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Quando l'ozono è un nemico
Nella porzione di atmosfera compresa tra 20 e 50 km di quota circa, vi sono elevate concentrazioni di ozono nei cui processi di produzione e di distruzione vengono catturati quasi tutti i temibili raggi ultravioletti del tipo UV-B e UV-C, i più energetici e quindi anche i più nocivi per la biosfera.
Ecco perché questo tipo di ozono è denominato anche “l’ombrello della vita”.
Ma l’ozono può avere effetti nocivi sull’uomo quando respirato oltre una quantità limite, fissata in Italia a 360 microgrammi al metro cubo. Tali concentrazioni si osservano spesso nelle metropoli in estate, in presenza di un prolungato periodo di alta pressione la quale favorisce, oltre che la serenità del cielo, appunto anche temperature elevate. Infatti accumulo di elevate quantità di ozono nei primi metri d’aria prossimi al suolo dipende da un eccesso di ossido d’azoto - prodotto principalmente dal traffico veicolare – il quale, a seguito di processi fotochimici, si trasforma in ozono qualora però siano contemporaneamente presenti alte temperature e forte insolazione. Ecco perché il problema si presenta soprattutto d’estate e nelle ore più calde della giornata.
L’ozono è tossico soprattutto per le vie respiratorie, dove può dar luogo a infiammazioni o aggravare malattie preesistenti (deficit respiratori, bronchiti croniche, enfisemi polmonari, asma). I sintomi tipici dell’eccessiva inspirazione di ozono sono una leggera tosse secca, lacrimazione, irritazione nasale. Per i “metropolitani” è bene quindi evitare di fare sforzi fisici nelle ore centrali della giornata, mentre per chi ha già problemi alle vie respiratorie il consiglio è quello di uscire di casa solo al primo mattino o nel tardo pomeriggio. I più a rischio sono in generale bambini e anziani, ma chi deve prestare molta attenzione è l’asmatico, che in casi di forte inquinamento dovrebbe, nel limite del possibile, lasciare per qualche giorno la città.
Pubblicato il 17 luglio 2012 - Commenti (0)