di Barbara Tamborini
Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.
28 mag
Jacopo rientra da una caccia di due giorni con gli scout. Quest’anno è entrato nel reparto (12-16 anni). A ogni squadriglia è stata affidata una missione, una prova speciale dove dimostrare le proprie capacità.
“Sono sfinito!” si sfila lo zaino e lo lascia cadere a terra.
Io: “Ciao tesoro. Ben tornato! Allora? È stato bello?”
“Posso non andare a scuola domani?”
Il papà: “Avete camminato molto?”
La mamma: “Vuoi fare un bel bagnetto caldo?”
Lui: “Ho la schiena a pezzi. Abbiamo fatto 20 km a piedi con sto’ zaino pesantissimo. Ho dormito poco perché sono venuti dei ragazzi a farci degli scherzi, bussavano alla porta dell’oratorio, io non capivo chi fossero… ci ho messo un sacco ad addormentarmi. Domani voglio stare a letto.
Io: “Adesso vieni a farti un bel bagno e poi ne parliamo”.
Lui si immerge al volo e poi ricomincia: “Non vi chiedo mai di stare a casa. A scuola faccio sempre il mio dovere” VERO! “se una volta vi chiedo di stare a casa me lo potete concedere!!!!!”.
Io: “In effetti non ce lo chiedi mai. Ma se adesso ti riposi…”
Lui: “Se devo andare a scuola devo fare i compiti senza un attimo di tregua”.
Io: “Ieri ti avevo detto di farli prima di partire per la caccia che poi saresti stato stanco!”
Lui: “È vero, ma adesso è andata così e io non ho la forza di farli”.
Lo guardo, lui il mio bambino è davvero sfatto, ha fatto poche assenze, me lo immagino nel suo lettino che si risveglia dopo le 10, rigenerato e poi un po’ di relax sul divano…
Raggiungo mio marito per parlarne con lui, che mi dice: “Secondo me deve andare a scuola. Gli scout sono un’occasione per vivere avventure speciali, magari stancanti, ma che vale la pena affrontare. Non posso pensare che una due giorni scout distrugga e sfinisca fino a far perdere la scuola. Se domani dovesse esserci una partita dell’Inter stai tranquilla che sarebbe pronto a partire alle 5 del mattino a piedi”.
Rifletto. Riguardo il mio bambini che mi interpella con fare speranzoso e occhio mogio. Guardo mio marito. Lo sento sicuro del suo. “J. domani va a scuola”. Non so che posizione tenere e si vede.
Poi mi affido alle parole di mio marito, forse anche solo per il tono deciso con cui vengono pronunciate: “Alla riunione per i genitori ci dicevano che gli scout educano i ragazzi alla fatica. Noi dobbiamo aiutarli a sentirsi forti”.
E il verdetto è dato: domani si va a scuola con la possibilità di avere una giustifica per i compiti di matematica. Lui se ne va in camera arrabbiato, chiude la porta e si mette a fare i compiti di italiano. Sparisce per un’ora. Poi torna ed è un’altra persona.
Ride, è tranquillo, chiacchiera coi suoi fratelli. Chiede di poter fare con loro una partita alla Wii. Li sentiamo ridere insieme, giocare con grinta, non c’è più traccia di stanchezza.
La sera prima di addormentarsi gli massaggio le gambe con un olio tonificante.
Il giorno dopo si fa svegliare senza problemi ed esce in orario di ottimo umore. Torna da scuola sereno, nessun indolenzimento. Mi chiede se può andare a giocare a pallone da un amico.
“Certo tesoro!”
Penso alla ricchezza della genitorialità di coppia, una mano morbida per coccolare e una mano forte per sostenere, un cuore che sente e una testa che vede oltre. Mi piace pensare che mamma e papà possano essere diversi e complementari. Mi piace ogni tanto sospendere la mia visione dei fatti e accettare con fiducia il punto di vista di mio marito. È successo la prima volta che abbiamo sostenuto i nostri bambini a dormire nel loro lettino.
Succede ogni volta che ci traghetta in tempi rapidi fuori da un capriccio. Mio marito mi ha aiutato a vedere la forza che c’è nei miei figli e che il mio abbraccio stretto non mi avrebbe permesso di scoprire. Mi piace vederlo autorevole e capace di sostenere la fatica di una conquista.
Dopo la fatica di lasciar condurre a lui il gioco, scopro la gioia del traguardo.
Sono orgogliosa del mio piccolo scout che ha dimostrato di essere davvero forte.
E voi cosa ne pensate? Vi capita di essere in disaccordo nella gestione di una scelta educativa o di un permesso da dare o non dare? Quali strategie adottate per trovare un accordo? Quali emozioni sperimentate? Un caro saluto a tutti
Pubblicato il 28 maggio 2013 - Commenti (1)
20 mag
J. (12 anni) prima di addormentarsi: “Mamma, ma tutti quelli che hanno creduto nell’Islam, quando muoiono e poi non trovano di là Allah in cui hanno creduto… saranno un po’ arrabbiati?”.
“Non saprei… ma come fanno a venirti certe domande a quest’ora?”
“Cioè, pensa a uno che tutta la vita ha creduto nella reincarnazione e poi non si reincarna… una bella fregatura!”
Penso a quale prete posso disturbare per una consulenza teologica alle ore 23.
Lui continua: “E che delusione per i faraoni che credevano di far sopravvivere l’anima diventando mummie e facendo costruire piramidi!”
“Pensa agli schiavi che dovevano costruirle senza poterle usare per salvare le loro di anime”.
“Appunto! Mi spieghi come facciamo a essere sicuri che solo il nostro Dio è quello giusto e tutti gli altri stanno sbagliando? La mia compagna di classe è musulmana, lei sta sbagliando tutto? Lei non può andare in paradiso?”
“Tutte le grandi religioni invitano l’uomo a lodare Dio e vivere in armonia con i fratelli. Questa è la strada per la salvezza. Madre Teresa di Calcutta diceva:
- C'è un solo Dio, ed è Dio per tutti; è per questo importante che ognuno appaia uguale dinnanzi a Lui. Ho sempre detto che dobbiamo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore ed un cattolico a diventare un cattolico migliore. Crediamo che il nostro lavoro debba essere d'esempio alla gente -“.
Mi ritrovo nelle domande di mio figlio, più volte anch’io mi sono chiesta come la salvezza possa raggiungere tutti i confini della terra, come la testimonianza possa andare a braccetto con la libertà di credo e con il riconoscimento del valore altrui. Se la Verità è una, chi la possiede?
Come educare i nostri figli?
La scuola è un’occasione continua di incontro con altre culture e religioni. L’integrazione e il dialogo lì sono un fatto quotidiano. La conoscenza tra i bambini rende possibile la nascita di legami saldi, le differenze non sono più un problema. L’amicizia facilita l’incontro ed è questa la base anche nei progetti su larga scala. La Comunità di Sant’Egidio che ha tra i suoi obiettivi fondanti l’ecumenismo, parte proprio dalla costruzione di relazioni di stima e fiducia tra le persone.
Il vero male è crescere figli senza speranza. Educare alla fede nel trascendente è regalare a un figlio la voglia di porsi domande e di accogliere la risposta di un Dio che si è Rivelato. Per noi l’Altissimo ha il volto di un Dio che si rivela in un Figlio fatto uomo tramite lo Spirito Santo... cosa sperare di meglio per sentirsi prossimi al cielo?
Vi consiglio due cartoni animati per parlare di fede con i vostri bambini. Il primo è nelle sale nei prossimi giorni e si intitola: Epic e il mondo segreto. (Animazione, Usa 2013, 86 minuti) Una storia di lotta tra il male e il bene dove mondi diversi si possono incontrare solo con gli occhi di chi sa credere nell’invisibile. “Solo perché non hai visto qualcosa non vuol dire che non esista!”
Il secondo è un bellissimo film di qualche anno fa: Ortone e il mondo dei Chi (Animazione, Usa, 2008, 88 minuti). È la sorprendente storia del simpatico elefante Ortone che mentre sta facendo un bagno rilassante in un fiume sente una voce misteriosa provenire da un granello di polvere che fluttua nell’aria. Scoprirà che su quel puntino, adagiato su un trifoglio in fiore, vive la Città di Chi non So, abitata dai microscopici Chi. E lui cosa pensò? Cominciò il suo rovello, c’era per forza qualcuno su quel piccolo granello… so di averti sentito dire qualcosa, lo so, ma dove sei?
Un bellissimo film per la famiglia (consigliato anche ai bambini dai 9 anni in su) è Il sole dentro (di P.Bianchini, Drammatico, Italia, 2012, 100 minuti). Prende spunto da una storia vera: due ragazzi africani scrivono una lettera "Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell'Europa" per descrivere la condizione dei bambini nel loro Paese e chiedere aiuto e decidono di imbarcarsi clandestinamente nel vano carrello di un aereo diretto a Bruxelles per consegnarla personalmente. Il film narra in parallelo la storia di Rocco, un ragazzino senza famiglia e di Thabo bambino prelevato dall’Africa da un’associazione di calcio che poi lo abbandonato alla stazione di servizio dell’autostrada perché non ritenuto abbastanza promettente. Rocco riesce a ritrovare l’amico e insieme decidono di mettersi in viaggio verso il paese di origine di Thabo dove vive la sua famiglia. Una storia piena di spunti per confrontarsi in famiglia e rovesciare molti luoghi comuni.
Che domande vi fanno i vostri figli sulle religioni? Come educate alla fede? In che occasione vi è sembrato di toccare con mano la possibilità che persone con credi diversi possano fare unità? Cosa avete imparato dai vostri figli sul tema di integrazione? Un caro saluto a tutti.
Pubblicato il 20 maggio 2013 - Commenti (1)
08 mag
C’è un giovane nutrizionista, molto simpatico e diciamocelo tra di noi, anche parecchio affascinante, che si aggira un po’ in tutti i media e che dispensa consigli e ricette per un’alimentazione sana e nutriente. L’esperto in questione si chiama Marco Bianchi e sfido chiunque tra voi a non averlo mai visto, letto o sentito di qui o di là negli ultimi due anni.
Ha fatto tv, radio, scritto libri, consulenze per i principali quotidiani. La sua missione? Aiutarci a mangiare meglio e più sano. Le sue regole: usare il cibo non semplicemente come qualcosa che ci alimenta, ma anche come qualcosa che nutre il nostro benessere e la nostra salute. La scienza alla quale fa riferimento il suo lavoro si chiama NUTRACEUTICA che è una contrazione di due parole: nutrizione e farmaceutica. Facendo un po’ di ricerca ho scoperto che il termine è stato inventato coniato dal Dr. Stephen De Felice nel 1989 e fa riferimento alla capacità che alcuni alimenti hanno di produrre effetti benefici e salutari sulla salute umana. Ovvero: il cibo come nutrimento ma anche come medicina, grazie ad alimenti funzionali che sono molto digeribili, ipoallergenici e ricchi di principi attivi naturali di verificata efficacia.
Marco Bianchi ha il merito di aver compilato la lista dei cosiddetti MAGNIFICI 20, ovvero di quelle famiglie di alimenti che non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta (e in quella dei nostri figli) per rendere ciò che mangiamo un reale strumento che non solo ci alimenta ma veicola al tempo stesso benessere e aiuta a prevenire le principali cause di malattia di cui è afflitta l’umanità in tutto il mondo
1. Quinoa & Soia
2. I Germogli
3. Le Alghe
4. I Semi Oleosi
5. Olio di Lino e Olio di Oliva
6. Spezie ed Erbe Aromatiche
7. Aglio e Cipolla
8. Cavoli e Famiglia
9. I Verdi
10. Gli Spinaci
11. Il Pomodoro
12. Gli Arancioni
13. I Legumi
14. Il Pesce Azzurro
15. Gli Agrumi
16. I Rossi
17. L’Uva
18. La Frutta Secca
19. Il Malto
20. Il Cioccolato
In un interessantissimo documento che potere scaricare all’indirizzo qui sotto sono sintetizzati i principi generali ai quali orientarsi per organizzare la dieta alimentare della famiglia. Ci sono concetti tanto semplici quanto rivoluzionari. Uno tra tutti è che chi fa una colazione a base di latte zuccherato e biscotti (che non sono mai solo 4 –dose consigliata sulla confezione- ma molti di più) va incontro ad un rapido aumento della glicemia che determina un’iperproduzione di insulina che a sua volta fa abbassare la glicemia, determinando un senso di fame che porta ad introdurre nuovamente zuccheri (merenda di metà mattina) che però fanno immediatamente rialzare la glicemia e quindi l‟insulina, determinando una nuova fase di ipoglicemia (per cui si arriva a pranzo con il buco nello stomaco) e cosi via in un circolo vizioso che alla lunga può portare al sovrappeso e all’obesità.
http://www.istitutotumori.mi.it/istituto/documenti/cittadino/Il_cibo_dell'uomo.pdf
La sfida per le mamme è molto complessa. Io fatico a trovare alternative gradite ai bambini, soprattutto per la colazione, dove il tempo è poco. I magnifici 20 sono alimenti ottimi ma come utilizzarli per preparare piatti gradevoli ai bambini? O mangi la minestra o salti la finestra: quanto questo detto è ancora valido? Raccontateci cosa succede attorno alla vostra tavola, aneddoti, successi e/o fallimenti, ricette, etc….Vi aspetto.
Un ricetta per un dessert buono e sano:
Crema alla pesca e cannella con pinoli e cioccolato (2 porzioni)
1 pesca noce grande, 2 tazze di latte di riso, 1 cucchiaio di zucchero di canna, 30 g di fecola di patate o amido di riso (o di mais), un pizzico di cannella, 2 cucchiaini di farina di mandorle, una manciata di pinoli, un cucchiaio di gocce di cioccolato fondente
Lavare e sbucciare la pesca e frullarla con il latte di riso e lo zucchero di canna. Aggiungere il liquido alla fecola poco a poco mescolando con una frusta. Quando tutti i grumi saranno sciolti, mettere sul fuoco a fiamma moderata e mescolare fino al raggiungimento della densità ottimale. Affinché la crema sia ben cotta e non sappia di farina, dovrà cuocere almeno 4-5 minuti dall’ebollizione.
Aggiungere i pinoli, la farina di mandorle e la cannella, mescolare bene, quindi versarla nei bicchierini. Lasciar raffreddare e conservare in frigo. Prima di servire guarnire con altri pinoli e un po’ di granella di cioccolato fondente. (questa è altre ricette sono presenti sul sito http://www.imagnifici20.it/)
Ecco due interessanti libri scritti da Marco Bianchi per l’alimentazione dei bambini:
Tesoro salviamo i ragazzi, M.Bianchi, Kowalski, 2012
I cibi che aiutano a crescere, M.Bianchi e L.Titta, Mondadori Electa, 2013
Pubblicato il 08 maggio 2013 - Commenti (1)
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