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Il vento che…scatena le tempeste nello spazio
Il sole è circondato da una corona, nella quale si raggiungono temperature intorno ai 2 milioni di gradi, costituita prevalentemente da elettroni liberi che diffondono la luce emessa dalla superficie solare (fotosfera ). Oltre agli elettroni, nella fotosfera sono presenti anche i protoni (cariche positive) e rari atomi di metalli pesanti parzialmente ionizzati. L'insieme di elettroni, protoni e atomi ionizzati costituisce il vento solare, un flusso di particelle con una densità media di circa 10 particelle per centimetro cubo, la cui intensità varia in rapporto all'attività delle macchie solari. Il vento solare si muove nello spazio ad una velocità di 300-800 km al secondo e, giunto in prossimità del nostro pianeta, interagisce con il campo magnetico terrestre. L'intensità di quest’ultimo decresce molto rapidamente nello spazio circostante, fino ad annullarsi ad una distanza di circa 60-90 mila km dalla terra.
Ma anche il vento solare – come del resto tutte le cariche elettriche in movimento - genera, a sua volta, un proprio campo magnetico il quale, ad una distanza di circa 60.000-80.000 km, ha un'intensità pari a quella del campo magnetico terrestre. Ma, quando le eruzioni solari sono più intense, la concentrazione di particelle cariche del vento solare aumenta notevolmente, cosicché diviene molto più intenso anche il campo magnetico autonomo del vento solare, che disturba ed altera, in tal modo profondamente, il campo magnetico terrestre (fenomeno noto appunto col nome di tempeste magnetiche), i cui effetti si avvertono soprattutto sulle onde radio la cui propagazione risulta, in tali circostanze, fortemente disturbata. Nelle eruzioni particolarmente violente, gli effetti indotti dal forte e brusco aumento del campo magnetico terrestre possono danneggiare anche le centrali elettriche, come avvenne nel 1989 in Canada, che restò al buio per molte ore.
Pubblicato il 29 novembre 2011 - Commenti (0)