28
lug
Hai visto mai
Un lungo e severo periodo di
siccità ha recentemente scatenato una grave
crisi umanitaria in Africa Orientale, colpita dalla
peggior carestia degli ultimi 20 anni. La scarsità di cibo sta mettendo a serio pericolo la vita di quasi 12 milioni di persone sparse fra Gibuti, Kenya, Somalia ed Etiopia, e purtroppo, come illustrato dall’immagine ricostruita grazie ai dati raccolti dai
satelliti della NOAA, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Il satellite NOAA-18 in particolare ha osservato, tra aprile e giugno di quest’anno, attraverso tutta l’Africa, il grado di crescita della vegetazione, comprese quelle colture da cui si ricava il raccolto estivo: un particolare strumento, lo
AVHRR (Advanced Very High Resolution Radiometer), ha difatti misurato la quantità di luce assorbita dalle piante durante la fotosintesi, calcolando di conseguenza lo stato di salute della vegetazione (più luce assorbita significa più fotosintesi e quindi vegetazione più rigogliosa).
Nell’immagine in particolare sono colorate in verde le regioni caratterizzate da maggior assorbimento di luce e quindi da piante in buona salute, mentre le varie tonalità di marrone indicano quelle aree in cui la vegetazione (e quindi anche i raccolti) è cresciuta poco (più è scura la colorazione, maggiore è la sofferenza della copertura vegetale). Ebbene, vaste zone dell’Africa Orientale, in particolare nel Corno d’Africa, appaiono colorate di un marrone acceso, indizio del fatto che, a causa del prolungato periodo di siccità, nelle prossime settimane i contadini della regione devono attendersi magri raccolti, con un conseguente aggravamento della carestia.
Pubblicato il
28 luglio 2011 - Commenti
(0)
27
lug
Clima e salute
I
raggi ultravioletti (UV) possono provocare disturbi fastidiosi anche agli occhi, come la secchezza, perché sole e caldo fanno evaporare la pellicola lacrimale causando bruciori e difficoltà ad aprire le palpebre. Ecco perché i raggi UV debbono essere sempre filtrati con
occhiali protettivi. Non c’è nessun relazione tra quanto è scura una lente e la sua capacità di bloccare i raggi UV. Quello che invece importa è verificare che sugli occhiali ci sia il marchio CE, che ne garantisce la capacità filtrante. Gli occhiali scuri senza filtro UV non solo sono inutili ma addirittura dannosi: infatti con la lente scura le pupille si dilatano e in questo modo lasciano passare una dose maggiore di raggi UV. Oggi esistono anche
lenti alla melanina sintetica che offrono una maggiore protezione e una migliore percezione dei colori. E vi sono anche lenti a contatto con filtro UV. Le lenti CE debbono essere graduate in maniera di assorbire più o meno luce a seconda delle circostanze. In condizioni normali sono sufficienti lenti con un grado di assorbimento del 60-80%. Ma con luce intensa e con riverbero (in barca, sulla neve) il grado di assorbimento deve essere del 90-95%. Al momento dell’acquisto è pertanto necessario verificare che la lente riporti la categoria del
potere filtrante, indicato con un numero che va da zero a 4, secondo la seguente legenda:
0: per interni o cielo coperto; .
1: con cielo nuvoloso;
2: con cielo velato o in città;
3: luminosità forte, come al mare o in montagna;
4: luce solare molto forte come in alta montagna, sui ghiacciai, negli sport acquatici.
Sono
sconsigliate invece
lenti con una cromatura graduale (più scure nella parte superiore, più chiare nella parte inferiore), in quanto la luce non penetra soltanto dall’alto, anzi, in determinate situazioni, quali sull’acqua o sulla neve, la luce riflessa dal basso è particolarmente intensa. Porre attenzione anche alla
grandezza degli occhiali da sole: quelli di piccole dimensioni vanno di moda, ma non sono quelli che offrono la protezione migliore perché più sono grandi e più vi riparano dai raggi dannosi. In acqua o sulla neve dovrebbero essere utilizzati addirittura occhiali da sole con alette.
Pubblicato il
27 luglio 2011 - Commenti
(0)
26
lug
Diventa metereologo
Vento e temperatura
Con venti superiori a 4-5 metri al secondo l’aria subisce un forte rimescolamento verticale tra gli strati adiacenti il suolo e quelli superiori cosicché, di giorno, l’aria calda a contatto del suolo surriscaldato viene ben rimescolata con quella meno calda delle prime centinaia di metri. Di conseguenza
la temperatura massima tende ad assumere valori più bassi rispetto alle condizioni di calma di vento.
Analogamente di notte i venti moderati o forti tendono a rimescolare l’aria più fredda prossima al suolo – perché ha dovuto cedere calore al suolo che si è raffreddato per primo per irraggiamento - con quella più calda oltre 100-200 metri di quota, cosicché
la temperatura minima tende ad essere più elevata rispetto alle situazioni con venti deboli.
Anche
le brezze che tra maggio e ottobre soffiano lungo le coste influenzano la temperatura. In particolare le brezze di mare quando raggiungono la coste portano aria più fresca e pertanto, al loro arrivo, la temperatura seguita, sì, ad aumentare ma un po’ più lentamente. L’effetto si propaga poi verso l’interno, alla velocità di 10 km circa all’ora e fino a 20-25 km dalla costa. Questo significa che l’effetto refrigerio arriva nelle zone più interne intorno alle ore 12-13 del mattino.
Alte pressioni e temperatura
Le
alte pressioni, oltre a favorire condizioni di cielo sereno,
tendono a far aumentare anche il valore sia della temperatura massima che di quella minima, rispetto alle situazioni nella quali è invece presente in loco cielo sereno ma anche senza un’alta pressione. Infatti nella alte pressioni sono sempre presenti lenti moti discendenti (subsidenza), dell’ordine di 2-3 cm al secondo, e che trascinano l’aria posta a 8-10 km di altezza ( ovvero introno 200-300 hPa) verso il suolo (ovvero verso pressioni intorno 1000 hPa). In questa lenta discesa l’aria è quindi costretta a muoversi da pressioni minori a pressioni maggiori. La conseguente compressione provoca nella particella d’aria che giunge al suolo un surriscaldamento che si aggiunge a quello comunicata dal suolo alla massa d’aria attraverso la convezione, la turbolenza e l’irraggiamento.
Pubblicato il
26 luglio 2011 - Commenti
(0)
25
lug
Curiosando
Secondo la tradizione popolare di tutto il mondo i terremoti sarebbero eventi più probabili quando l’aria è calma, calda e afosa. A sostenere per primo la teoria fu addirittura
Aristotele nella sua opera
“Meteorologica”, ove tra l’altro confutava le teorie di illustri suoi predecessori: quella di Anassimene, secondo il quale i terremoti sarebbero invece stati scatenati dal brusco passaggio da suolo umido a suolo bagnato e viceversa, nonché la teoria di Anassagora per il quale i terremoti erano la conseguenza di brusche irruzioni dell’aria nelle cavità della terra e infine quella di Democrito il quale attribuiva il fenomeno alle piogge torrenziali.
Ovviamente oggigiorno la scienza nega una correlazione tra i terremoti e
lo stato dell’atmosfera, anche sulla base dei rilevamenti sperimentali,
quali quelli effettuati negli anni ‘70 dallo scienziato giapponese
F.Omori il quale decise di verificare appunto la fondatezza dell’“aria
da terremoto”. Allo scopo analizzò le condizioni atmosferiche presenti
poco prima dei diciotto terremoti più violenti accaduti fin allora in
Giappone. Il responso fu inequivocabile: mai le scosse telluriche erano
state preannunciate da giornate calde, afose e senza vento.
Pubblicato il
25 luglio 2011 - Commenti
(0)
21
lug
Hai visto mai
I numerosi satelliti meteorologici in
orbita attorno alla Terra, oltre a fornire una gran quantità di
preziose informazioni utili per la ricerca scientifica e per le previsioni del tempo, vengono talvolta utilizzati anche per un altro importantissimo scopo, di cui però la
maggior parte delle persone non è a conoscenza: le operazioni di ricerca e soccorso che si svolgono attraverso tutto il Pianeta. Tutto avviene all’interno di un programma internazionale, il
COSPAS-SARSAT, che fornisce sostegno alle operazioni di salvataggio in atto in ogni luogo del Mondo: ideato da
Canada,
Francia,
USA e
Russia il sistema è progettato per assistere, attraverso l’utilizzo di diverse reti satellitari (fra cui appunto quelle normalmente utilizzate per scopi meteorologici), le operazioni di soccorso e nel corso degli anni ha raccolto l’adesione di numerosi altri paesi, fra cui anche l’
Italia.
L’internazionalità del programma si riflette anche nella sua sigla, che per descriverne le principali attività unisce un acronimo russo e uno americano: COSPAS sta difatti per "Cosmichheskaya Sistyema Poiska Avariynich Sudov", che in russo significa Sistema Spaziale per la Ricerca delle Navi in Pericolo, mentre il termine SARSAT indica le parole inglesi “Search and Rescue Satellite Aided Tracking system”, ovvero Sistema Satellitare di Localizzazione per la Ricerca e Soccorso. Ebbene nel corso del 2010 il programma COSPAS-SARSAT ha contribuito a salvare nel Mondo la vita di 2338 persone, in diverse missioni di soccorso indicate, nella mappa riprodotta dagli analisti della NOAA, dai pallini di colore verde.
Pubblicato il
21 luglio 2011 - Commenti
(0)
20
lug
L'indice UV relativa agli stati europei.
Clima e salute
Allo scopo di quantificare il rapporto tra l’esposizione ai
raggi ultravioletti (UV) e il livello di rischio per la nostra pelle e i nostri occhi, l’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’
Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) suggeriscono l’impiego dell’”
indice UV”.
L’indice esprime, in una
scala da 1 a 12, la presunta dose di raggi UV che raggiunge il nostro corpo,
tenuto conto della concentrazione attuale di ozono stratosferico, della latitudine,
longitudine e
altitudine del luogo, del
giorno e del
mese, dell’ora del giorno e dello stato del cielo. Sulla base dell’indice è posbbile stabilire, per ogni fototipo, il rischio di danni alla pelle (vedi tabella sotto).
Sulla base di tale indice si può anche stabilire, per ogni tipo di pelle, quanti minuti si può stare esposti al solo senza subire danni e quali e le eventuali protezioni da impiegare ( vedi tabella sotto).
Nella Fig. 1 è riportato il valore dell’indice previsto per il giorno 9.7.2011 in Italia dal sito europeo http://www.woitalia.it/weather/maps/forecastmaps
Pubblicato il
20 luglio 2011 - Commenti
(0)
19
lug
Diventa metereologo
- Cielo sereno e venti deboli (inferiori a 2-3 metri al secondo)
In questo caso la radiazione solare raggiunge il valore massimo possibile e pertanto vi è da attendere che la temperatura massima giornaliera Tx assuma valori superiori, di 2-3 gradi, a quelli medi climatici del luogo. Ma con cielo sereno e venti deboli è massima anche la perdita di calore per irraggiamento nell’infrarosso cosicché la temperatura minima giornaliera Tn tende ad assumere invece valori inferiori, di 2-3 gradi, alle medie climatiche. Sempre con cielo sereno e venti deboli la Tx viene raggiunta, in estate intorno alle 16-17 locali e in inverno intorno alle 14-15. La temperatura minima invece si verifica, sempre sotto le condizioni di partenza, intorno all’alba.
- Cielo con nuvole ma venti deboli
In questo caso la Tx risulta più contenuta, rispetto alle condizioni con cielo sereno, a seguito della minore energia solare in arrivo al suolo. La Tn invece è più alta, sempre rispetto alle situazioni con cielo sereno, perché la presenza di nuvole sta ad indicare che nell’atmosfera del luogo vi è una forte concentrazione di vapore acqueo e quindi una altrettanto forte restituzione al suolo, per effetto serra, del calore perso di notte per irraggiamento nell’infrarosso. La tabelle sotto sintetizza, seppure in prima approssimazione, le variazioni, rispetto alle condizioni di cielo sereno, della temperatura massima Tx e di quella minima Tn a seconda del gradi di copertura del cielo da nubi medio-basse.
Copertura cielo (in ottavi)
|
Variazione Tx (in °C) |
Variazione in Tn (in °C)
|
< 3
|
0 |
0 |
3-5 |
-1 |
+1 |
6-7 |
-2 |
+3 |
8 |
-3
|
+4
|
La pioggia tende ad abbassare la temperatura sia perché in genere quando piove in modo più o meno continuo il cielo è per lo più coperto ma anche perché una parte della pioggia, raggiunto il suolo, evapora di nuovo nell’aria sovrastante, a spese del calore sottratto al suolo e all’aria ad esso adiacente. Il raffreddamento è ovviamente tanto maggiore quanto più la pioggia è intensa. Ecco comunque qui di seguito una stima grossolana della variazione di Tx e di Tn, rispetto alle condizioni di cielo sereno.
Intensità pioggia (mm all'ora)
|
Variazione Tx (in °C) |
Variazione in Tn (in °C)
|
Debole (<2)
|
-4 |
+3 |
Moderata (da 2 a 6)
|
-5 |
+2 |
Forte (da 6 a 10)
|
-6
|
-3 |
Forte rovescio (>10)
|
-10
|
-6
|
Pubblicato il
19 luglio 2011 - Commenti
(0)
18
lug
Un tifone tropicale.
Curiosando
I cicloni tropicali sono tipiche perturbazioni della fascia tropicale dall’inconfondibile forma a spirale con un “occhio” nella parte centrale,
diametro intorno dai 300-500 km, piogge torrenziali, venti violentissimi,
spesso fino a più di 250-300 Km/ora.
I cicloni tropicali prendono il nome Il nome di Tifone nel
Pacifico,
Uragano nell’Atlantico,
Ciclone nell’Oceano Indiano,
Willy-Willy in Australia.
Si formano solo sugli oceani molto caldi e in particolare al di sopra delle aree marine ove la temperatura della acque superficiali superi i
26-27 °C.
In questi casi l’aria degli strati più bassi, surriscaldata dall’acqua, diviene molto più leggera di quella circostante e, spinta verso l’alto, condensa sotto forma di imponenti nubi temporalesche l’enorme umidità sottratta all’oceano.
Per di più la colonna d’aria calda in ascesa, essendo più leggera dell’ambiente circostante, genera al suolo un profondo vortice di bassa pressione (fino a 940 hPa nella parte centrale) intorno al quale ruota, a forma di spirale, tutto l’ammasso nuvoloso.
La regione sgombra di nubi nel suo centro – l’occhio del ciclone – si genera perché parte dell’aria che sale ricade poi verso il centro del ciclone ove per compressione e riscaldamento dissolve le nubi in formazione.
Pubblicato il
18 luglio 2011 - Commenti
(0)
14
lug
Hai visto mai
Negli ultimi decenni spesso importanti informazioni e interessanti immagini riguardanti gli eventi atmosferici in atto sulla Terra ci sono giunte, oltre che dai satelliti in orbita attorno al Pianeta, anche dalle
missioni degli Shuttle della NASA.
In effetti durante le numerose missioni gli astronauti oltre a effettuare interessanti esperimenti in condizioni di gravità zero, riguardanti tra l’altro pure la
Meteorologia, spesso si sono trovati anche a osservare e
fotografare da una posizione privilegiata violenti uragani piuttosto che colossali eruzioni vulcaniche e vasti e furiosi incendi. Purtroppo però le
Scienze della Terra, compresa la Meteorologia, nel prossimo futuro non potranno più fare affidamento su questa preziosa risorsa aggiuntiva: nel tardo mattino di venerdì scorso, 8 luglio 2011,
il Mondo ha assistito difatti all’ultimo decollo di uno Shuttle della NASA.
Quella dello Shuttle Atlantis partito venerdì 8 con a bordo quattro astronauti è stata la 135° missione del programma americano STS (Space Transportation System), iniziato ufficialmente circa trent’anni fa con il primo lancio nell’aprile 1981, e conclusosi appunto con quest’ultimo volo. Delle quattro navicelle inizialmente progettate e costruite, nel corso di questi decenni due, la Challenger e la Columbia, sono purtroppo andate incontro a disastrosi incidenti (rispettivamente nel 1986 e nel 2003) che sono costati la vita nel complesso a 14 astronauti, mentre le due restanti, l’Atlantis e l’Endeavour andranno ora a impreziosire i musei della NASA sulla conquista dello Spazio.
Pubblicato il
14 luglio 2011 - Commenti
(0)
13
lug
L'afa fa percepire al nostro corpo una temperatura più alta di quella reale.
Clima e salute
Quale è la causa dell’afa? La presenza simultanea di
valori elevati di temperatura ed umidità dell’aria. Infatti in tali condizioni il corpo ha difficoltà a refrigerasi, nonostante la sudorazione e la vasodilatazione? Ma cos è il colpo di calore?
Se l’afa è intensa il corpo rischia di perdere, per sudorazione,
quasi tutto il contenuto in acqua dei tessuti, ossia si disidrata,
cosicché la temperatura corporea, non più controllata dalla sudorazione,
inizia a salire fino a superare, talvolta, i
42 ° C, limite oltre il quale avviene appunto il decesso per colpo di calore?.
Chi rischia di più il colpo di calore? Gli anziani, perché, avendo nei tessuti un minore quantità di acqua, si disidratano più facilmente.
Vi è un indice per misurare l’intensità dell’afa?
Sì! é la cosiddetta temperatura percepita (o indice di calore), la quale indica la temperatura effettiva da noi avvertita in presenza di afa.
Chiunque rischia il colpo di calore se tale indice supera 42° C. Ecco comunque alcuni esempi di temperatura percepita in corrispondenza ai valori più comuni di temperatura ed umidità dell’aria, letti al termometro e all’igrometro, nelle ore più calde del giorno.
Con una temperatura termometrica di 30°C, la temperatura percepita dall’organismo è ancora 30° se l’umidità è 40%, 32° con umidità del 50% e 34° con umidità del 60%.
Ma con una temperatura termometrica di 32° C, la temperatura apparente è di 33° se l’umidità è del 40%, 35° con umidità del 50%, 38° con umidità del 60%. Infine con una temperatura termometrica di 34°, la temperatura apparente è di 37° se l’umidità è del 40%, 39° con umidità del 50% e 43° con umidità del 60%.
Pubblicato il
13 luglio 2011 - Commenti
(0)
12
lug
Le temperature sono un rilevamento fondamentale nella meteorologia.
Diventa meteorologo
Per sintetizzare l’andamento termico del giorno o del mese o dell’anno si impiegano le seguenti grandezze:
• Temperatura massima (Tx) e temperatura minima (Tn) registrata nel corso delle 24 ore;
• Temperatura media giornaliera ( Tm ) che è appunto la media aritmetica di tutti i valori orari rilevati nell’arco delle 24 ore;
• Escursione media giornaliera data dalla differenza (Tx – Tn) tra il valore massimo e qullo minimo della temperatura nella giornata;
• Media aritmetica mensile delle temperature massime Tx e minime Tn giornaliere;
• Temperatura media mensil data dalla media di tutti i valori giornalieri Tm del mese;
• Escursione media mensile data dalla differenza tra il valore medio mensile delle temperature massime e quello delle temperature minime;
• Temperatura media annua, ottenuta come media aritmetica delle temperature medie mensili
I termometri più precisi sono quelli a mercurio ma ormai nella pratica si usano anche termometri riempiti con liquidi il cui volume vari molto al variare della temperatura e che abbiano punto di congelamento molto basso e punto di ebollizione molto alto.
I termometri portano indici graduati a seconda della scala termometrica usata. Le due scale più impiegate sono quella centigrada ( °C) ove al punto di congelamento dell’acqua viene assegnato il valore 0°C mentre al punto di ebollizione dell’acqua viene associato il valore 100 °C. L’altra scala, molto impiegata nei paesi anglosassoni, è quella Fahrenheit (°F).
In questa ultima al punto di congelamento dell’acqua è assegnato il valore 32 °F mentre al punto di ebollizione dell’acqua viene associato il valore 180 °F. Per trasformare i gradi F° in gradi °C, bisogna impiegare la seguente formula:
°C = 5/9 ( °F -32)
Nelle formule di Fisica, come ad esempio, nell’equazione di stato dei perfetti ( PV = RT) o nella legge relativa alla quantità E di energia irraggiata in un secondo da un metro quadrato di superficie di un corpo nero alla temperatura T ( E = kT4), la temperatura T viene espressa tramite la “scala della temperatura assoluta” o “Scala Kelvin” (°K) ove lo zero delle scala è lo “zero assoluto” ovvero T = -273, 16 °C. Per trasformare i gradi assoluti K° in gradi centigradi occorre usare la relazione
°C = °K + 273,16
Pubblicato il
12 luglio 2011 - Commenti
(0)
11
lug
La "maledizione di Montezuma" è l'inconveniente più temuto dai turisti che scelgono i paesi tropicali per le proprie vacanze.
Ha un nome roboante: vendetta di Montezuma. Come il grande imperatore Azteco. La vendetta colpirebbe tutti coloro i quali si avventurano in paesi esotici, una sorta di risposta all’affronto che gli europei fecero secoli addietro sottomettendo nel sangue civiltà millenarie. Secondo le cronache dell’epoca la maledizione atzeca fu lanciata nella primavera del 1519, contro di Hernán Cortés e la sua armata di Conquistadores ed sembra che abbia avuto successo perché molti soldati si ammalarono di…. diarrea.
Ma, maledizione a parte, la vendetta di Montezuma è conosciuta anche con il nome di “diarrea del viaggiatore” perché in estate sono in molti a scegliere come meta turistica i paesi tropicali per fare un coupon di sole e di luce. Ma qui per il caldo i cibi vanno facilmente in avaria, specie nei paesi ove i mezzi di conservazione sono ancora approssimativi.
Ecco perché molti vengono colpiti dalla “vendetta di Montezuma” (2-3 episodi al giorno), accompagnata di solito da crampi addominali, eruttazione, meteorismo e, talvolta, da nausea e vomito. Si manifesta di solito all’inizio del viaggio e si risolve nell’arco di 3-5 giorni.
Pubblicato il
11 luglio 2011 - Commenti
(0)
07
lug
Hai visto mai
Nella seconda parte della scorsa settimana nel
Mar dei Caraibi si è rapidamente formato un
ciclone tropicale che, dopo aver attraversato la
Penisola dello Yucatan, il giorno 29 è riemerso sul
Golfo del Messico dove, scorrendo al di sopra di mari molto caldi, ha acquistato notevole energia (il calore e l’umidità forniti dalle superfici marine sono il carburante che alimenta i cicloni tropicali),
come testimoniato dall’immagine scattata dal satellite GOES-13 della NOAA.
Il
ciclone, cui è stato assegnato il nome di
Arlene, è stato il primo del 2011 a formarsi nel bacino atlantico e quando il giorno 30 ha nuovamente investito le coste del Centro America lo ha fatto con l’intensità di una tempesta tropicale che ha scatenato sul Messico
piogge torrenziali e
venti a circa 100 chilometri orari.
In particolare le piogge insistenti e abbondanti, che durante il fine settimana scorso hanno accompagnato la tempesta nel suo passaggio sul Messico, purtroppo hanno provocato numerosi danni e anche delle vittime: più di 200 000 famiglie sono rimaste per molte ore senza energia elettrica, centinaia di abitazioni e diverse strade sono state rese inagibili e a causa di numerose frane e allagamenti hanno perso la vita 17 persone, mentre altre 2 rimangono tutt’ora disperse. In compenso le frange periferiche di questo ciclone tropicale si sono spinte fin sul Texas dove, grazie ai diffusi acquazzoni portati dalle nubi cariche di pioggia della tempesta, si è in parte alleviato il periodo di forte siccità che negli ultimi mesi ha colpito le regioni meridionali di questo stato.
Pubblicato il
07 luglio 2011 - Commenti
(0)
06
lug
Clima e salute
Nell'ultimo decennio i meteorologi hanno sempre più spesso messo in guardia contro il rischio che i
fenomeni atmosferici violenti (uragani, alluvioni, tornado, trombe d’aria, temporali, grandinate, fulmini, Niño)
potessero diventare via via più intensi e più frequenti, un fenomeno noto come “estremizzazione del clima”.
Un timore motivato dal
crescente surplus di calore immesso nell’atmosfera dal vertiginoso aumento dei gas-serra. Purtroppo oggigiorno il timore sembra ormai diventato realtà, alla luce delle ricorrenti follie stagionali del tempo.
Ecco perché ormai i più hanno la sensazione, in parte a ragione, che l’Italia non sia più il Bengodi del clima, essendo diventato un paese a rischio quasi come gli USA, dove i fenomeni atmosferici violenti ed estremi sono esistiti da sempre. Tale diffuso senso di insicurezza nei confronti delle vicende del tempo spiega in parte anche il boom di audience dei bollettini meteorologici perché quasi tutti vogliono sapere se per caso non siano in arrivo tempestose perturbazioni.
Il maltempo è spesso causa di malumore.
Il generale timore nei confronti delle vicende atmosferiche però ha fatto comparire una nuova meteoropatia, la “Severe Weather Phobia”, così denominata dallo psicologo John Westefeld dell’Università dell’Iowa che per primo l’ha studiata. Insomma sono ormai molti coloro che, non appena i meteorologi annunciano cattivo tempo, vengono assaliti dal terrore di dover fare presto i conti con forti temporali, nubifragi, grandinate e venti catastrofici.
Ma le conclusioni a cui sono approdati gli studi di Westfeld possono essere utili anche per chi ha il timore dei temporali nostrani. Infatti lo psicologo USA ha creato un centro ove chi soffre di questa sindrome ansiosa viene aiutato da un team composto da uno psicologo e un meteorologo.
Lo psicologo aiuta le persone ad affrontare l’ansia mentre il meteorologo risponde alle domande sulle caratteristiche dei fenomeni violenti.
In tal modo che soffre da fobia da maltempo sembra che acquisti un maggiore controllo nei confronti dell’oggetto delle proprie paure.
Pubblicato il
06 luglio 2011 - Commenti
(0)
05
lug
Diventa meteorologo
Se consideriamo un volume di 1 m
3 appoggiato al suolo,
la temperatura dell’aria da esso racchiuso verrà a dipendere dal bilancio netto tra i flussi di calore che vi entrano dall’alto (radiazione solare, radiazione infrarossa da effetto serra, rimescolamento turbolento verticale per azione del vento)
e quelli persi per flussi di calore uscenti dal volume stesso (perdita di calore verso l’alto per irraggiamento nell’infrarosso dell’aria e del suolo, radiazione solare riflessa dal suolo nello spazio, moti convettivi se il suolo è surriscaldato).
Se la ventilazione è sostenuta allora
la temperatura del volumetto d’aria viene anche influenzata dal trasporto orizzontale di aria più calda o più fredda (avvezione termica) dalla regioni circostanti verso il luogo di vostro interesse.
Anche l’evaporazione e la condensazione all’interno del volume d’aria contribuiscono a far variare la temperatura: infatti l’evaporazione, entro il volume considerato, dell’acqua, - compresa quella presente nel terreno e nella vegetazione - avviene a spese del calore sottratto al suolo medesimo.
La temperatura dell'aria è molto variabile a seconda dalla posizione di rilevamento.
Analogamente i fenomeni di condensazione al suolo - come la nebbia - immettono calore all’interno del volume d’aria (ad esempio, la condensazione in nebbia di 0.2 grammi di vapore in 1 m3 d’aria al suolo, ne aumenta la temperatura di quasi 0.5 °C). Ma la temperatura, oltre che dai flussi verticali e orizzontali di calore e dai fenomeni di condensazione-evaporazione, dipende anche da fattori astronomici (l’alternanza delle stagioni legata al moto di rivoluzione della terra) e da numerosi fattori geografici locali: durata del soleggiamento a seconda dell’orizzonte più o meno libero, inclinazione del terreno rispetto ai raggi solari, tipo di suolo ( il tipo di copertura del terreno influenza il grado di riflessione della radiazione solare da parte del suolo detta anche “albedo”), altitudine e latitudine del luogo, la distanza dal mare. Questo è il motivo per cui la temperatura manifesta una forte variabilità da luogo a luogo, anche nel raggio di pochi km e, per tale motivo, è uno dei parametri più difficile da prevedere.
Pubblicato il
05 luglio 2011 - Commenti
(0)