29
nov

Il vento che…scatena le tempeste nello spazio

Il sole è circondato da una corona, nella quale si raggiungono temperature intorno ai 2 milioni di gradi, costituita prevalentemente da elettroni liberi che diffondono la luce emessa dalla superficie solare (fotosfera ). Oltre agli elettroni, nella fotosfera sono presenti anche i protoni (cariche positive) e rari atomi di metalli pesanti parzialmente ionizzati. L'insieme di elettroni, protoni e atomi ionizzati costituisce il vento solare, un flusso di particelle con una densità media di circa 10 particelle per centimetro cubo, la cui intensità varia in rapporto all'attività delle macchie solari. Il vento solare si muove nello spazio ad una velocità di 300-800 km al secondo e, giunto in prossimità del nostro pianeta, interagisce con il campo magnetico terrestre. L'intensità di quest’ultimo decresce molto rapidamente nello spazio circostante, fino ad annullarsi ad una distanza di circa 60-90 mila km dalla terra.

Ma anche il vento solare – come del resto tutte le cariche elettriche in movimento - genera, a sua volta, un proprio campo magnetico il quale, ad una distanza di circa 60.000-80.000 km, ha un'intensità pari a quella del campo magnetico terrestre. Ma, quando le eruzioni solari sono più intense, la concentrazione di particelle cariche del vento solare aumenta notevolmente, cosicché diviene molto più intenso anche il campo magnetico autonomo del vento solare, che disturba ed altera, in tal modo profondamente, il campo magnetico terrestre (fenomeno noto appunto col nome di tempeste magnetiche), i cui effetti si avvertono soprattutto sulle onde radio la cui propagazione risulta, in tali circostanze, fortemente disturbata. Nelle eruzioni particolarmente violente, gli effetti indotti dal forte e brusco aumento del campo magnetico terrestre possono danneggiare anche le centrali elettriche, come avvenne nel 1989 in Canada, che restò al buio per molte ore.

Pubblicato il 29 novembre 2011 - Commenti (0)
25
nov

Nebbie al Nord, migliora il tempo al Sud

Alta pressione per il fine settimana su quasi tutta l’Italia
Alta pressione per il fine settimana su quasi tutta l’Italia

L’alta pressione attualmente sul Nord Italia tende in questo fine settimana ad estendersi a tutta l’Italia, favorendo il bel tempo su quasi tutta la penisola ma, nello stesso tempo, riportando in grande stile le nebbie nella pianura padano-veneta e aggravando il problema dell’inquinamento sulle metropoli del Nord.
Tuttavia lunedì una debole perturbazione atlantica poterà un po’ di nubi su gran parte del Nord Italia con conseguente temporaneo allentamento della morsa delle nebbie e degli inquinanti in pianura padano-veneta; nubi anche sulle Isole per una perturbazione nord africana.
 Martedì torna ancora l’alta pressione con bel tempo su tutto il Centronord ma di nuovo con le nebbie al Nord, mentre la perturbazione Nord Africana porterà nuvole su tutto il Meridione.
Mercoledì migliora al Sud; peggiora invece al Nord, ma si allontanano le nebbie, per una nuova più intensa perturbazione atlantica.
Giovedì bel tempo al Nord, senza nebbie; nubi invece sul Medio Adriatico e al Sud per il passaggio della perturbazione atlantica.
Venerdì migliora quasi ovunque ma tornano l’alta pressione e le sue immancabili dame di compagnia – le nebbie- in pianura padano-veneta.

Temperatura

In rialzo nei valori massimi diurni sul Nord Italia e sulle regioni tirreniche.

Ma ecco i dettagli del tempo fino a lunedì


Venerdì 25: nubi su Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Lucania, Calabria, Est Sicilia, Est Sardegna. Nebbie sparse in Valpadana di notte e al primo mattino. Qualche pioggia su Molise, Foggiano, Lucania, Calabria ed Est della Sardegna.

Sabato 26: nubi su Alpi centro-orientali, Puglia, Calabria, Sud Sicilia. Nebbie in Pianura padana di notte e al primo mattino.

Domenica 27: sereno quasi ovunque. Nebbie diffuse e persistenti in Pianura padano-veneta.

Lunedì 28: sereno su Alpi e regioni centrali. Nubi in Valpadana, Liguria, Basso Lazio, Sardegna e su tutto il Meridione. Qualche pioggia sul Sud della Sardegna.

Pubblicato il 25 novembre 2011 - Commenti (0)
23
nov

I tornado seminano morte negli USA

Nuove vittime in un’annata record per i tornado nel Nord America La scorsa settimana,


un’intensa perturbazione, fotografata anche dai satelliti meteorologici della NOAA, ha attraversato gli stati affacciati sul Golfo del Messico, scatenando numerosi violenti temporali e alcuni letali tornado. La furia dei tornado ha colpito con maggior violenza durante la giornata di mercoledì 16 novembre, soprattutto negli stati di Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia, Nord Carolina e Sud Carolina, causando nel complesso la morte di sei persone: in particolare a Rock Hill, nel Sud Carolina, tre persone sono morte nella distruzione delle loro abitazioni e altre due vittime si contano nella contea di Davidson in Nord Carolina, mentre un uomo ha perso la vita alla guida della sua auto, schiacciata da un grosso albero in Georgia, nei dintorni di Atlanta.

Dall’inizio dell’anno negli USA, si sono già formati 1836 tornado, il numero più alto di sempre (il precedente record era del 2004, con 1717 tornado complessivi), responsabili di danni per oltre 20 miliardi di dollari. E, purtroppo, anche il numero dei morti è impressionante. Quest’anno, difatti , in tutto il mondo i tornado hanno già causato 576 vittime, di cui ben 552 nei soli Stati Uniti d’America, dove nel 2011 sono già morte più o meno tante persone quante nel corso dei dieci anni precedenti (tra il 2001 e il 2010 difatti negli USA i tornado hanno ucciso complessivamente 564 persone): in effetti , è dal lontano 1936 che questi violenti fenomeni atmosferici non mietevano così tante vittime negli USA.

Pubblicato il 23 novembre 2011 - Commenti (0)
22
nov

Meno umido in casa con la nebbia

La nebbia è un inequivocabile sintomo che l’umidità relativa dell’aria, in quel luogo e in quell’istante, ha raggiunto il valore del 100%. Ricordiamo che l’umidità relativa indica, non tanto quanti grammi di vapore ci sono nel volume d’aria considerato, ma piuttosto quanto l’aria sia più o meno vicina alla saturazione: ad esempio, un’umidità relativa del 70% significa che alla massa d’aria manca ancora, a quella temperatura, il 30%, per diventare satura e condensare sotto forma di nebbia o di nube. La casalinga che, al primo mattino, vuole aprire le finestre per cambiare l’aria, potrebbe di conseguenza pensare che, se lo facesse, l’umidità in casa aumenterebbe. Niente di più sbagliato! In effetti, negli ambienti chiusi con una temperatura interna di 20 °C e umidità relativa intorno 60% (i valori ottimali dal punto di vista del confort fisiologico), l’umidità assoluta reale, a quella temperatura, equivale a circa 12.5 grammi di vapore per metro cubo di aria.

Supponiamo allora che, con tali condizioni iniziali, in una mattina nebbiosa con aria esterna a zero gradi (e quindi umidità assoluta pari a 4.5 grammi per metro cubo), decidiate di aprire le finestre per il ricambio dell’aria, e supponiamo anche che, a seguito di tale azione, la temperatura dei locali scenda ad un valore di 10 °C. Il rimescolamento tra il metro cubo di aria nebbiosa esterna contenente 4.5 grammi con quella interna, inizialmente contenente 12.5 grammi per metro cubo, darà luogo, all’interno dell’ambiente, a una nuova massa d’aria, il cui contenuto di vapore sarà, ovviamente, intorno alla media dei due valori, ovvero circa 9 grammi per metro cubo. In conclusione: l’aria nei locali appena aerati passerebbe da un contenuto di 12.5 grammi per metro cubo ad appena 9 grammi, insomma diventerebbe più secca di quella preesistente. Paradossale, vero? È chiaro allora che le casalinghe, che nelle giornate nebbiose non aprono le finestre, nel timore che entri in casa troppa umidità, in realtà compiono un madornale errore!

Pubblicato il 22 novembre 2011 - Commenti (0)
18
nov

Ancora bel tempo fino a domenica

Per il fine settimana sull’Italia insisterà un’alta pressione
Per il fine settimana sull’Italia insisterà un’alta pressione

Insistono le nebbie in Pianura Padana

Fino a domenica, l’Italia seguiterà ad essere abbracciata da un’alta pressione, la quale oltre a favorire il bel tempo, propizierà però ancora la formazione di nebbie in Pianura Padana e nelle valli del Centro.
Poi, intorno a lunedì, il tempo tenderà a rannuvolarsi e tra martedì e giovedì arriveranno anche le piogge al Centrosud e Liguria, a causa di una perturbazione in arrivo dalla Spagna. Ma poi, nel fine settimana, probabile ritorno dell’alta pressione, del bel tempo e delle immancabili nebbie.

Temperature

Un po’ freddo di notte e al mattino al Centronord. Ma, da lunedì, temperature notturne e mattutine in rialzo; temperature massime diurne invece in calo.

Ma ecco i dettagli del tempo fino a lunedì

Venerdì 18: sereno quasi ovunque; nebbie in Valpadana e valli del Centro.

Sabato 19: un po’ di nubi lungo le coste liguri, toscane e laziali; molte nubi in Sardegna e Sicilia. Qualche pioggia su Sud Sardegna. Nebbie in Pianura Padana e valli del Centro.

Domenica 20: sereno su Alpi e regioni di Nordovest; un po’ di nubi sul resto d’Italia; nebbie in Pianura Padana; qualche pioggia su Sud Sardegna, Est Sicilia, Bassa Calabria.

Lunedì 21: nubi su quasi tutta l’Italia, tranne Dolomiti e Venezie. Qualche temporale in Sardegna; piogge su Medio-bassa Toscana, Bassa Calabria.

Pubblicato il 18 novembre 2011 - Commenti (0)
16
nov

Un “uragano” sul Mediterraneo


Una perturbazione per qualche ora ha mostrato caratteristiche quasi tropicali

Agli inizi della scorsa settimana, tra lunedì 7 e martedì 8, sui mari compresi fra la Sardegna e le Baleari si è formata una tempesta assai insolita, che mischiava in sé gli elementi tipici delle perturbazioni delle medie latitudini e alcune caratteristiche proprie dei cicloni tropicali: un classico esempio di TLC (Tropical Like Cyclone, letteralmente “quasi un ciclone tropicale”).

I TLC più intensi, che nel Mediterraneo sono anche noti come Medicane, dall’unione dei termini Mediterranean e Hurricane (cioè “uragano”), sono tempeste solitamente molto violente, accompagnate da piogge torrenziali e venti assai forti. In effetti il profondo vortice di bassa pressione della scorsa settimana, a cui è anche stato assegnato il nome Rolf, ha portato abbondanti piogge in Liguria e lungo le nostre regioni tirreniche, mentre in Costa Azzurra sono stati registrati venti che soffiavano a oltre 100 chilometri orari. Quella che era una normale depressione delle medie latitudini si è trasformata in una tempesta ibrida, con caratteristiche quasi tropicali (appunto un TLC), perché ha trovato di fronte a sé il muro dell’alta pressione che occupava l’Europa Orientale, ed è quindi rimasta bloccata per più giorni sopra le acque ancora decisamente calde del Mediterraneo, che le hanno fornito enormi quantità di calore e umidità, in modo simile a quanto avviene con gli uragani nei mari tropicali.

Nel Mediterraneo i TLC, benché siano piuttosto rari, non sono comunque un evento eccezionale, e nelle annate in cui in autunno le acque del mare sono più calde, come avvenuto ad esempio nel 1996 e nel 2005, se ne può formare anche più d’uno nel corso della medesima stagione.

Pubblicato il 16 novembre 2011 - Commenti (1)
15
nov

Donne più freddolose degli uomini

Nella percezione sensoriale della temperatura esterna esistono, come era lecito attendersi, differenze non trascurabili da un sesso all’altro. In effetti l’80% circa delle persone di sesso femminile avverte, a parità di temperatura, più freddo dell’uomo. Tale diversità biologica è spesso fonte di disaccordo e di battibecchi tra moglie e marito, come quando, ad esempio, si tratta di decidere, in inverno, il livello del riscaldamento domestico e l’uso o meno del piumone nel letto. In particolare, è accertato che la maggior parte delle donne avverte in media una temperatura più bassa di circa mezzo grado centigrado rispetto a quella effettivamente presente nell’ambiente circostante.

Apparentemente una percezione sensoriale che si discosta appena di mezzo grado dalla realtà potrebbe sembrare una quantità ininfluente e irrisoria in termini di sensazioni di freddo. In realtà, non è proprio così. In effetti uno sbalzo di mezzo grado viene interpretato dal nostro organismo come evento rilevante, tanto che quando la nostra temperatura corporea sale da 36.5 a 37 °C, abbiamo la netta sensazione di avere “qualche linea di febbre”, prima ancora di mettere mano al termometro. Insomma cari mariti… siate più pazienti e comprensivi con le vostre mogli freddolose.

Pubblicato il 15 novembre 2011 - Commenti (0)
11
nov

Nebbie protagoniste per molti giorni

Posizione dell’alta pressione alle ore 02.00 di domenica 13 novembre
Posizione dell’alta pressione alle ore 02.00 di domenica 13 novembre

Nuvole e piogge dalla seconda metà della prossima settimana


Sull’Italia si è affacciata di nuovo un’alta pressione e con essa è tornato il bel tempo su gran parte della penisola.
Ma si sa, le alte pressioni favoriranno nei prossimi 5-6 giorni, oltre che la serenità del cielo, la presenza di fitte nebbie nella pianura padano-veneta e nelle valli del Centro.
Ma poi, intorno al 17-18 novembre, il tempo probabilmente si guasterà per l’arrivo di una perturbazione dalla Spagna, la quale, tra venerdì 18 e domenica 20, porterà piogge in prevalenza al Nord e sulle regioni tirreniche. Le piogge, sabato 19, potrebbero essere forti su Piemonte e Ponente ligure.

Temperature

Un po’ di freddo al mattino nelle pianure del Nord.

Ma ecco in dettaglio il tempo per i prossimi giorni

Venerdì 11: nubi su Venezie, Medio-basso Adriatico, Calabria, Lucania. Nebbie in Pianura Padana. Qualche rovescio pomeridiano su Calabria, Salento. Sereno sul resto d’Italia.

Sabato 12: un po’ di nubi sparse su Medio-basso Adriatico e regioni ioniche. Qualche rovescio su Sicilia ionica. Nebbie in pianura padano-veneta e valli del Centro.

Domenica 13: un po’ di nubi sui rilievi calabro-lucani; nebbia in pianura padano-veneta e valli del Centro; sereno sul resto d’Italia.

Lunedì 14: un po’ di nubi sui rilievi del Sud; nebbia in pianura padano-veneta e valli del Centro. Sereno sulle altre regioni.

Pubblicato il 11 novembre 2011 - Commenti (0)
09
nov

La formazione di un Iceberg gigante


Un’enorme piattaforma di ghiaccio galleggiante sta per staccarsi dall’Antartide

Gli scienziati della NASA che partecipano alla missione di ricerca IceBridge, sorvolando in aereo il continente antartico, hanno fatto una sorprendente scoperta: dalle coste del Polo Sud sta per staccarsi un gigantesco iceberg. Le foto aeree scattate dagli scienziati americani difatti non lasciano molti dubbi: in Antartide Occidentale, sulla piattaforma di ghiaccio galleggiante del Pine Island Glaciers, che dal continente si allunga sulle acque dei mari che bagnano l’Antartide, si è aperta una grande crepa che, profonda dai 50 ai 60 metri e larga circa 80 metri, attraversa per quasi 30 chilometri la superficie del ghiacciaio! Secondo gli scienziati della NASA questo è il primo passo di un processo che in pochi mesi porterà al definitivo distacco di un enorme iceberg, che in base alle loro previsioni sarà grande circa 880 chilometri quadrati, ovvero quanto una grande metropoli come Berlino.

Il distacco di enormi iceberg da questo ghiacciaio non è comunque evento senza precedenti: ogni anno difatti il Pine Island Glaciers, la cui piattaforma galleggiante si allunga sull’oceano al di là della costa per circa 50 chilometri, perde in mare quasi 80 chilometri cubi di ghiaccio, e l’ultima volta che un gigantesco icerberg si è staccato dal suo corpo principale risale ad appena dieci anni fa quando, preceduta dalla comparsa di una profonda crepa simile a quella di questi giorni, si creò una vera e propria isola di ghiaccio vasta circa 700 chilometri quadrati.

Pubblicato il 09 novembre 2011 - Commenti (0)
08
nov

Brutti sogni? Colpa del magnetismo terrestre

Freud ha interpretato e spiegato i sogni in chiave premonitrice o rivelatrice di desideri e traumi ma, secondo uno studio dello psicologo Lipnicki del Centro di Medicina Spaziale di Berlino, i sogni con incubi non sono provocati soltanto da particolari condizioni psicologiche ma anche dall’attività magnetica terrestre. E’ ben noto che una attività magnetica bassa comporta una elevata produzione di melatonina, un potente ormone responsabile, tra l’altro, della qualità dei sogni.

Lipnicki ha annotato meticolosamente i suoi sogni dal 1990 al 1997, per un totale di 2387, e li ha poi suddivisi in cinque categorie a seconda del grado di stranezza: dal grado più basso, rappresentativo della realtà, fino al più alto, completamente scollegato dalla realtà. Durante gli anni di paziente trascrizione dei sogni, Lipnicki ha vissuto a Perth, in Australia, e per la sua ricerca ha preso in esame l'attività magnetica quotidiana di quella zona, mettendola a confronto con il grado di assurdità dei sogni. I risultati, pubblicati sulla rivista Medicine Hypotheses, sono stati sorprendenti: i sogni più strambi si verificavano proprio nei giorni in cui l'attività magnetica era più bassa e il livello di melatonina nel cervello molto alto. Ma l’attività magnetica è causata dall’interazione del flusso di particelle che fuoriesce dal Sole (il cosiddetto vento solare) con il campo magnetico terrestre e quindi i sogni non sarebbero legati solo all’inconscio ma anche all’attività più o meno turbolenta del Sole.

Pubblicato il 08 novembre 2011 - Commenti (0)
04
nov

L’autunno ora fa sul serio

Ecco la posizione prevista, per domenica 6 novembre, del vortice di bassa pressione che insisterà sull’Italia fino a mercoledì
Ecco la posizione prevista, per domenica 6 novembre, del vortice di bassa pressione che insisterà sull’Italia fino a mercoledì

In arrivo una lunga e intensa fase di tempo piovoso

La fase di maltempo iniziata giovedì 3 novembre sull’Italia, durerà almeno fino a tutta la prossima settimana e sarà accompagnata da forti piogge su molte regioni Centrosettentrionali. Tutto ciò a seguito dell’azione di due intense perturbazioni atlantiche: una, quella appena giunta oggi sul Nord Italia, la quale poi sabato si estenderà a tutta l’Italia, insistendo sulla penisola fino a mercoledì prossimo con un profondo vortice di bassa pressione; la seconda perturbazione, in arrivo tra mercoledì 9 e giovedì 10 novembre, insisterà sull’Italia fino alla fine della prossima settimana. Le piogge risulteranno abbondanti e di gran lunga al di sopra della media del periodo su Alpi, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli e regioni tirreniche; al di sotto della media invece solo su Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Gargano, Lucania.

Temperature

In lieve graduale rialzo fino a domenica 6, poi in calo.

Ma ecco in dettaglio il tempo nei prossimi giorni

Venerdì 4 novembre: molte nubi su gran parte del Centronord e Sardegna; un po’ di nubi anche su Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e al Sud. Piogge su tutto il Nord Italia (tranne Emilia-Romagna) e sulla Toscana e di forte intensità sul Levante Ligure e sulle Prealpi lombarde; nevicate sulle Alpi centro-occidentali oltre 1500-1700 metri.

Sabato 5: molte nubi al Nord (tranne Romagna, coste venete), su Toscana e Marche; un po’ di nubi anche su Lazio, Sardegna, Salento, Calabria ionica, Sud Sicilia; piogge su tutto il Nord Italia, Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna e di forte intensità su Piemonte e Ponente ligure. Neve su Alpi occidentali, Val d’Aosta oltre 1800 metri.

Domenica 6: schiarite su regioni di Nordovest, Toscana, Marche; molte nubi sul resto d’Italia; piogge su quasi tutta l’Italia e di forte intensità sul Friuli.

Lunedì 7: nubi su Alpi centro-orientali, Venezie, Liguria, Emilia, Romagna, regioni centrali, Sardegna; piogge su Alpi centro-orientali, Venezia, Liguria, Basso Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio.

Pubblicato il 04 novembre 2011 - Commenti (0)
02
nov

Assaggio d’inverno negli USA

Una nevicata insolitamente precoce ha imbiancato anche New York

Nel corso del fine settimana il Nord America ha dovuto sopportare un primo assaggio d’inverno: un’intensa perturbazione, visibile anche nell’immagine scattata dai satelliti della NOAA mentre si avvicina al continente, ha difatti portato freddo intenso e abbondanti nevicate lungo le coste orientali degli Stati Uniti, dalla Virginia fino al New England. In particolare molti stati sono state imbiancati da 5-15 centimetri di neve, ma in alcune zone si sono registrati accumuli anche decisamente superiori: addirittura a Plainfield, cittadina situata a circa 500 metri di quota sulle Colline Berkshire, sono caduti oltre 60 centimetri di neve mentre a Hillsboro, nel New Hampshire, se ne è accumulata circa mezzo metro.

Negli stati orientali degli USA una nevicata così abbondante già nel mese di ottobre costituisce un evento decisamente insolito, e per alcune importanti città si tratta addirittura di un evento senza precedenti: ad esempio a Washington, dove sono caduti circa due centimetri di neve, non aveva mai nevicato così tanto nel mese di ottobre, e discorso simile vale per New York dove dal 1869 a oggi solo in altre tre occasioni aveva nevicato in questo mese, e comunque mai in modo così abbondante. In effetti l’ultima volta che la neve aveva imbiancato New York a ottobre risale a più di cinquant’anni fa, ovvero al 21 ottobre del 1952, quando sui prati di Central Park si stese un sottile manto bianco spesso poco più di un centimetro, mentre per trovare quella che fino a quest’anno era la più abbondante nevicata “ottobrina” bisogna tornare indietro nel tempo di quasi 100 anni, al lontano 30 ottobre del 1925, quando su Manhattan caddero circa 2 centimetri di neve.

Pubblicato il 02 novembre 2011 - Commenti (0)
01
nov

Folletti luminosi notturni in cielo

I red sprites – alla lettera, “folletti rossi” – e i blue jets sono fenomeni ottici che avvengono tra la stratosfera e la mesosfera in presenza di nubi temporalesche di notevole sviluppo verticale e fanno parte dei cosiddetti fenomeni TLE (Transient Luminous Events) ovvero eventi luminosi atmosferici con durata di appena qualche frazione di secondo.
 Il fenomeno non è altro che una scarica elettrica tra il top di una spessa nube temporalesca e gli strati atmosferici sovrastanti, una volta che siano stati adeguatamente ionizzati da forti scariche elettriche positive tra la nube e il suolo. Ma il, meccanismo di innesco della scarica spaziale rimane ancora un mistero. In media solo l’1% delle scariche positive dà luogo a eventi luminosi.

Se ne conoscono ormai almeno dodici tipi diversi, ognuno con proprie caratteristiche strutturali per dimensioni, colori ed aspetto, durate e meccanismi generativi. I più frequenti sono appunto gli sprites e i blue jets, ma non sono rari anche i blue starters, elves, sprite haloes, trolls, gnomes, pixies, blue jets giganti.
Gli sprites si manifestano di solito sotto forma di spot luminosi verso l’alto, per lo più di colore rosso. Raggiungono in media altitudini prossime a 90 km ma con massima luminosità tra 65 e 75 km, hanno dimensioni orizzontali dell’ordine di qualche decina di chilometri e durano appena 3-10 millisecondi. A causa della loro bassa luminosità sono in genere difficili da vedere a occhio nudo anche di notte, specie in presenza di altre fonti luminose come quelle delle città.
I blue jets si manifestano a quote più basse ed emergono anche essi verso l’alto dal top delle nubi temporalesche sotto forma di lampi luminosi di colore blu, a forma di cono con un’ampiezza di circa 15 gradi, e alla velocità di circa 100 km al secondo, per poi sparire intorno a 40-50 km di altezza.

Pubblicato il 01 novembre 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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