Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
30
lug

Una Messa del tutto speciale

Domenica scorsa, alle 10,30 siamo andati a Messa in oratorio. Io e mio marito siamo aspiranti cattolici, nel senso che ci proviamo. La domenica andiamo a Messa tutti insieme e l’impresa non è facile. Fatichiamo ad arrivare puntuali e niente è più imbarazzante di entrare a Messa iniziata con uno o più passeggini cigolanti alla ricerca di un’area occupabile.

Per fortuna hanno inventato le messe del percorso Battesimi. Nella nostra parrocchia tutte le famiglie che battezzano un figlio, vengono poi invitate a una S. Messa in oratorio all’anno specifica per loro, nella quale viene consegnato un segno. Il tutto si chiude con un momento di convivialità. Detto con parole concrete una Messa con gadget e rinfresco. Il successo dell’iniziativa è totale. Le famiglie sono sempre moltissime, spesso molte disabituate alle celebrazioni domenicali. I nostri figli impazziscono e perfino Pietro, che è il più brillante dei 4, riesce a starci dentro. L’idea che se sta buono durante la Messa può abbuffarsi poi di patatine gli dona una quiete insperata.

Oggi è successo un fatto particolare che vorrei condividere con voi, soprattutto con chi in materia di fede ha idee diverse. A un certo punto della Messa, proprio poco prima della Consacrazione il prete (un don giovane, trent’anni, una specie in estinzione) ha chiamato tutti i bambini sull’altare. Noi genitori ci siamo guardati in faccia e il pensiero è stato comune: “È matto!”. I bambini presenti erano più di trenta, dai 2 ai 6 anni, con una concentrazione di 3/4enni. Loro non se lo sono fatti dire due volte, tutti si sono diretti verso il don. Potete immaginare l’altare di una cappella dell’oratorio: per quanto spazioso è ovvio che per starci tutti occorre stringersi, fare più file, accalcarsi attorno alla mensa. Ho pensato, minimo gli tirano la casula o si appendono alla tovaglia. In queste Messe c’è sempre un brusio di fondo. Avremmo partecipato a più di venti celebrazioni, mai c’è stato un momento di silenzio assoluto. Oggi è successo. Il prete ha consacrato pane e vino e ha letto anche tutta la preghiera dopo circondato da tutti quei bambini. Non volava una mosca. È salita sull’altare anche Caterina, la nostra piccola, che riesce a parlare anche coi sassi. Niente. Non una sillaba.

Dopo il Padre Nostro il prete ha congedato tutti i piccoletti. Un miracolo. Per me è stato un momento di altissima teologia. I bambini guardavano l’altare e stavano zitti. Magari stavano pensando all’orsetto spelacchiato lasciato in macchina o alle altalene da basso o alle patatine… non so. Nessuno ha detto loro di stare zitti, l’hanno capito da soli. Un mistero. Raccontateci, se vi va, COME LA VOSTRA FAMIGLIA VIVE LA DIMENSIONE SPIRITUALE, le fatiche e le scoperte con i vostri bambini. Buona settimana.    

Pubblicato il 30 luglio 2010 - Commenti (1)
23
lug

Baci appassionati

  Oggi ho portato Pietro e Caterina al parco giochi in bici. Il caldo a casa era intollerabile. I due si sono avventurati tra le piante e i giochi per esplorare l’ambiente. C’erano altri bambini in giro con i loro genitori. Dopo un po’ il mio sguardo si sofferma su una panchina un po’ defilata: ci sono due adolescenti che si baciano appassionatamente. Pietro decide di andare ad arrampicarsi proprio sugli attrezzi a pochi metri da loro. Penso che se anche cadesse di testa dal piolo più alto, loro non si accorgerebbero di nulla. Neppure le nostre urla disperate li distoglierebbero dai loro baci, forse neanche le sirene dell’ambulanza (per fortuna Pietro non è caduto!). Io e mio marito ora non riusciremmo a stare appiccicati così a lungo neanche con una pistola alla tempia… con questo caldo poi... Quei due sono incollati, infaticabili, irraggiungibili. Dieci, venti, trenta minuti senza una pausa. Li osservo spesso, mio figlio non si sposta da lì e nello stesso campo visivo tengo a fuoco entrambi. Un po’ li invidio. Io e mio marito di movimento ne facciamo parecchio, i figli e il lavoro ci assorbono tutto il giorno. La sera ci ritroviamo sfiniti, ci mettiamo a fuoco solo dopo un po’. D’estate poi la vivacità dei figli sembra inesauribile, si va tutti a letto più tardi, io e lui riusciamo a parlarci davvero, solo molto tardi. E i baci belli, quelli che durano, hanno bisogno di energia. Il tempo corre e spesso rimandiamo a domani l’appuntamento per stare un po’ vicini. Grazie al cielo ogni tanto ci diamo degli appuntamenti di coppia, solo per noi, rubati a tutto. Lì ricarichiamo le batterie; può essere una cena insieme, una passeggiata, un pomeriggio in casa da soli o, qualche volta, un breve viaggio. Lì riscopro le labbra morbide e umide di mio marito, le stesse che mi appassionavano quando eravamo fidanzati. Sono brevi attimi, sufficienti per riassaporare la passione di quei due ragazzini sulla panchina. Attimi, perché ora la vita è piena di tanto altro. Essere genitori senza un compagno a fianco è difficile. Molte mamme e molti papà la sera, dopo essersi dedicati ai figli, si ritrovano da soli, senza una relazione di coppia a cui appoggiarsi. Il tema di questa settimana è denso: che peso ha l’affettività di coppia nella tenuta energetica di un genitore? Quale spazio riuscite a ritagliare per la cura della vostra coppia? Quali sono le fatiche dei genitori che non vivono più una dimensione di coppia? E soprattutto… c’è qualcuno che si bacia ancora come quei due ragazzi? Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 23 luglio 2010 - Commenti (3)
16
lug

Le paure della notte

Grazie a Dio che ci sono i papà. Tutti e quattro i nostri figli dormono nella stessa stanza, eppure, nonostante l’affollamento, la paura trova spazio. Ognuno ha la sua. Caterina (20 mesi) piange a ogni separazione, non vorrebbe mai che ci allontanassimo da lei. Pietro (4 anni) prima aveva il terrore dei dinosauri (una sera mio marito ha letto una storia sul T-Rex entrando molto nella parte. Risultato: Pietro e Alice hanno pianto per mezz’ora) ora è il turno dei sogni brutti. Alice (6 anni) è la più creativa anche nelle paure: prima aveva il terrore delle streghe, poi della mamma di Coraline (un cartone animato che vi consiglio di comprare ai vostri figli dopo i 18 anni se non volete fare le notti in bianco) e ora ha paura del futuro… mi spiego? Ce ne vuole a confortarla. Jacopo (9 anni) è uscito dal tunnel delle paure. Ne ha avute tante: paura della morte (voleva sapere cosa succede dopo, tipo se in Paradiso si gioca a calcio) della guerra, cosine così. Stanotte due su quattro hanno avuto paura. Alle 2 si è svegliata Caterina. Io sono stata lì a tenerle la manina stesa per terra, in attesa che prendesse di nuovo sonno, poi sono strisciata fuori dalla stanza, ma lei, si è accorta e ha ricominciato a chiamare. “Silenzio, è ora di dormire!” le ho detto con tono deciso, convinta di quello che dicevo. Io non sono per i metodi drastici, soprattutto con i bambini molto piccoli. Sono però convinta che, dopo averli molto rassicurati, coccolati e ninnati, arriva un momento in cui sostenere il distacco. Devono sentire che papà e mamma sono certi che quella è la cosa migliore per loro. Bene, ora mi chiedo: perché quando dico io basta, Caterina continua a urlare e invece quando lo dice mio marito lei si calma? È possibile che in una semplice parola, in un BASTA, si nasconda una gamma di messaggi paralleli che una frugoletta di 20 mesi riesce a cogliere? Il mio basta non convince. Lui è credibile. Io posso anche immedesimarmi nella matrigna di Biancaneve e sfoderare un BASTA ruggente. Lei sente: “Ancora… ancora!” Consiglio a tutte le mamme sfinite da notti tormentate di rinforzare il ruolo del papà. Fategli scoprire il potenziale che c’è in loro, magari nascosto in un sonno pesante.   Alle 2:30 si è  svegliato Pietro in preda al terrore: una mandria di animali ha invaso il suo letto. Abbiamo provato a scacciarli ma erano davvero troppi, anche per mio marito. L’unica via di fuga è stato migrare nel lettone. Capita poche volte, ma di fronte a certe invasioni, non abbiamo ancora trovato il basta giusto. Raccontateci che rapporto hanno i vostri figli con le paure e come le affrontate. Buona settimana a tutti e buone vacanze a chi è in partenza.  

Pubblicato il 16 luglio 2010 - Commenti (0)
07
lug

A proposito di pagelle

“Com’è andata la pagella di tuo figlio?”

“Bene, grazie. Molto bene. Siamo davvero… davvero soddisfatti. E quella del tuo?

“Bene, grazie. Anche lui è stato bravo”

…Nessuna traccia di superlativi… minimo non ha un dieci, forse neanche un nove.

Il pensiero corre veloce. Ci si sente impacciati quando tra le mani abbiamo quel pezzo di carta che racconta nostro figlio con dei numeri. Arriviamo dalle insegnanti o dai professori pieni di attese, vorremmo sapere tutto. Cerchiamo di intuire, dalle poche parole che accompagnano la consegna della pagella, l’idea che hanno dei nostri figli. Vogliono bene ai nostri ragazzi? Li apprezzano?

La scuola è una grande occasione per appassionarsi al sapere. Percepirsi inadeguati zavorra il viaggio della crescita.

Io ricordo un professore di italiano: quando spiegava, gli si sporcavano di bianco gli angoli della bocca; erano per me i segni della sua passione, della foga con cui ci raccontava le storie. Lui mi ha fatto sentire per la prima volta originale.

Se penso ai miei figli spero non trovino mai educatori indifferenti. Per il resto i voti sono solo numeri.

Pensando agli educatori che animano le nostre scuole darei:

1 a quelli che fanno sentire qualcuno uno zero;

2 a quelli che conoscono solo il pronome personale IO;

3 a quelli per cui l’orario di lavoro è solo un conto alla rovescia;

4 a quelli per cui insegnare è un ripiego

5 a quelli per cui potrei non diverrà mai posso;

6 a quelli che ci provano;

7 a quelli per cui ogni ragazzo è una potenza;

8 a tutti quelli che sognano l’alfabeto e si svegliano col sorriso;

9 a quelli che amano l’intervallo e le gite;

10 a quelli che regalano le ali.


Condividete nel blog la vostra esperienza con il mondo della scuola, sia come genitori che come alunni e, se ne avete voglia, divertitevi a creare la vostra pagella. Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 07 luglio 2010 - Commenti (2)
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