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Perché le nuvole non cadono
Il vapore liberato da oceani, mari, laghi, fiumi e vegetazione, viene trasportato verso l’alto dalle correnti aeree ascendenti di varia natura: moti convettivi al di sopra delle superfici più soleggiate, sollevamento forzato sul lato sopravvento agli ostacoli orografici, sollevamento di origine frontale (ovvero aria fredda che si incunea sotto l’aria calda che incontra oppure aria calda che è costretta a sollevarsi quando incontra aria più fredda).
Nell’ascesa la massa d’aria, viaggiano dalla pressione, più elevata, al suolo verso quella, più bassa, in quota, si espande. Ma l’espansione fa sì che essa si raffreddi di 1°C ogni 100 metri di ascesa, fino a raggiungere, prima o poi, la saturazione. A questo punto l’ulteriore ascesa e il conseguente ulteriore raffreddamento della massa d’aria ormai satura, determini l’unione delle molecole di vapore eccedente, generando in tal modo goccioline di nube (droplet).
Le neonate gocce di nube hanno diametri intorno a 10-50 millesimi di millimetro e concentrazioni di 300-600 milioni per metro cubo.
Ma come fa la nube a restare sospesa nel cielo. Insomma perché, seppure lentamente, il peso delle sue goccioline non la fa cadere a terra?
Ebbene, le sue microscopiche goccioline galleggiano nell’aria perché sostenute dalle stesse correnti ascendenti che hanno portato alla saturazione il vapore acqueo.
Pubblicato il 26 marzo 2013 - Commenti (0)