29
giu
Estate in montagna: fa bene quasi a tutti
Clima e salute
Salendo di quota cala anche la pressione atmosferica. La diminuzione rispetto al livello del mare è intorno al 20% a 2000 m, 30% a 3500 m e 60% a 4000 m.
Al diminuire della pressione cala però anche la concentrazione dell’
ossigeno il quale, dopo l’
azoto, è il
principale componente dell’aria. La
carenza di ossigeno (ipossia) costringe il cuore ad aumentare i battiti per aiutare i polmoni ad accelerare i ritmi di inspirazione, onde assicurare comunque l’abituale fabbisogno di ossigeno per le funzioni vitali.
Tutto questo scompiglio sottopone però bronchi e polmoni a un surplus di ginnastica e a iperventilazione, con benefici effetti per i sofferenti di asma ma con qualche problema in più per chi soffre di cuore.
La montagna fa bene, ma attenzione ai problemi di pressione.
In montagna si suggerisce ai cardiopatici e agli ipertesi di evitare gli sforzi eccessivi, specie se prolungati, e di fermarsi immediatamente non appena compaiono affanno o palpitazioni.
A chi soffre di ipertensione viene anche raccomandato di misurarsi almeno una volta al giorno la pressione: se questa tende ad aumentare – situazione abbastanza frequente nei primi giorni di acclimatazione in montagna – potrebbe suggerire al vostro medico di incrementare, seppure temporaneamente, le dosi di farmaci anti-ipertensivi.
A quote relativamente alte la povertà di ossigeno diviene così acuta da provocare il mal di montagna, una tipica sindrome che, tra 2500 e 3500 metri di altitudine, colpisce il 15% circa degli individui e addirittura il 35% a quote tra 3500 e 4000 metri.
Pubblicato il 29 giugno 2011 - Commenti (0)