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Quella luce di primavera che ci stanca
Con la primavera le giornate si allungano, la luce diviene più intensa, i colori più brillanti. Gli occhi percepiscono ovviamente questa differenza cromatica rispetto agli sbiaditi e incolori raggi solari dell’inverno. Le informazioni luminose sono convogliate sulla retina e, da qui, in parte verso la corteccia visiva attraverso i nervi ottici e, in parte, verso la parte più profonda del cervello ove un nucleo ad hoc di cellule “quarzate”, misura, giorno dopo giorno, la lunghezza della giornata solare sulla base della numero di ore con luce o con buio.
E’ in questo modo che il cervello, ad inizio primavera, viene avvertito che l’ambiente atmosferico sta cambiando e che è giunto il momento di sintonizzare le funzioni vitali del corpo con l’allungamento progressivo del giorno e con il corrispondente accorciamento della notte. Ma non tutti riescono a stare al passo con gli incalzanti ritmi imposti all’organismo dal rapido aumento, giorno dopo giorno, del numero di ore con luce ed ecco allora quel senso di spossatezza e di stanchezza muscolare e quei faticosi risvegli al mattino che la saggezza popolare ha sintetizzato nel famoso proverbio: “Aprile, dolce dormire!”.
Pubblicato il 04 maggio 2011 - Commenti (0)