28
nov

Atlantico caldo: inverno nevoso?

Le temperature oceaniche potrebbero decidere le sorti dell’inverno
 

Nelle ultime settimane spesso l’alta pressione dell’Anticiclone delle Azzorre si è allungata molto a nord, fino a occupare gran parte del Nord Atlantico, favorendo così la discesa lungo il suo bordo orientale di quelle fredde correnti nord-atlantiche che hanno portato anche in Italia piogge abbondanti e insistenti.
A favorire la ricorrente espansione dell’Anticiclone delle Azzorre fino a così alte latitudini sono state soprattutto le acque dell’Oceano, insolitamente calde per questo periodo.
Come mostra anche l’immagine, realizzata dagli studiosi della NOAA grazie ai dati raccolti da boe oceaniche e satelliti meteorologici, le temperature superficiali delle regioni marine a sud della Groenlandia sono infatti sensibilmente più alte del normale (colorazione rossa intensa).
Molto probabilmente le temperature marine rimarranno più calde del normale pure nelle prossime settimane, anche perché le analisi degli studiosi hanno dimostrato che lo strato caldo si spinge a oltre 100 metri di profondità, e quindi il calore accumulato in quella zona oceanica è davvero notevole e ci vorrà un po’ di tempo perché venga disperso tutto nell’atmosfera. Insomma, il grande calore intrappolato nel Nord Atlantico paradossalmente potrebbe diventare il migliore alleato degli amanti dello sci, deviando nel corso dell’inverno correnti gelide (e nevose) direttamente sulla nostra Penisola.

Pubblicato il 28 novembre 2012 - Commenti (0)
27
nov

Wind Chill, il vento che aumenta il freddo

La temperatura dell’aria misurata dal termometro coincide con quella effettivamente avvertita dal nostro corpo soltanto nel caso in cui l’aria sia poco ventilata.
Però in presenza di vento più o meno intenso, le nostre sensazioni di freddo sono in apparente contrasto con letture del termometro.
Il motivo? Un vento che superi appena i 10 km all’ora riesce a rimuovere la sottile pellicola di aria tiepida, a temperatura quasi corporea, a contatto con la nostra pelle - una specie di cuscinetto che ci isola dall’ambiente - sostituendola con l’aria esterna, decisamente più fredda.
Ecco perché le giornate ventose ci sembrano più fredde di quelle con calma di vento, anche se il termometro segna la stessa temperatura.

La sensazione di freddo da parte del corpo per effetto del vento è un fenomeno noto come wind chill.
Ad esempio, con una temperatura termometrica di zero gradi e un debole vento di 10 km all’ora, il corpo avverte, in genere, una temperatura di 2 gradi circa sotto zero. Se poi il vento soffia a 30 km all’ora, la temperatura avvertita è addirittura di 15 gradi sotto zero.
Ecco perché in montagna, con temperature prossime a zero e venti intensi - cosa abbastanza frequente in inverno a quote superiori a 1000 metri - si rischia spesso l’assideramento. Consigli: quando soffiano venti gelidi, munirsi sempre di guanti, sciarpa e cappello per coprire le parti più esposte del corpo. Per stimare la temperata tura effettiva in presenza di vento, potete impiegare la tabella allegata.

Pubblicato il 27 novembre 2012 - Commenti (0)
22
nov

Previsioni meteo dal 23 al 26 novembre

Nuvole e nebbie ma senza piogge

Le condizioni del tempo fino lunedì saranno interessate dal passaggio di tre deboli perturbazioni atlantiche: la n. 6  di novembre giunta giovedì 22  sulla penisola e che venerdì 23 insisterà ancora sulle regioni meridionali; la perturbazione n.7 di novembre che tra sabato 24 e domenica 25 porterà nuvole su tutta l’Italia e infine la perturbazione n.8 in arrivo lunedì 26 novembre sul Nord Italia. In compenso le temperature saranno intorno ai valori medi previsti per questo periodo dell'anno.
Ma ecco nei dettagli l’evoluzione del tempo, giorno per giorno:

Venerdì 23

Poco nuvoloso o nuvoloso sulle regioni meridionali, su Abruzzo, Molise e Alpi centro-occidentali. Sereno sul resto d’Italia ma con nubi in lento aumento sulle regioni di Nordovest dal pomeriggio.  Al mattino nebbie diffuse su Lombardia, Veneto, Emilia, Valli del Centro, litorale del Lazio, Salento, Nordovest della Sardegna.

Sabato 24

Poco nuvoloso o nuvoloso su Alpi centro-orientali, Venezie, Emilia, Romagna, Marche, Calabria, Sicilia, Sardegna; molto nuvoloso o coperto sul resto d’Italia. Nebbie locali nella pianura padano-veneta  e nelle zone interne del Centro.

Domenica 25

Bel tempo sulle regioni centrali  e sulle Isole ma con molte nebbie di notte  e al mattino. Molte nuvole al Nord con qualche pioviggine sulla Liguria. Poco nuvoloso o nuvoloso su Puglia, Lucania, Campania e Calabria.

Lunedì 26

Molto nuvoloso o coperto sul Nord Italia, tranne l’Emilia e la Romagna. Pioviggini sulle regioni di Nordovest.  Sereno o poco nuvoloso al Centrosud ma con nebbie di notte e al primo mattino nelle valli interne del Centro.

Pubblicato il 22 novembre 2012 - Commenti (0)
21
nov

Ottobre caldo ma non caldissimo


A livello planetario nella top ten degli ultimi 133 anni

Quello del 2012 è stato, a livello globale, un ottobre decisamente caldo, anche se non è stato battuto nessun record. In base ai dati raccolti dalle oltre 5000 stazioni sparse in tutti i continenti e dai satelliti che orbitano attorno al Pianeta, ottobre 2012 ha fatto infatti registrare una temperatura media di circa 0,62 gradi superiore al valore tipico del XX secolo, e tutto ciò ne ha fatto il quinto mese di ottobre più caldo dal 1880 a oggi (l’ottobre più caldo degli ultimi 133 anni rimane invece quello del 2003).
Come mostra anche l’immagine, ricostruita dagli studiosi della NOAA proprio grazie ai dati in loro possesso, durante il mese si sono registrate temperature medie superiori alla norma (aree colorate in rosso) soprattutto in Canada Orientale, New England, zone interne dell’America Latina (specie fra Paraguay, Argentina Settentrionale e Sudovest del Brasile), Nord Africa, Europa Orientale, Medio Oriente, Siberia Orientale, Australia Occidentale e gran parte dell’Antartide. In particolare il mese nel suo complesso è stato insolitamente “caldo” soprattutto nell’Emisfero Meridionale, dove negli ultimi 133 anni solo in un’altra occasione, ovvero nel 1997, si erano osservate temperature medie più alte di quelle registrate in questo 2012. Anche in Italia questo ottobre è stato più caldo del normale, di circa un grado, ma nell’ultimo decennio questa circostanza si è ripetuta con certa frequenza e in almeno altre 3-4 occasioni le temperature medie sono state anche più elevate.

Pubblicato il 21 novembre 2012 - Commenti (0)
20
nov

Cambia il vento, gelo più frequente

Le variazioni della circolazione atmosferica nella regione artica, oltre ad aver favorito uno scioglimento senza precedenti della Calotta Polare Artica potrebbero anche rendere molto più aspri gli inverni in Europa e Nord America.

 Queste almeno sono le conclusioni di una ricerca (“The Recent Shift in Early Summer Arctic Atmospheric Circulation”) pubblicata a inizio ottobre sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.

Lo studio, cui ha partecipato un team di ricercatori provenienti dalla Rutgers University del New Jersey, dalla University of Sheffield e dal Joint Institute for the Study of the Atmosphere and Ocean di Seattle, è stato condotto esaminando il vento osservato nella regione al confine con il Circolo Polare Artico nel periodo fra il 2007 e il 2012 e confrontando tali dati con i valori medi del periodo compreso fra il 1981 e il 2010.

Gli studiosi hanno così scoperto che negli ultimi anni il normale flusso del vento in quota, che scorre da ovest verso est, è stato sostituito con una certa frequenza da venti disposti in direzione nord-sud, capaci di volta in volta, a seconda che soffino da nord verso sud o viceversa, di trasportare aria gelida verso le medie latitudini piuttosto che correnti tiepide fin nel cuore dell’Artico. In pratica le correnti che normalmente scorrono veloci in senso antiorario attorno al Polo Nord, e che perciò contribuiscono a isolarlo dalle latitudini più basse, sempre più spesso tendono a ondularsi, e queste oscillazioni aprono la porta alla discesa verso sud di masse d’aria estremamente gelida.

Questo cambiamento del vento nella regione artica secondo gli autori della ricerca dimostrerebbe l’esistenza di un forte legame tra le variazioni della circolazione atmosferica al Polo Nord e il clima delle medie latitudini.

In particolare, come già avvenuto nel recente passato, nel corso dell’inverno con inusuale frequenza masse gelide provenienti direttamente dal Polo Nord potrebbero irrompere su Stati Uniti ed Europa Occidentale.

 Insomma, a causa di un vento più irregolare nella regione Artica, anche il nostro inverno potrebbe diventare decisamente più instabile, con la frequente alternanza fra periodi miti e fasi estremamente gelide e nevose.

Pubblicato il 20 novembre 2012 - Commenti (0)
16
nov

Previsioni meteo dal 16 al 19 novembre

Piogge al Sud ma domenica peggiora quasi ovunque

Novembre, si sa, è il mese più piovoso del’anno pertanto è molto probabile che i fine-settimana incappino in giornate piovose.
Questo fine settimana si salverà a metà. Infatti oggi, venerdì, sarà bello al Centronord, ma ancora piovoso al Sud per un vortice di bassa pressione di origine Nord africana. Domani sabato, invece sarà bello su tutta l’Italia, ma attenzione alle nebbie di notte e al primo mattino. Domenica invece peggiora su quasi tutto il Centrosud per l’arrivo dalla Spagna della perturbazione n.5 di novembre la quale poi insisterà anche lunedì prossimo sulla penisola con piogge su quasi tutte le regioni.
In compenso le temperature non subiranno variazioni significative e si manterranno su valori sopportabili. Ma ecco nei dettagli, giorno per giorno, il tempo previsto.

Venerdì 16

Nuvoloso al Sud con piogge sparse al mattino su tutto il Meridione tranne Salento, Napoletano, Sud Sicilia. Al pomeriggio ancora piogge qua  e là su Gargano, Lucania, Calabria, Est Sicilia. Nella sera piogeg solo  su Calabria. Bel tempo invece per tutto il giorno al Centronord.


Sabato 17

Un po’ di innocue nuvole al Centro, Calabria e Sicilia. Bel tempo sul resto d’Italia ma con nebbie di notte  e al primo mattino su Lombardia, Basso Veneto, Emilia.


Domenica 18

Molto nuvoloso o coperto su tutta l’Italia. Al mattino piogge su Emilia, Romagna, Est Lombardia, Levante ligure, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, Calabria, Isole. Al pomeriggio piogge su Veneto, Emilia, Romagna, Est Lombardia, Isole  e tutto il Centrosud, tranne la Puglia; piogge forti su Campania. Nella sera piogge su Venezie, Emilia, Romagna, Isole e tutto il Centrosud, forti su Calabria ionica.


Lunedì 19

Al mattino piogge ovunque, tranne Piemonte, Lombardia, Val d’Aosta, Umbria Lazio, forti su Puglia e Veneto. Al pomeriggio piogge ovunque (tranne Friuli, Venezia Giulia, Alto Piemonte, Val d’Aosta, Alto Adige, Toscana, Umbria, Lazio). Nella sera piogge su Lucania, Calabria,regioni del Medio-basso Adriatico, Veneto, Emilia, Lombardia, Piemonte.

Pubblicato il 16 novembre 2012 - Commenti (0)
14
nov

Dopo l’uragano a New York è arrivata la neve

abbondante nevicata a New York

Nevicata eccezionale per la stagione

L’autunno sembra proprio voler stupire i newyorkesi in tutti i modi possibili: dopo gli allagamenti causati a fine ottobre dal passaggio dell’uragano Sandy, la scorsa settimana le strade e i grattacieli della città sono stati imbiancati da una intensa nevicata.
E anche se per questa grande città la neve è tutt’altro che insolita, si è trattato comunque di una nevicata eccezionale: mai infatti nella storia di New York era caduta tanta neve, circa 12 centimetri, così presto in autunno, e per la prima volta sono caduti più di 10 centimetri di neve nella prima metà di novembre.
Il precedente record, per una precoce nevicata di almeno 10 centimetri, era del 23 novembre del 1989, quando appunto il manto nevoso superò di poco i 10 centimetri.
In effetti la nevicata dello scorso 8 novembre è stata intensa in gran parte del Nordest degli USA, ed è stata scatenata da una violenta perturbazione che, come si può notare dall’immagine raccolta dal satellite GOES East della NOAA, ha investito il Nordest degli USA accompagnata da intensi e gelidi venti nordorientali (una classica bufera invernale nota nel Nord America con il termine di Nor'easter).
Le nevicate più abbondanti comunque non hanno interessato la zona di New York City quanto piuttosto l'interno dello stato del New Jersey e il Connecticut Occidentale, con accumuli fino anche a 25 centimetri, e pure a Newark, e quindi non lontano da New York, al suolo si sono accumulati ben 15 centimetri di neve fresca.

Pubblicato il 14 novembre 2012 - Commenti (0)
13
nov

Un po' chitarristi...un po' meteorologi

Le condizioni meteorologiche possono alterare notevolmente l’integrità e la sonorità di una chitarra di legno perché il legno è igroscopico cioè si ingrossa in ambiente umido e si restringe in ambiente secco.

Per un funzionamento ottimale di tale strumento sono richiesti valori di temperatura compresi tra 18 e 25°C e di umidità tra il 50 e il 60%. Con cielo sereno le escursioni termo-igrometriche nel corso della giornata sono notevoli, come è ben noto a chi è costretto ad indossare abiti pesanti di notte per proteggersi dal freddo e leggeri di giorno per combattere il caldo (il cosiddetto dramma del pastore).

Una chitarra lasciata all’interno di un’automobile durante tali giornate sarà sottoposta ad una escursione ancora più forte in quanto le variazioni di temperatura ed umidità possono passare facilmente dai 60°C e 10% di giorno a 0°C e 80% di notte.
Quando una chitarra è portata in ambienti fortemente riscaldati e con umidità relativa molto bassa, per evitarne la deformazione è buona norma umidificare il suo interno, solitamente non verniciato ed a diretto contatto con l'ambiente esterno attraverso la buca, mediante un piccolo ma efficace umidificatore.
Ciò creerà una maggiore umidità all'interno della chitarra che la proteggerà dall'eventualità di una rottura.
È l'analogo di ciò che spesso si vede nei musei o nelle esposizioni dove umidificatori vengono posti all'interno delle sale per mantenere l’umidità dell’ambiente costante nel tempo.

Pubblicato il 13 novembre 2012 - Commenti (0)
09
nov

Previsioni meteo dal 10 al 12 novembre

Il tempo fino a lunedì: piogge, anche forti, al Centronord, neve sulle Alpi, forte Scirocco, acqua alta a Venezia.

Il tempo in questo fine settimana sarà una esatta fotocopia di quello precedente: in prevalenza bello al sud, maltempo invece sulle regioni centrosettentrionali con tutti i tipici ingredienti del lato peggiore del tempo autunnale: piogge diffuse sabato al Nord e domenica su quasi tutto il Centronord; forti piogge su Liguria, Venezie, Prealpi lombarde, Toscana e Lazio; nevicate sulle Alpi a quote medio-alte; forti venti di Scirocco su Tirreno e Adriatico; di nuovo acqua alta a Venezia. Il tutto a causa dell’arrivo dalla Spagna di una intensa perturbazione atlantica, la n.3 di novembre. In compenso le temperature resteranno al di sopra della media per effetto dei tiepidi venti sciroccali.

Ma ecco in dettaglio il tempo giorno per giorno:

Sabato 10

Molte nubi su tutto il Centronord, Campania, Isole; sereno sul resto del Meridione. Piogge su Alta Toscana e tutto il Nord, tranne Emilia e Romagna. Piogge forti dalla sera su Liguria, Alta Toscana, Prealpi lombarde, Trentino. Neve sulle Alpi oltre 1300-1500 metri


Domenica 11

Nubi su tutta l’Italia. . Al mattino piogge su tutto il Centronord, tranne Marche, Abruzzo e Molise e di forte intensità su Toscana e Venezie. Al pomeriggio schiarite su gran parte del Nord; ancora piogge su Dolomiti, Venezie, Romagna, Sardegna,  regioni centrali, tranne Basse Marche, Abruzzo  e Molise. Piogge  forti su Lazio e Friuli. Nella sera piogeg su Friuli, Romagna, Sardegna, regioni centrali, tranne Abruzzo e Molise. Piogge forti su Alto Lazio. Neve oltre 1400-1600 metri su Val D’Aosta, Alto Piemonte, Alpi lombarde, Alto Adige; oltre 1600-1800 metri su Alpi occidentali, Alpi Marittime  e Trentino; oltre 1800-2000 metri su Alpi Carniche e Giulie.


Lunedì 12

Sereno sulle regioni di Nordovest ; molte nubi sul  resto d’Italia. Al mattino piogge su Venezie, Emilia, Romagna, regioni centrali, Levante ligure, Napoletano, Isole e Calabria. Al pomeriggio piogge su tutto il Nord Italia, tranne  le Alpi centro-occidentali; piogge anche su  Toscana, Sardegna. Nella sera piogge su Venezie, Emilia, Sardegna, forti nel Cagliaritano.

Pubblicato il 09 novembre 2012 - Commenti (0)
07
nov

Sandy, uragano devastante

uragano Sandy

L’inizio della scorsa settimana è stato senz’altro segnato dalle immagini che ci giungevano dall’altra sponda dell’Atlantico, con l’uragano Sandy che nelle prime ore di lunedì 29 ottobre ha investito le coste del Nord America scatenando alcuni giorni di violento maltempo su tutto il Nordest degli Stati Uniti.

Sandy non è certo fra gli uragani più violenti che abbiano colpito il Nord America negli ultimi decenni, ma la coincidenza di alcuni fattori ne hanno fatto uno dei più letali e disastrosi cicloni tropicali degli ultimi tempi. La tempesta infatti si è mossa molto lentamente, scaricando così per alcuni giorni piogge torrenziali sempre sulle medesime zone e ha seguito pure una particolare traiettoria che, attraverso l’insistere dei fortissimi venti che hanno raschiato la superficie dell’oceano, ha ammassato grosse quantità d’acqua sulle coste atlantiche del Nord America, favorendo la formazione di un’importante onda di marea (stormsurge), alta anche più di tre metri, che tra l’altro ha causato anche l’inondazione di alcuni quartieri di New York City.

Per di più l’uragano Sandy si è scontrato con correnti gelide che proprio in quei giorni sono scivolate dalle regioni polari fin sul cuore del Nord America, dando vita così a furiose bufere di neve, soprattutto in Virginia, Maryland, West Virginia e Tennessee. Insomma, a dispetto della sua modesta intensità (un uragano di categoria 1, ovvero uno di quelli meno intensi, con venti ad “appena” 140 km/h), Sandy ha causato la morte di 160 persone, di cui 88 negli Stati Uniti, paese in cui ha pure prodotto danni che, secondo le prime stime, potrebbero ammontare fino a 55 miliardi di dollari!

(Fonte immagine: NASA)

Pubblicato il 07 novembre 2012 - Commenti (0)
06
nov

Scilla e Cariddi, scontro tra correnti

Nello Stretto di Messina ogni giorno le onde di marea riversano dal Tirreno allo Ionio e viceversa quasi 600.000 m3 di acqua al secondo alla velocità di 7-8 km all’ora, una portata grosso modo 600 volte superiore a quella del Po.

Il fenomeno è reso possibile dalla assenza di sincronismo tra le maree dei due bacini. Quando infatti lo Ionio è in alta marea, il Tirreno si trova in bassa marea ed il dislivello mette in movimento enormi quantità di acqua che risalgono lo Stretto da sud verso nord come Corrente montante. Ma, quando nel corso del giorno i due bacini si scambiano i ruoli, lo Stretto viene attraversato in senso inverso dalla Corrente scendente.

Però in prossimità delle coste, il freno opposto dalla terraferma genera altre due correnti opposte (i Bastardi, controcorrente della montante ed i Refoli, controcorrente della scendente). Dallo scontro tra la corrente primaria e la rispettiva controcorrente prendono a loro volta vita turbinosi mulinelli, i Vortici, un vero e proprio incubo per i marinai fin dall’antichità. I più temibili sono quelli di Scilla e Cariddi, immortalati appunto da Omero.

Pubblicato il 06 novembre 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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