Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
09
ago

Montagna: come convincere i figli a camminare?

È tempo di vacanza e figli a casa, di passatempi e gite da organizzare. La montagna è un luogo ideale per stimolare i bambini alla fatica e i genitori alla creatività: “Come convincere mio figlio a camminare?”

C. (quasi 4 anni) dopo due minuti di passeggiata: “Sono stanca!” e si accuccia a terra. Non è facile farla rialzare. Gli altri figli approfittano della pausa per stravaccarsi a terra e bivaccare.


Mi hanno raccontato di un papà capace di accompagnare il figlio di 6 anni verso vette molto impegnative: ghiacciai, rifugi di alta quota. Il piccolo non smette mai di avanzare a condizione di essere l’ultimo della fila con il papà che gli racconta storie. Metri, minuti, ore di parole che gli danno energia.

Fossi una casa editrice andrei a conoscere questo novelliere infaticabile.

Raccontare storie è una bellissima idea ma serve fiato (soprattutto se si sale) e fantasia… non tutti possono farcela. Ecco qui altre semplici idee:

  • giochi fisici e giochi pratici (questo è il nome che hanno inventato i nostri figli) è una sfida in movimento (adatto quando ci sono più bambini) che permette di avanzare con alcune tappe di gioco in sosta. I giochi possono essere fatti a squadre o individuali.
    Es. di giochi mentre si avanza: Trovare almeno 3 canzoni con la parola … MARE o AMICO o AMORE, etc…; finire la frase in rima: es. “Siam venuti fin qui in montagna noi bambini…”; inventare una storia di un minuto con inizio-svolgimento-fine (lasciare 10 minuti per pensarla e intanto si cammina); trovare la parola misteriosa: si dicono due parole e l’iniziale della parola misteriosa che sta in mezzo perché collegata ai termini che la precedono e la seguono. Es. cane - O - buco (cane – osso – buco), pala – N – bianca (pala – neve – bianca), sirene – U – viaggi (sirene – Ulisse – viaggi); trovare dieci tipi di foglie diverse; etc.
    Esempi di giochi per la sosta: mettere in pila uno sopra l’altro dieci sassi; costruire una scultura a tema coi materiali della natura e darle un titolo; lanciare la pigna con un bastone il più lontano possibile (baseball); etc.

Percorso kneipp.
Percorso kneipp.

  • riprodurre un percorso kneipp: costruire un percorso lineare da delimitare con dei legnetti e disporre tanti tipi di materiali diversi su cui poi camminare a piedi nudi. Il percorso dovrebbe avere anche dei passaggi nell’acqua ma nel nostro caso non è stato possibile realizzarli. Abbiamo preferito costruire l’istallazione a fianco del sentiero così da poter proporre il percorso a tutti i passanti riscuotendo un discreto successo. L’impresa richiede tempi lunghi (3 ore ca. tra costruzione e sperimentazione) quindi è adatta per una giornata stanziale. I materiali che si possono usare sono moltissimi: sassi grossi, sassolini, cortecce, aghi di pino non troppo pungenti, pigne, legnetti, foglie, tronchi, etc. dedicare a ogni materiale almeno 60 cm.

  • la chicca (grazie a G.) un’idea per un tocco di originalità a pranzi e cene del tempo estivo: mettere una cosa strana nella pietanza che viene servita: es. un rametto di rosmarino nel panino del pic-nic, una pasta cruda nel primo, etc. chi trova la chicca deve fare qualcosa di particolare davanti agli altri o avere un trattamento speciale

    E voi come allietate questo tempo di pausa dal lavoro? Per qualche famiglia la crisi ha reso impossibile la possibilità di andare via e a questi genitori è chiesto uno sforzo aggiuntivo: testimoniare ai propri figli comunque la voglia di stare bene insieme. Una chicca speciale a chi ci prova nonostante tutto.
Raccontateci la vostra estate, esperienze belle che avete condiviso con i figli, idee che vi hanno regalato momenti speciali da condividere insieme. Intanto buone vacanze a tutti.

Pubblicato il 09 agosto 2012 - Commenti (3)
21
giu

Coltivare un orto

Mio figlio P. (6 anni) ha partecipato a un concorso di disegni su temi ambientali ed ha vinto… non abbiamo capito bene se per estrazione o per merito, ma ciò che è certo e che è arrivata a casa nostra una splendida serra. Nessuno di noi ha il pollice verde pe rcui abbiamo dovuto fare qualche ricerca prima di improvvisarci agricoltori.
L’esperienza della semina e del raccolto può essere realizzata da chiunque, basta avere a disposizione anche un semplice vaso con un po’ di terra fertile e qualche seme. Proponete ai vostri bambini per esempio di coltivare del basilico per poi preparare insieme del pesto. Prendersi cura di una piantina, è un impegno sostenibile anche da bambini molto piccoli e il raccolto ricompenserà generosamente le attenzioni giornaliere dedicate alla coltivazione.

Per chi ha un giardino o un orto, il tempo della fioritura o delle piscine all’aperto o anche solo dei giochi con l’acqua coincide anche con il terrore per le vespe che adorano il fresco e il dolce. Mia figlia di 3 anni ogni volta che vede un insetto volarle nei suoi paraggi, urla disperata e noi dobbiamo precipitarci in cortile.

Leggendo un libro illustrato che offre interessantissimi spunti per il giardinaggio e che consiglio vivamente a chi vuole approfondire l’argomento (C.Pagani, M.Pallavicini, Il maestro giardiniere, Giunti), ho trovato indicazioni per costruire originali TRAPPOLE PER INSETTI.

Cimentatevi nella costruzione di queste ingegnose trappole che sapranno catturare gli insetti invadenti senza avvelenare l’aria che respirate. Ecco una semplice idea per rendere attivi i bambini nell’evitare incontri ravvicinati con pungiglioni minacciosi. Vi servono due bottiglie di plastica, un taglierino e un pezzo di fil di ferro per costruire il gancio.

L’esca da mettere sul fondo della trappola varia a seconda degli insetti che si vogliono catturare:

Vespe, calabroni:
birra, acqua con zucchero e aceto (praticamente una miscela agro-dolce).

Zanzare:
200ml di acqua, 50g di zucchero grezzo, 1g di lievito
(Il lievito fermentando lentamente, produrrà anidride carbonica, la stessa che attraverso il nostro respito guida verso di noi le zanzare.)

Le trappole vanno appese in luoghi alti, non raggiungibili dai bambini (Es. albero, grondaia, ombrelloni, pali, etc.)

E voi che passioni coltivate coi vostri figli in questi mesi d’estate? Raccontateci le vostre avventure! Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 21 giugno 2012 - Commenti (0)
02
feb

Come apprendono i nostri figli

P. (4 anni) è sull’altalena. “Papà mi spingi?” “Ancora! Voglio andare più forte!” “Mi sono fermato… spingimi ancora! Dai più in alto…”
“Prova a spingerti da solo”.
P: “Non ci riesco!”
“Guarda come fa tua sorella, avanti e indietro”
Lui muove le gambe in su e in giù, senza effetti.
“Prima avanti e poi indietro”. Niente.
“Devi spingerti con il sederino…”
Lui lo guarda pensieroso, aggrotta la fronte, poi spinge, la testa e il busto vanno indietro, d’istinto stringe le mani sulla catena, allunga i piedi in avanti… e va in su, ci riesce, è la sua prima vera spinta. Lo capisce subito. Ride: “Papà, quasi cadevo indietro…”
“Ce l’hai fatta, è quello il movimento giusto, per questo devi tenerti stretto con le mani!” Ci riprova, una, due, dieci volte. Ci guarda sorridente e non si ferma mai, oscilla sempre più alto.
“Mi spingo da solo! Ho imparato!”.
Evviva, d’ora in poi al parco potrò starmene seduta a leggere mentre lui fa da sé.
Perché c’è voluto così tanto tempo prima che ci riuscisse? Ho provato a spiegarglielo decine di volte, senza successo, non riuscivamo ad intenderci.

L’intuizione, per accendersi, ha bisogno di parole appropriate al momento giusto. Prima sono solo suoni vuoti. Così è per chi impara ad andare in bicicletta, a fare i primi passi, a fischiare, ad allacciare le stringhe, a fare la pipì sul vasino, etc. quegli apprendimenti che necessitano di un’illuminazione, di un salto qualitativo, di una piccola creazione. Sono scoperte che demarcano un prima e un dopo e che generano uno spazio più o meno ampio per sperimentare tante nuove azioni. È un po’ come indossare un nuovo paio di occhiali che trasforma quello che vediamo e le nostre possibilità di muoverci in quell’ambiente rinnovato.

La vita è un susseguirsi di piccole creazioni. Per anni non capisco perché mio marito s’irrigidisce quando un figlio cade e si sporca, cosa sarà mai? Perché si deve così innervosire? Poi mi si aprono gli occhi: mi accorgo che non sa dove mettere le mani, non riesce ad affrontare la situazione. L’ho capito solo ora, fino a ieri per me la sua era solo poca pazienza, da ora vedo anche una richiesta di aiuto. Non è divertente come imparare ad andare sull’altalena, ma anche questo serve, se si vuole mantenere in movimento la coppia.

E voi come accompagnate i vostri figli nei loro apprendimenti? Cosa deve fare un genitore per stimolare e sostenere le intuizioni dei bambini? Raccontateci quello che avete osservato nei vostri figli, le loro prime volte importanti. E voi mamme e papà, quali illuminazioni vi hanno aiutato a diventare genitori o persone migliori? Aspetto i vostri racconti. Buona settimana!    

Pubblicato il 02 febbraio 2011 - Commenti (5)
27
gen

Risposta a Ivan

Caro Ivan,
in merito al suo post di commento al mio contributo "Anche le mamme sbagliano", gli errori che ho fatto sono due:

1. cedere per sfinimento: «E va bene, mi hai sfinito, mangia quello che vuoi».
2. usare parole offensive che svalutano: «Se poi, invece di correre con i tuoi amici, rotoli, non venire a lamentarti da me!».

Personalmente, il secondo errore mi sembra più grave del primo. Non devo ricorrere a questi attacchi per far rispettare una regola, il divieto è per un bene in più, è questo il motore che rende i genitori saldi nelle proprie strategie educative.

Sono quindi pienamente d'accordo con lei sull'importanza di dire dei no fermi, che non si piegano ai capricci, e così avviene quasi sempre purtroppo o per fortuna in casa nostra. Tornassi indietro non direi a mio figlio che se mangia un dolce rotola, a lui che ogni giorno ha sempre una merenda meno grossa e meno golosa dei suoi compagni.

Grazie per il suo intervento.

Pubblicato il 27 gennaio 2011 - Commenti (1)
25
gen

Anche le mamme sbagliano

J (10 anni): “Mamma, ho fame”
Io: “Ma sono le 15:30… hai finito di mangiare da un’ora e mezza”
J: “È allora? È passato già tanto… io ho fame!”
Io: “Mangiati un frutto!”
J: “No se ne parla, io voglio mangiare qualcosa…”
Io: “Prendi uno yogurt da bere”
J: “Quello non mi fa muovere nemmeno i denti”
Io: “A pranzo hai mangiato un sacco, la pasta, la carne…”
J: “Capirai…”
Io: “Prenditi un succo!”
J: “Non ho sete, ho fame, voglio mangiare un dolce. Che problema è? È la fine del mondo se mi mangio una merendina?”
Io: “La brioche no… prendi una fetta biscottata…”
J: “Che schifo… mi soffoco tanto, è secca...”
Io: “Non ti va bene niente! Prendi un po’ di pane”
J: “Voglio mangiare un dolce vero… dei biscotti col cioccolato”
Io: “Due”
J: “Dieci!”
Io: “Massimo tre”
J: “Otto! Ho fame, sto crescendo… mi devi dare da mangiare”
Io: “E va bene, mi hai sfinito, mangia quello che vuoi. Prenditi la brioche e i biscotti… poi se invece di correre con i tuoi amici, rotoli, non venire a lamentarti da me!”
Sento le parole che mi escono dalla bocca… meglio di Crudelia Demon. Mi guarda con gli occhi sbarrati. Sta per piangere.
J: “Va bene… non mangio niente… se è così grave…” e se ne va, lasciandomi lì al tavolo davanti al pc. L’ho detto per il suo bene… Possibile che abbia sempre fame!? Possibile che mi sia uscita di bocca una tale mostruosità? Scendo con un vassoio con una brioche circondata da una corona di biscotti, i suoi preferiti.
Io: “Scusa! Ho proprio sbagliato a dire quella cosa”.
J: “Io non voglio rotolare...”
Io: “Scusami, ho detto proprio una stupidata. Ero così stanca di stare a litigare che ho detto una cosa non vera. Tu sei in forma splendida”. Lo abbraccio e lui si fa consolare.
Io: “Per farmi perdonare puoi scegliere quello che vuoi” e gli porgo il vassoio.
J: “Prendo cinque biscotti”.
Io: “Ottimo!”
J: “E poi mi mangio tre clementine… ci sono quelle senza semi?”
Io: “Certo, sono su che ti aspettano”
J: “Me le butti giù, così io comincio subito ad allenarmi col pallone”
Io: “Aggiudicato!” e gli schiocco un bacione.

Se vi va, raccontate i vostri errori, le parole che non avreste voluto dire ai vostri figli e come avete fatto a rimediare. Vi aspetto!    

Pubblicato il 25 gennaio 2011 - Commenti (4)
11
gen

Una sorpresa a zero calorie

Come privare i propri pargoletti della gioia di una calza della Befana piena di dolciumi colorati e zuccherosi? Mai, io non ce la faccio. Sorrido e intanto pianifico la gestione del bottino nei giorni a venire. In genere resta a lungo negli armadi fino a diventare obsoleto… il segreto è non metterlo troppo in vista.

La fatica vera per me è quella di trovare piccole gratificazioni per i miei figli nella quotidianità. La tentazione di premiarli con qualcosa di goloso da mangiare: una caramella, un cioccolatino, un leccalecca, etc. è forte: l’effetto è assicurato e la fatica nulla. Pediatri e nutrizionisti però suggeriscono di non rafforzare questa associazione che stimola abitudini malsane. E allora che fare? Per questo motivo, e considerato che difficilmente riuscirò a convincere nonni, zii, amici e conoscenti a fare lo stesso (cosa sarà mai una caramella, moltiplicato x "n" incontri fa parecchia roba), ho cercato di inventarmi qualche alternativa di pronto uso per premiare i miei figli. I risultati sono stati ottimi anche se a volte rimpiango la praticità delle caramelle.

      Idea 1. Gli adesivi
Procuratevi degli adesivi colorati. Se ne trovano sacchetti con forme e colori diversi, spesso associate ai personaggi più amati dai vostri figli. I nostri ragazzi si sono appassionati all’idea di collezionarli e hanno iniziato a creare quadernetti sui quali attaccarli.

      Idea 2. I tatuaggi
Un tatuaggio è una magia che affascina i figli di tutte le età. Ogni volta che entra in casa nostra nipote che ha quasi quattordici anni e il tatuaggio potrebbe quasi andare a farselo a Londra, impazzisce dalla voglia di avere un tatoo nuovo da stamparsi con i cuginetti.

      Idea 3. I bigliettini
Ogni tanto mi piace nascondere qualche biglietto con una scritta speciale o con un semplice disegno e vedere la meraviglia dei miei figli quando lo scoprono. Per esempio mi è capitato di metterli sotto il loro pigiama, nella cartella vicino alla merenda, nella doccia, sulla scrivania. Mi piace molto preparare i biglietti per raccontargli la mia gioia di fronte a una loro buona azione o per sostenerli in una fatica.

Aspetto nuove idee a caloria zero, intanto mi scelgo un dolcetto dalla calza dei miei figli, lo faccio per il loro bene! Buona ripresa a tutti.

Pubblicato il 11 gennaio 2011 - Commenti (0)
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