29
ago
È la nona tempesta della stagione degli uragani di quest’anno
La scorsa settimana si è formato il nono ciclone tropicale della stagione degli uragani 2012, il ciclone tropicale Isaac: classificato come tempesta tropicale lo scorso martedì 21, le correnti atmosferiche lo hanno poi trascinato sul cuore dei Caraibi proprio nel corso del fine settimana.
In particolare, come confermato dall’immagine raccolta dai satelliti della NASA, nella giornata di venerdì 24 agosto la tempesta tropicale ha attraversato Santo Domingo accompagnata da piogge torrenziali e venti a circa 100 chilometri orari (ma con raffiche anche oltre i 130 chilometri orari).
Nel suo movimento verso nord il ciclone tropicale ha poi investito Cuba prima di raggiungere le zone più meridionali della Florida. Nelle prossime ore invece Isaac si muoverà al di sopra delle calde acque del Golfo del Messico, dove probabilmente troverà il calore e l’umidità necessari ad acquistare maggiore potenza e a trasformarsi in un vero e proprio uragano (cioè un ciclone tropicale con venti a oltre 118 chilometri orari).
Nel suo movimento verso nord Isaac dovrebbe poi investire nelle primissime ore di mercoledì le coste sud-orientali degli USA nella regione compresa fra Mississippi e Louisiana, quindi non lontano da New Orleans (duramente colpita nel 2005 da Katrina), ma in ogni caso trovandosi a scorrere al di sopra della terraferma il ciclone tropicale perderà rapidamente potenza (gli mancheranno i rifornimenti di calore e umidità garantiti dalle calde acque oceaniche) , ed entro la fine della settimana dovrebbe dissolversi del tutto.
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29 agosto 2012 - Commenti
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15
ago
Il ciclone tropicale che ha spaventato migliaia di turisti in Messico
La scorsa settimana al di sopra delle calde acque dell’Atlantico Tropicale si è formato il quinto ciclone tropicale di una stagione degli uragani per il momento piuttosto “vivace” anche se, fortunatamente, poco “distruttiva”. Il nuovo ciclone, cui è stato assegnato il nome di Ernesto, ha raggiunto l’intensità di un vero e proprio uragano poco prima di investire le coste orientali del Messico, lo scorso martedì 14 agosto, quando i satelliti della NOAA hanno raccolto dallo Spazio questa immagine.
Nel momento di massima intensità i cacciatori di uragani, che con i loro particolari aerei volano dritti nel cuore di queste tempeste, hanno misurato venti fino a 140 chilometri orari, ma una volta raggiunte le coste messicane la tempesta si è comunque rapidamente indebolita fino a perdere le sue caratteristiche di ciclone tropicale già venerdì 10 agosto. Nel suo movimento attraverso i Caraibi questo ciclone tropicale ha interessato diversi paesi, fra cui Giamaica, Honduras, Belize e Messico, causando la morte di 7 persone, la precipitosa fuga di migliaia di turisti dagli affollati resort della costa orientale messicana e danni complessivi per diversi milioni di dollari.
Negli stessi giorni in cui Ernesto spaventava i Caraibi molto più a est, appena al largo delle coste africane, si è formato anche il sesto ciclone tropicale di questa stagione, la tempesta Florence, che però ha avuto vita breve: “nata” sabato 4 agosto si è dissolta già lunedì 6 agosto.
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15 agosto 2012 - Commenti
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08
ago
Aumenta la quantità di calore accumulata dai mari di tutto il Pianeta
Grazie alla elevata capacità termica dell’acqua (capacità cioè di immagazzinare calore) gli oceani, che di questa sostanza contengono enormi quantità, contengono molta più energia di quella presente nell’Atmosfera o nella superficie dei continenti: in effetti nei primi due metri di oceano è immagazzinato tanto calore quanto quello presente in tutta la colonna atmosferica che gli si poggia sopra. Ecco perché, grazie alla capacità di immagazzinare e rilasciare calore lentamente su lunghi periodi di tempo, gli oceani svolgono sul clima terrestre una fondamentale azione stabilizzatrice.
Tuttavia negli ultimi decenni la quantità di calore conservata negli oceani è progressivamente aumentata e recenti analisi svolte dai ricercatori della NOAA hanno dimostrato che nel 2011 l’energia contenuta negli oceani del Globo ha raggiunto un massimo senza precedenti nell’ultimo mezzo secolo.
In particolare, come evidenziato dall’immagine che descrive le analisi degli studiosi della NOAA, nel 2012 in gran parte dei mari del Pianeta la quantità di energia immagazzinata si è rivelata maggiore (aree colorate della tonalità dell’arancione) rispetto alla media del periodo compreso fra il 1955 e il 2006.
Poche le zone marine in cui nel primo strato marino si è osservata una concentrazione di energia inferiore rispetto alla media: fra queste soprattutto il Pacifico Tropicale, dove però era in atto un intenso episodio di Niña, che comporta il raschiamento e lo spostamento delle acque più calde, direttamente riscaldate dal sole, sul settore più occidentale di questo bacino.
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08 agosto 2012 - Commenti
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01
ago
È il più violento tifone degli ultimi 10 anni
Tra lunedì e martedì della scorsa settimana, come testimoniato anche dall’immagine raccolta lunedì 23 luglio dal satellite MTSAT-2 dell’Agenzia Spaziale Giapponese, Hong Kong è stata investita dal tifone Vicente, il più violento ciclone tropicale che abbia mai colpito questa grande città dall’inizio del nuovo millennio. Le strade e gli alti grattacieli di Hong Kong sono stati bagnati da piogge torrenziali, che hanno allagato alcuni quartieri, mentre per ore il vento ha soffiato violento a oltre 140 chilometri orari (con raffiche oltre i 200 chilometri orari), sradicando alberi, cartelli stradali, pali e impalcature. Il passaggio del tifone in effetti ha lasciato dietro di sé ingenti danni e causato anche il ferimento di più di 100 persone.
L’ultima volta in cui la metropoli cinese ha dovuto affrontare la furia di tempeste altrettanto violente è stato nel 1999, annata durante la quale tra l’altro venne investita da ben 4 cicloni tropicali (Maggie, Sam, York e Cam). Negli ultimi 50 anni i cicloni tropicali più intensi che abbiano colpito Hong Kong sono il tifone Hope, nel 1979, e il tifone Ellen, nel 1983, mentre il peggior tifone che abbia mai investito la città rimane molto probabilmente quello che, noto come Great Hong Kong Typhoon, nel 1937 devastò quest’area cittadina con piogge violentissime, venti che soffiavano ben oltre i 100 chilometri orari e raffiche addirittura fino a circa 240 chilometri orari: in quell’occasione purtroppo si contarono anche 11.000 morti.
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01 agosto 2012 - Commenti
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