25
lug
Curiosando
Secondo la tradizione popolare di tutto il mondo i terremoti sarebbero eventi più probabili quando l’aria è calma, calda e afosa. A sostenere per primo la teoria fu addirittura
Aristotele nella sua opera
“Meteorologica”, ove tra l’altro confutava le teorie di illustri suoi predecessori: quella di Anassimene, secondo il quale i terremoti sarebbero invece stati scatenati dal brusco passaggio da suolo umido a suolo bagnato e viceversa, nonché la teoria di Anassagora per il quale i terremoti erano la conseguenza di brusche irruzioni dell’aria nelle cavità della terra e infine quella di Democrito il quale attribuiva il fenomeno alle piogge torrenziali.
Ovviamente oggigiorno la scienza nega una correlazione tra i terremoti e
lo stato dell’atmosfera, anche sulla base dei rilevamenti sperimentali,
quali quelli effettuati negli anni ‘70 dallo scienziato giapponese
F.Omori il quale decise di verificare appunto la fondatezza dell’“aria
da terremoto”. Allo scopo analizzò le condizioni atmosferiche presenti
poco prima dei diciotto terremoti più violenti accaduti fin allora in
Giappone. Il responso fu inequivocabile: mai le scosse telluriche erano
state preannunciate da giornate calde, afose e senza vento.
Pubblicato il
25 luglio 2011 - Commenti
(0)
09
mag
Una drammatica immagine scattata dopo il terremoto di marzo in giappone.
IL terremoto in Cile nel marzo 2010, quello del Giappone del marzo 2011 e lo tsunami in Indonesia nel 2004, provocarono uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre di qualche metro. Siccome un modifica dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita della terra intorno al sole, modifica anche l’inclinazione dei raggi solari in arrivo sulla Terra ne consegue che potrebbe avere ripercussioni sul clima del pianeta.
In realtà 6 metri di spostamento non sono tali da poter provocare un minimo effetto sul clima. Ve lo dimostriamo con il seguente esempio. L’asse di rotazione della terra ha una periodica oscillazione di 23.000 anni lungo una traiettoria circolare (come una trottola, che oltre a ruotare intorno al proprio asse, “barcolli”). Il fenomeno, noto come “precessione degli equinozi”, fa sì che l’asse di rotazione terrestre si sposti di circa 3 km rispetto alla posizione occupata un anno prima. Ma nonostante ciò gli effetti cumulativi della precessione sul clima si avvertiranno non prima di qualche migliaio di anni. Figuriamoci allora se il clima può essere influenzato da di una modifica di inclinazione di 6 appena metri.
Pubblicato il
09 maggio 2011 - Commenti
(0)