30 dic
Nuvolosità prevista per le ore 12 del 31 dicembre.
Breve fase di maltempo venerdì 30 su molte regioni dell’Italia, per il passaggio di due perturbazioni: la prima, giunta ieri, oggi interesserà le estreme regioni meridionali e le Isole Maggiori; la seconda , un nucleo di aria piuttosto fredda in arrivo dall’Inghilterra, traverserà oggi la penisola, accompagnata da molto vento e da un calo generalizzato delle temperature, specie sulle regioni adriatiche.
Le fredde correnti settentrionali che seguono il nucleo freddo insisteranno sull’Italia fino a Capodanno. Tra il 31 dicembre e il primo dell’anno 2012, ritorna invece temporaneamente sull’Italia l’alta pressione dell’anticiclone delle Azzorre, portando il bel tempo su tutta la penisola, anche se la serenità del cielo favorirà forti gelate di notte al primo mattino.
Ma ecco in dettaglio il tempo fino a lunedì 2 gennaio:
- venerdì 30 dicembe: sereno sulle regioni di Nordovest per venti di Foehn. Sereno anche su Emilia, Abruzzo, Molise. Nubi sul resto d’Italia; piogge su Marche, Umbria, Salernitano, Calabria, Nord Sicilia, Ovest Sardegna.
Nevicate abbondanti lungo le Alpi di confine fino a quote molto basse.
- sabato 31 dicembre: nuvoloso sulle Alpi di confine con nevicate fino a bassa quota; nubi anche sulle Venezie sulla Sardegna, con qualche pioggia sul settore occidentale dell’Isola. Sereno sulle altre regioni. Ventoso sulle Isole maggiori e sulle regioni meridionali. Notte di San Silvestro: qualche pioggia sulla Sardegna occidentale; bel tempo sul resto d’Italia.
Forti gelate in pianura padano-veneta e nelle valli del Centro. Ventoso sulle Isole e sul Salento.
- Capodanno: un po’ di innocue nuvole su Liguria, Lombardia, Venezie, Dolomiti, Sardegna; sereno sulle altre regioni. Ancora qualche pioggia sulla Sardegna occidentale. Forti gelate al primo mattino in Valpadana e valli del Centro.
- lunedì 2 gennaio: sereno su Piemonte, Liguria, Lazio, Medio-basso Adriatico, Lucania, Calabria ionica, Sicilia; sereno sulle altre regioni. Piogge su Emilia, Venezie, regioni tirreniche, Ovest Sardegna; nevicate fino a bassa quota sulle Alpi.
Pubblicato il 30 dicembre 2011 - Commenti (0)
28 dic
Dopo la siccità l’arrivo delle piogge potrebbe favorire la diffusione della malattia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel Mondo, a causa della malaria, muoia circa un bambino al minuto. Ebbene, questo triste conteggio potrebbe diventare ancor più pesante nell’immediato futuro: dopo un lungo periodo di grave siccità nei prossimi mesi difatti, a causa di oscillazioni periodiche nella circolazione atmosferica, in Africa Centro-Orientale dovrebbero arrivare piogge più regolari e abbondanti, che però daranno vita a condizioni più favorevoli alla diffusione della malaria.
Le zanzare che trasportano il parassita responsabile di questa malattia difatti si riproducono più numerose, e diventano decisamente più attive, quando il clima diviene più caldo e umido: ebbene le piogge dei prossimi mesi renderanno l’ambiente di molte zone dell’Africa Orientale senz’altro più umido, aumentando così le occasioni di contatto fra zanzare portatrici del micidiale parassita e umani, con un inevitabile notevole aumento delle infezioni di malaria. Proprio alla luce di queste considerazioni di recente la NOAA ha sviluppato un indice, il Malaria Risk Index for Africa, che tenendo in conto diversi fattori climatici, è in grado di fornire per ciascuna regione dell’Africa il livello di rischio relativamente alla malaria.
Per quest’ultima parte di dicembre le analisi degli studiosi americani prevedono un livello di rischio estremamente elevato (nell’immagine qui sopra le zone colorate di arancione acceso) soprattutto per la Repubblica Centrafricana, le regioni meridionali del Sudan e diverse zone di Etiopia, Kenya e Somalia.
Pubblicato il 28 dicembre 2011 - Commenti (0)
27 dic
Piazza Duomo a Milano avvolta nella nebbia.
A fine anni ’70 riscosse grande successo il programma TV “Portobello”, condotto dall’indimenticabile Enzo Tortora e nella quale erano ospiti eclettici inventori in erba.
In una puntata della rubrica, fece a lungo notizia la strana proposta di un signore di Milano: abbattere il Turchino, il baluardo montuoso che separa la Valpadana dalla Liguria, onde consentire all’aria nebbiosa che affligge le pianure del Nord Italia, di trovare una via di fuga verso il Ligure.
L’inventore tenne a lungo in scacco “gli addetti ai lavori” perché tra costoro non vi fu nessuno che fosse riuscito a trovare validi argomenti per smontare la colossale bufala. Eppure la risposta per liquidare la strampalata idea era semplice!
Eccola: l’aria contenuta nella Pianura Padana si può immaginare come confinata in uno scatolone alto circa 15 km, lungo circa 400 km, largo 200 km. L’abbattimento del Turchino avrebbe creato in tale “scatolone” d’aria una fessura di circa 2 km quadrati, ovvero una finestra ininfluente sul ricambio di aria in Val Padana.
Infatti, fatte le dovute proporzioni, è come pretendere di ricambiare l’aria in un locale alto 15 cm, lungo 4m e largo 2m, con un foro di appena 1/10 di millimetro quadrato!
Pubblicato il 27 dicembre 2011 - Commenti (0)
22 dic
Fugace passaggio di una perturbazione al Centrosud
Venerdì torna temporaneamente il bel tempo su tutta la penisola, per una fugace comparsa dell’anticiclone delle Azzorre verso il Mediterraneo occidentale e l’Italia. Ma già sabato l’anticiclone sarà cacciato via da una nuova perturbazione atlantica, in arrivo dal Sud della Francia. La perturbazione, soprattutto nel pomeriggio di sabato 24, porterà piogge sulle regioni centrali fino alla notte di Natale, quando, su gran parte dei rilievi del Centro, comparirà anche la neve fino a quote intorno 500 metri.
Le forti correnti settentrionali che seguono la perturbazione porteranno, sempre sabato, forti venti di Maestrale sui mari di Ponente e venti di Foehn sulle regioni di Nordovest e anche un po’ di freddo sulle regioni adriatiche con durata fino domenica 25. Ma dal giorno 26 e fino al primo gennaio 2012 prevarrà ovunque il bel tempo (a parte qualche pioggia al Sud nella giornata del 30 dicembre e qualche pioggia su Calabria e Sicilia nella giornata del 31 dicembre con temperature in rialzo (a parte le immancabili gelate notturne e mattutine) per il ritorno deciso dell’anticiclone delle Azzorre.
Ma ecco in dettaglio il tempo fino a lunedì 26:
Venerdì 23: sereno quasi ovunque; forti gelate al mattino al Nord e zone interne del Centro sud.
Sabato 24: sereno su Piemonte, Ponente Ligure e Ovest Lombardia per venti di Foehn; sereno anche su Abruzzo, Molise al Sud; piogge su Levante Ligure e tutto il Centro, tranne Abruzzo e Molise; neve sui rilievi tosco emiliani e marchigiani oltre 700m. Neve fino bassa quota anche lungo le Alpi di Confine Notte di Natale: piogge su Campania e su tutto il Centro, tranne sulla Toscana; neve sui rilievi del Centro oltre 600-700 metri.
Domenica 25 (Natale): un po’ di nubi su Alpi e Piemonte; nuvoloso su Medio Adriatico e al Sud; piogge su Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Nord Sicilia; neve su Abruzzo e Molise oltre 500 metri e su Campania e Lucania oltre 700 metri.
Lunedì 26: un po’ di innocue nuvole su regioni di Nordovest; nubi su Medio Adriatico, Puglia, Lucania, Calabria, Sicilia; qualche pioggia nel Barese e sull’Alta Calabria.
Pubblicato il 22 dicembre 2011 - Commenti (0)
21 dic
Un violento ciclone tropicale ha causato numerose vittime
Tra venerdì e sabato della scorsa settimana le Filippine sono state investite da un violento ciclone tropicale, il tifone Washi, che ha spazzato l’Arcipelago con venti a circa 100 chilometri orari, accompagnati da piogge torrenziali. La tremenda tempesta ha colpito con maggior violenza l’Isola di Mindanao, la più meridionale dell’Arcipelago, causando numerose e vaste improvvise inondazioni che hanno letteralmente seppellito sotto una marea di acqua e fango diversi villaggi e cittadine. Per molti degli abitanti, colti di sorpresa nel cuore della notte, non c’è stato scampo: secondo la Croce Rossa, difatti, il conto delle vittime è attualmente di 682 individui, a cui però bisogna aggiungere almeno altre 800 persone che risultano tutt’ora disperse.
Il violento ciclone tropicale si è formato in aperto Oceano Pacifico, nei dintorni di Palau, nella giornata di giovedì 15, e poi si è velocemente mosso verso ovest, in direzione delle Filippine, che ha investito sul finire di venerdì 16. In queste ore, invece, la tempesta sta lambendo le coste del Vietnam dove, nonostante si sia oramai indebolita, potrebbe causare nuove devastanti inondazioni. Nelle Filippine, che si trovano proprio sulla traiettoria preferita dei circa 20 cicloni tropicali che ogni anno raggiungono il Sudest Asiatico, in questo periodo dell’anno i tifoni non sono particolarmente frequenti, ma non sono neanche un fenomeno raro: mediamente, difatti, nel mese di dicembre gli abitanti di questo Arcipelago vedono passare sulle loro teste almeno una di queste temibili tempeste.
Pubblicato il 21 dicembre 2011 - Commenti (0)
20 dic
Stanchezza, cali di pressione, mal di testa, sudorazione, nausea, vertigini, affanno, difficoltà di concentrazione, insonnia, ansia, nervosismo, depressione. Se, ogni qual volta il tempo accenna un cambiamento, accusate alcuni di questi malesseri, allora soffrite del mal di tempo, una malattia nota, in gergo medico, come “meteoropatia primaria”.
Il mal di tempo può colpire tutti gli individui in qualunque parte del mondo, senza distinzione tra uomo e donna o tra le diverse categorie sociali, anche se è più frequente tra le persone anziane. Viene scatenato in genere dagli eccessi del tempo che durano più giorni, ovvero “il troppo per troppo tempo”: troppo caldo o troppo freddo, aria troppo umida o troppo secca, troppa poca luce, venti troppo intensi, troppa elettricità nell’aria, troppi inquinanti.
Ma sono anche i cambiamenti troppo rapidi del tempo a essere mal sopportati da molti; ne è una riprova il fatto che ci si ammala più facilmente nei paesi e nelle stagioni dove il tempo è più variabile. Per gli amanti delle statistiche, un europeo su tre è meteoropatico e il numero è in crescita, tanto che in Italia è passato dal 5% circa della popolazione negli anni ’50 agli attuali 25-30%.
Pubblicato il 20 dicembre 2011 - Commenti (0)
16 dic
La colata di aria fredda in arrivo dalla Groenladia, tra domenica e lunedì, investirà tutta l’Italia.
Seguita l’arrivo sull’Italia di perturbazioni atlantiche in rapida successione, sospinte da umide e intense correnti occidentali. E appunto venerdì 16 una nuova perturbazione atlantica raggiungerà la penisola, determinando un peggioramento del tempo al Centro nord. La perturbazione sarà seguita da aria molto fredda, in arrivo direttamente dalla Groenlandia. L’aria fredda valicherà le Alpi alla fine di venerdì per poi propagarsi, sabato 17, a tutta l’Italia. Le correnti fredde Nord atlantiche seguiteranno a fluire sull’Italia, dapprima con forti venti di Maestrale e poi, da giovedì 22 dicembre, con forti venti di Grecale di Bora. L’ondata di freddo durerà fino al 23 dicembre e raggiungerà l’apice nella giornata di lunedì 19, quando le temperature scenderanno rispetto ai valori attuali almeno di 10 gradi o più. Le correnti fredde porteranno neve sulle Alpi di confine (ma non sul versante meridionale delle Alpi) e anche sui rilievi laziali, abruzzesi e calabro lucani.
Ma ecco in dettaglio il tempo fino a lunedì 19.
Venerdì 16: molte nubi su quasi tutta l’Italia; piogge su quasi tutto il Nord e Toscana. Nevicate sul versante alpino italiano oltre700-1000 metri.
Sabato 17: nubi su Alpi, Est Lombardia, Venezie, Toscana, Isole. Piogge su Calabria tirrenica, Messinese, Nord Sardegna; neve sul versante nord Alpino; neve anche sui rilievi laziali e abruzzesi oltre 700 metri.
Domenica 18: nubi su Alpi, Lombardia, Toscana, Lucania, Calabria, Isole. Piogge su Marche, Calabria tirrenica, Ovest e Nord Sardegna, Messinese.
Lunedì 19: nubi su Alpi, Est Lombardia, Friuli, Abruzzo, Molise e sul Meridione. Piogge su coste abruzzesi-molisane, su Puglia, Campania, Calabria tirrenica, Trapanese, Nord Sicilia; neve sui rilievi calabro-lucani oltre 700 metri.
Pubblicato il 16 dicembre 2011 - Commenti (0)
14 dic
A Durban è stato raggiunto l’accordo per nuove misure, a partire dal 2020.
In questa prima parte di dicembre si è tenuto a Durban, in Sud Africa, il COP17, ovvero il diciassettesimo vertice sul clima delle Nazioni Unite. Proprio nel fine settimana, cioè in chiusura dell’importante conferenza, è stato raggiunto un accordo per adottare nuove misure, che dovrebbero aiutare a limitare l’influenza dell’Uomo sull’atmosfera e a combattere il cambiamento climatico.
In realtà, se si è evitato il fallimento totale che in molti temevano – soprattutto a causa dell’attuale grave crisi economica e finanziaria – i risultati concreti ottenuti sono assai scarsi: l’accordo raggiunto stabilisce difatti che entro il 2015 venga siglato un “patto globale” che vincoli i 197 paesi partecipanti ad adottare misure concrete – ancora da stabilire - per ridurre sensibilmente le emissioni di gas a effetto serra solo a partire dal 2020.
La piattaforma di Durban, soprattutto considerando le forti resistenze di Cina e India (paesi in forte via di sviluppo) a impegnarsi in modo vincolante sul fronte delle emissioni di gas serra, a cui si sono aggiunte le perplessità degli Stati Uniti e Russia, costituisce comunque un risultato giudicato soddisfacente da Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, e soprattutto indispensabile per evitare che, dopo il fallimento delle ultime conferenze di Cancun e Copenaghen, naufragasse definitivamente l’idea di un impegno unitario della comunità internazionale su un argomento di fondamentale importanza quale quello della lotta al surriscaldamento del Pianeta.
Pubblicato il 14 dicembre 2011 - Commenti (0)
13 dic
L’ombrello è stato inizialmente concepito per proteggerci dai raggi roventi del sole e non tanto dalle intemperanze di Giove Pluvio. Insomma, ombrello (dal latino umbra, ovvero “ombra”) impiegato come parasole e non come parapioggia. E come parasole ci sono testimonianze della sua prima comparsa in Cina, avvenuta intorno al XII secolo a.C..
I Babilonesi impiegarono l’ombrello come parasole, ma più per vezzo che per convinta necessità. Gli Egizi, invece, credevano che la dea Nut coprisse la Terra con il suo corpo arcuato, proprio come un parasole, e le persone camminavano con gli ombrelli per avere la sua protezione. In estremo oriente l’ombrello addirittura divenne un segno distintivo di nobiltà, tanto che poi il suo uso fu permesso soltanto ai reali e ai dignitari di corte. In effetti, sculture e dipinti di migliaia di anni fa, provenienti da Assiria, Persia e India mostrano servitori intenti a riparare dal sole i loro governanti con un ombrello. Tuttora, in molti paesi africani, l'ombrello è simbolo di autorità. Come simbolo di potere poi si diffuse anche tra le massime autorità della gerarchia della Chiesa (Papi e cardinali).
I buddisti lo usavano come simbolo del Budda, tanto che, ancora oggi, le cupole dei loro monumenti sono spesso sormontate da ombrelli. Ma comunque, solo nell’800, l’ombrello ha un boom di successo da parte delle donne, non tanto come parasole quanto piuttosto come irrinunciabile accessorio di moda da esibire in pubblico e all’aria aperta insieme alla borsa e al cappello. A tutt’oggi, nel Nord Europa, l'ombrello è considerato un accessorio stravagante e la gente preferisce bagnarsi piuttosto che portarne uno! L’ombrello come parapioggia, invece, fece la sua prima comparsa con gli antichi Romani, ma poi cadde in disuso per ricomparire, in seguito, sempre in Italia alla fine del ’500. Insomma, il parapioggia è made in Italy.
Pubblicato il 13 dicembre 2011 - Commenti (0)
09 dic
Umide correnti atlantiche interesseranno nei prossimi giorni soprattutto il Centronord dell’Italia.
Le correnti atlantiche seguiteranno a sospingere aria umida sull’Italia cosicché saranno poche le aree che nel fine settimana non vedranno un po’ di nuvole, anche se per lo più senza piogge. In particolare venerdì un po’ di nubi al Centronord per l’avanguardia di una perturbazione in discesa dal Nord Europa. Sabato nuvole su quasi tutta l’Italia per l’arrivo della perturbazione nord europea sul Nord Italia e per un’altra perturbazione in arrivo dal Sud della Spagna sulle regioni centromeridionali. Domenica le due perturbazioni porteranno ancora nubi al Centrosud. Poi lunedì peggiora di un nuovo su gran parte dell’Italia per i venti di Libeccio che accompagnano l’arrivo sul Nord Italia di una perturbazione atlantica. In compenso le nuvole terranno lontane le nebbie dense e diffuse.
Ma ecco in dettaglio il tempo giorno per giorno:
venerdì 9: nubi su regioni tirreniche, Liguria, Emilia, Lombardia, Venezie; sereno sul resto d’Italia
Sabato 10: sereno sulle regioni di Nordovest; molte nubi sul resto d’Italia. Qualche pioggia su Toscana e Campania.
Domenica 11: sereno o poco nuvoloso sul Nord Italia; nubi invece al Centrosud con qualche pioggia su marche, Umbria, Lazio, Campania e Ovest Sardegna.
Lunedì 12: nubi ovunque tranne le regioni ioniche; pioge su marche, Umbria, Lazio, Campania e Ovest Sardegna.
Temperatura
Ancora sopra la media al Sud; in calo nei valori massimi lunedì al Centronord.
Pubblicato il 09 dicembre 2011 - Commenti (0)
07 dic
La scorsa settimana, in Italia abbiamo dovuto affrontare una grave emergenza inquinamento, con l’aria delle nostre principali città caratterizzata da concentrazioni di agenti inquinanti davvero preoccupanti. Una situazione testimoniata anche dai satelliti meteorologici, e in particolare dal satellite MetOp-2 della ESA (European Space Agency): il sensore GOME-2, montato a bordo del satellite, come descritto anche nell’immagine ricostruita dagli analisti della NOAA, ha indicato l’Italia come una delle regioni del Mondo in cui erano presenti maggiori concentrazioni di NO2 (biossido di azoto), un gas nocivo che, prodotto dalla combustione di idrocarburi, fornisce un chiaro indizio dell’inquinamento atmosferico.
In realtà, in base alle misurazioni effettuate grazie al satellite ai primi di dicembre, l’emergenza inquinamento, oltre al nostro Paese, interessava molte altre regioni dell’Europa Centrale e Meridionale, ovvero tutta quella vasta zona su cui, per giorni, ha insistito l’alta pressione che, tenendo lontani piogge e vento, e schiacciando verso il basso la colonna atmosferica, ha favorito l’accumulo di sporcizia e gas nocivi proprio in prossimità del suolo. Nei primi giorni di dicembre però, la zona del pianeta con l’aria più inquinata, come confermato anche dall’immagine, era un’altra: il nordest della Cina. Qui, difatti, si trova la metropoli forse più inquinata al mondo, ovvero Pechino, le cui enormi nubi di smog avvolgono spesso una vasta regione tutt’attorno alla metropoli.
Pubblicato il 07 dicembre 2011 - Commenti (0)
06 dic
Per sapere quanti anni ha un albero, basta contare i cerchi che compongono il suo tronco: a ogni cerchio corrisponde un anno. Lo studio della successione degli anelli si chiama dendrologia e gli alberi che meglio si prestano a tale studio sono il pino, l’abete, il larice e la quercia. In primavera, il diametro del tronco aumenta nella parte esterna e tale legno è più chiaro per la presenza di vasi dal diametro grosso e pareti sottili, che permettono un maggior passaggio della linfa. Verso la fine del periodo vegetativo, prevale l’esigenza di sostegno nei tessuti e il legno estivo, più scuro, è caratterizzato da vasi dal diametro inferiore e pareti più spesse.
Ma se osserviamo attentamente, possiamo notare che non tutti i cerchi sono di uguale spessore: se l’anno è stato umido e le piogge sono state abbondanti, si avrà un cerchio con uno spessore superiore a quello cresciuto durante un anno più secco. Condizioni climatiche sfavorevoli ingannano l’albero, che può percepire la fine della stagione vegetativa prematuramente, producendo cellule di legno tardivo. Se le condizioni tornano normali, l’albero si risveglia e torna a produrre legno più chiaro e dai bordi più sottili. Talvolta, gli alberi formano un anello parziale, o addirittura non formano anelli e ciò accade per condizioni climatiche molto rigide. Le cicatrici registrano eventi come incendi, valanghe ed altri fenomeni geomorfologici, mentre le sequenze di anelli soppressi o più larghi sono correlate ad eventi come l’azione di insetti o gli effetti dell’inquinamento.
Pubblicato il 06 dicembre 2011 - Commenti (0)
02 dic
L’avanguardia di una debole perturbazione atlantica ha raggiunto oggi, venerdì 2, il Nord Italia e le regioni tirreniche, con venti di Libeccio. La perturbazione attraverserà, sabato 3, il Nord dell’Italia per poi raggiungere, domenica 4, anche il Centro sud. Lunedì ancora nuvole sulle Alpi e sulle regioni tirreniche per un’altra debole perturbazione, la quale poi martedì, interesserà le regioni adriatiche. Poi, mercoledì e giovedì, tornano l’alta pressione, il bel tempo ovunque, ma anche le nebbie al Nord. Venerdì sera probabile nuovo peggioramento al Nord.
Ma ecco in dettaglio il tempo per i prossimi giorni:
Venerdì 2: nubi al Nord e regioni tirreniche; qualche pioggia su Liguria, Lazio, Campania, Alta Toscana.
Sabato 3: ancora nuvole al Nord e regioni tirreniche; piogge su Levante ligure, Alta Toscana, Alpi centro-orientali, Friuli, Venezia Giulia, , Campania.
Domenica 4: molte nubi al Nord; poco nuvoloso o nuvoloso sul resto d’Italia; qualche pioggia su Lazio,Campania, Nord Sardegna.
Lunedì 5: nubi su Alpi, regioni tirreniche, Sardegna. Qualche pioggia su regioni tirreniche.
Temperature
Martedì in calo al Nord e poi, venerdì anche al Centro.
Pubblicato il 02 dicembre 2011 - Commenti (0)
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