziative. Ne ho scelte alcune a caso, ma ciascuno vada a cercarsi quelle più vicine a lui…

 

Roma, 19 novembre – Dalle 16 alle 22 giochi e tornei in piazza S. Maria della Pietà 5.

Barletta, 19 e 20 novembre. Presso l’Ipercoop insieme all’associazione Ludica Torre Magica.

Venezia: sabato 19 novembre dalle 14.30 alle 21.30: Sala S. Leonardo – Cannaregio; domenica 20 novembre dalle 14.30 alle 21.30: Ex Palaplip, Via San Donà 195 – Mestre.

Milano: BoardGames Society/Tana dei Goblin invita a giocare il 19 e 20. Via Sant'Uguzzone 8, (MM1 Villa San Giovanni).

Torino: il 20 novembre all'oratorio Don Orione, P.zza Montale.

Ascoli Piceno: il 20 dalle 15 alle 19 in Sala Docens - Piazza Roma, 6.

Novara: il 20 in oratorio a Castelletto Sopra Ticino.

Intensa partecipazione universitaria alla Settimana del gioco. Da Brescia a Roma, fino ad arrivare a Palermo, dieci associazioni studentesche hanno organizzato sessioni di gioco, con tornei all’ultima pedina. Ecco l’elenco delle Università che hanno aderito all’iniziativa:

  1. Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
  2. Università di Urbino
  3. Politecnico di Torino- Jetop
  4. Luiss Guido Carli
  5. Università del Studi di Palermo -RUM
  6. Università degli studi di Brescia
  7. Università di Parma- Aisa
  8. Università degli Studi di Camerino- Aure
  9. Università degli Studi di Trento
  10. Università degli Studi di Perugia

Su www.staserasigioca.it altre informazioni sugli eventi in programma.

Pubblicato il 19 novembre 2011 - Commenti (0)
13
nov

La Settimana del gioco da tavolo è cominciata

La "zona Cluedo"
La "zona Cluedo"

Sembrava la traduzione dei sogni di un bambino: uno spazio immenso pieno zeppo di giochi, e di persone che giocavano. E non erano solo bambini: mamme, papà, nonni, e ragazzi più grandi insieme a quelli più piccini che avevano un loro grande angolo con giochi adatti a loro.

La "zona Twister"
La "zona Twister"

“Stasera si gioca” è stato il momento inaugurale della Settimana del gioco, celebrato al milanese Forum di Assago. Tutto il pomeriggio di sabato 12 è stato dedicato a tornei a eliminazione tra centinaia di famiglie, suddivisi in spazi tematici dominati da grandi insegne con il nome e la grafica di ogni gioco. Primeggiavano naturalmente i “continenti” dedicati a Monopoly e a Cluedo, ma, ovunque cadesse, l’occhio scorgeva tavoli impegnati in scontri accaniti quanto allegri.

Il video e le foto allegate raccontano meglio delle parole quanto è successo.
La scolaresca che ha vinto il concorso “Creatività in scatola” è la Scuola Primaria Gigi Ghirotti di Creazzo (Vicenza) con le classi 5° A e B. Hanno infatti inventato il gioco di società Divertiland, grazie al quale imparare anche i numeri decimali.

A presto per aggiornamenti.

I vincitori della Scuola Primaria Gigi Ghirotti di Creazzo (Vicenza)
I vincitori della Scuola Primaria Gigi Ghirotti di Creazzo (Vicenza)

Qualche riga conclusiva per ricordare altri momenti di gioco in programma (il diario completo è comunque su www.staserasigioca.it). Corato, 14 novembre: L'associazione Gocce dell'Oceano organizza una serata interamente dedicata alle famiglie e ai bambini presso il ristorante pizzeria Deja Vu. Dalle 17:30 alle 19:30 si gioca in società con Hasbro. Dalle 19:30 alle 20:15 premiazione dei bambini partecipanti.  Dalle 20:30 alle 22:30 snack per tutti!
Macerata, 14 novembre: dal 14 al 19 ottobre presso la biblioteca Mozzi-Borghetti di Macerata tornei di Monopoly, Trivial Pursuit e Cluedo.    
Grosseto, 15-18-20 novembre: Bandus con Hasbro e la Tana dei Goblin propone tre pomeriggi e serate di gioco.

 

Pubblicato il 13 novembre 2011 - Commenti (0)
03
nov

50 famiglie "vincono" Assago!

Conto alla rovescia per la Settimana del gioco in scatola, dal 12 al 20 novembre. Un’iniziativa che mi entusiasma, perché da sempre sono convinto che quello del gioco (e del gioco da tavolo in particolare) sia un momento importantissimo nella vita familiare, perché fa stare assieme grandi e piccini e li aiuta a comunicare in maniera (appunto) giocosa, che è tra le più serie per avere rapporti saldi e sinceri.

E quindi questo blog ha deciso di seguire con attenzione i “lavori” della Settimana, informando i suoi lettori sugli eventi principali. Più o meno giorno dopo giorno informeremo su ciò che accade da un capo all’altro dello Stivale, in maniera che chi può e vuole possa partecipare.

Cominciamo, naturalmente, dall’inaugurazione milanese. E a questo proposito ho subito da annunciare che le prime 50 famiglie che, letto questo post, si registreranno sul sito www.staserasigioca.it, saranno inserite tra le 250 che si contenderanno il titolo di “famiglia in gioco 2011”, il prossimo 12 novembre dalle 15.00 alle 20.00, nella giornata inaugurale della Settimana che si terrà al Mediolanum Forum di Assago. Partecipando a un megatorneo, le famiglie selezionate avranno 5 ore di tempo per guadagnare più “punti famiglia” possibile partecipando ai tornei di 15 classici del gioco in scatola (Monopoly, Trivial Pursuit, Cluedo, Indovina chi, Forza 4, Taboo, Twister, eccetera, più alcune novità) a cui ci si potrà sfidare nelle 200 postazioni predisposte. Ricchi premi ai vincitori ma anche a ogni partecipante.

Una "gigamonopolata" che si è svolta a Sanremo
Una "gigamonopolata" che si è svolta a Sanremo

La Settimana del gioco è patrocinata dall’Assessorato alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale dalla Regione Lombardia. La giornata di Assago dà il via agli eventi che costelleranno la Settimana del gioco in scatola in città di tutta Italia. A presto per aggiornamenti “localizzati”.

Pubblicato il 03 novembre 2011 - Commenti (0)
31
ott

"Games Week", videogiochi a Milano

In preparazione a GW, una trasformazione notturna del Naviglio Grande milanese nel gioco Tetris
In preparazione a GW, una trasformazione notturna del Naviglio Grande milanese nel gioco Tetris

Un grande evento per chi ama i videogiochi: la prossima settimana a Milano si celebra la prima “Games Week”, momento d’incontro tra tutti i produttori grandi e piccoli e il pubblico degli appassionati, dei curiosi, delle famiglie.

Sarà un momento significativo per due ragioni. La prima, mostrerà la forza del mondo videogame, che vanta cifre impressionanti. In Italia, fatturato complessivo 2010 un miliardo e cento milioni, 33 giochi al minuto, 5 console al minuto, 2 famiglie su 3 posseggono una console.

La seconda ragione, che a noi importa di più, è che le persone e le famiglie, andando a vedere gli sfavillanti padiglioni di Games Week, potranno fare i conti con la propria "anima". Nel senso che tutto questo risplendere di tecnologia e fantasia, per varcare la soglia di casa, ha bisogno di essere riportato a misura di famiglia, che è anzitutto anima e non oggetti. L’ho detto molte volte ma lo ripeto senza esitare: i videogiochi non possono essere un parcheggio per bambini o ragazzi "fastidiosi", né si può affidare solo a questi il giudizio su quali giochi siano o non siano opportuni per loro.

Dal 4 al 6 novembre, al MiCo di Fieramilanocity. Ingresso da Viale Eginardo (Gate 2) o Piazzale Carlo Magno, 1 (Gate 17). I biglietti costano 10 euro (5 i ridotti). Tutte le notizie su www.gamesweek.it. Qui sotto la creazione del "Tetris fluviale" allestito per presentare Games Week.

Pubblicato il 31 ottobre 2011 - Commenti (0)
24
ott

Pinguini e bolidi monoposto

Ecco due videogiochi che in comune hanno soltanto l’essere gradevoli: “The Penguins of Madagascar Dr. Blowhole returns” celebra la prosecuzione delle avventure dei pinguini del celebre film in formato interattivo. È un cosiddetto “puzzle-game”, ovvero un videogioco suddiviso in minitappe ogni volta diverse. Segnalo che, benché sia disponibile in tutti i formati di console, la versione per Xbox che prevede Kinect (l’accessorio per interagire col proprio corpo, senza controller) è simpatica perché consente di immedesimarsi. Ecco un video, in inglese, che mostra alcune fasi di gioco:

Invece “F1 2011”, per Xbox, PS3 3Ds e pc, ci immerge nel mondo della Formula 1 con impressionante realismo. Sulla griglia di partenza ci siamo anche noi, neanche avessimo la monoposto nel soggiorno di casa. Provare per credere, da soli, contro un avversario o addirittura disputando un Gran Premio in rete, con molti concorrenti non meno agguerriti di noi. Di seguito il trailer:

Simili titoli mirabolanti e sofisticati, alla fin fine, non sono più che – appunto – giochi, senza raffinati retropensieri culturali.

Pubblicato il 24 ottobre 2011 - Commenti (0)

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Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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