Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
21
giu

Coltivare un orto

Mio figlio P. (6 anni) ha partecipato a un concorso di disegni su temi ambientali ed ha vinto… non abbiamo capito bene se per estrazione o per merito, ma ciò che è certo e che è arrivata a casa nostra una splendida serra. Nessuno di noi ha il pollice verde pe rcui abbiamo dovuto fare qualche ricerca prima di improvvisarci agricoltori.
L’esperienza della semina e del raccolto può essere realizzata da chiunque, basta avere a disposizione anche un semplice vaso con un po’ di terra fertile e qualche seme. Proponete ai vostri bambini per esempio di coltivare del basilico per poi preparare insieme del pesto. Prendersi cura di una piantina, è un impegno sostenibile anche da bambini molto piccoli e il raccolto ricompenserà generosamente le attenzioni giornaliere dedicate alla coltivazione.

Per chi ha un giardino o un orto, il tempo della fioritura o delle piscine all’aperto o anche solo dei giochi con l’acqua coincide anche con il terrore per le vespe che adorano il fresco e il dolce. Mia figlia di 3 anni ogni volta che vede un insetto volarle nei suoi paraggi, urla disperata e noi dobbiamo precipitarci in cortile.

Leggendo un libro illustrato che offre interessantissimi spunti per il giardinaggio e che consiglio vivamente a chi vuole approfondire l’argomento (C.Pagani, M.Pallavicini, Il maestro giardiniere, Giunti), ho trovato indicazioni per costruire originali TRAPPOLE PER INSETTI.

Cimentatevi nella costruzione di queste ingegnose trappole che sapranno catturare gli insetti invadenti senza avvelenare l’aria che respirate. Ecco una semplice idea per rendere attivi i bambini nell’evitare incontri ravvicinati con pungiglioni minacciosi. Vi servono due bottiglie di plastica, un taglierino e un pezzo di fil di ferro per costruire il gancio.

L’esca da mettere sul fondo della trappola varia a seconda degli insetti che si vogliono catturare:

Vespe, calabroni:
birra, acqua con zucchero e aceto (praticamente una miscela agro-dolce).

Zanzare:
200ml di acqua, 50g di zucchero grezzo, 1g di lievito
(Il lievito fermentando lentamente, produrrà anidride carbonica, la stessa che attraverso il nostro respito guida verso di noi le zanzare.)

Le trappole vanno appese in luoghi alti, non raggiungibili dai bambini (Es. albero, grondaia, ombrelloni, pali, etc.)

E voi che passioni coltivate coi vostri figli in questi mesi d’estate? Raccontateci le vostre avventure! Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 21 giugno 2012 - Commenti (0)
07
giu

Prendi il largo!

A. (8 anni) “Mamma, lo sai che con i miei compagni stiamo organizzando la cena di fine anno?”
“Wow, che bella idea” penso all’agenda zeppa di feste di fine qualcosa “una tutta vostra…”
“Hanno detto che sarebbe bello organizzarla in una casa… così stiamo più tranquilli…”
“E già… però siete più di venti” butto l’occhio al cortile per vagliare la fattibilità della cosa.
“Sì, ma la pizzata è aperta anche ai genitori…”
“Quindi almeno uno per bambino”
“E ai fratelli… poi ci sarebbe anche la III B…”
“Credo che la pizzeria sarà un luogo perfetto per festeggiare insieme!”

Ogni giorno mi sento interpellata da domande diverse di fronte alle quali prendere una posizione, fare una scelta. Invitare un amico di mio figlio a cena, organizzare una festa di compleanno, preparare un dolce per un’amica, ospitare una famiglia straniera, partecipare a Family 2012, fare il minestrone surgelato o prepararlo con le verdure fresche, etc. Le imprese possono essere piccole o grandi, ma sono comunque scelte da prendere, energia da investire o preservare. Una rappresentanza della nostra famiglia ha avuto la gioia di partecipare all’incontro del Papa coi cresimandi/cresimati che si è tenuto venerdì mattina allo stadio di San Siro. Lo slogan dell’incontro era “Prendi il largo…” Noi ci siamo fermati lì. Non ce la siamo sentiti di andare agli altri incontri in programma. Ci saremmo dovuti muovere con tutti i bambini al seguito e non ce la siamo sentita, siamo rimasti a riva. Partire significava alzarsi all’alba, camminare, aspettare, ascoltare,… Certi giorni, prendere il largo è proprio faticoso. A volte ho la sensazione di essere in balia della corrente, di aver pescato per troppe ore, sento il bisogno di fermarmi. A volte invece mi sento invasa di energia, vorrei fare mille cose, ma la famiglia è un equipaggio, occorre fare squadra, essere alleati, remare nella stessa direzione. Ci sono momenti in cui la mia voglia di partire contrasta col bisogno di mio marito di restare a riva e viceversa. Questa diversità obbliga a parlarsi, a discutere, a volte a litigare… e la decisione è quasi sempre un compromesso. A volte scegliamo la riva per salvare l’unità. Molte volte riusciamo a scrollarci timori e stanchezze di dosso e a imbracciare i remi.

In questi giorni ho festeggiato i miei quarant’anni. Ero indecisa se imbarcarmi nell’organizzazione di qualcosa oppure limitarmi a una torta in famiglia. Mio marito mi ha incoraggiata e così ho fatto festa con tutti i miei amici e parenti più cari, una grande festa danzante. Ho cucinato con le mie amiche, c’è stato tanto da fare, ma il risultato mi ha riempito di gioia. A volte c’è bisogno dello straordinario, aiuta a ritrovarsi. Nella festa ho sentito il legame profondo che ci unisce alle persone che ci sono prossime. Ho nel cuore gesti e pensieri che resteranno per sempre. Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie appena concluso è stato per molti un viaggio desiderato e realizzato. Il coraggio di affrontare una fatica per una meta che ripaga il centuplo. Per altri un momento importante visto da lontano, magari con un po’ di rimpianto.

E voi, quanto vi sentite interpellati nella vostra quotidianità a prendere il largo? Come decidete in famiglia il viaggio o la riva? Quanto vi sentite in balia della corrente? Come riuscite a preservare freschezza nell’assolvere ai vostri impegni? Buona settimana a tutti.

Pubblicato il 07 giugno 2012 - Commenti (4)
01
giu

Interazioni virtuali e bambini

Ordino la spesa e discuto con i gassisti on line, cerco le ricette su Internet quando ho ingredienti che non so utilizzare, skypo con qualche amica tutti i giorni o col marito quando è in trasferta, scrivo e ricevo mail piene di messaggi che mi emozionano e mi rendono felice, e poi ci siete voi! Ogni settimana mi piace pensare al messaggio che scriverò e soprattutto adoro leggervi quando scrivete (fatelo in tanti!). Mi dicessero che da domani l’interazione on-line è OFF ci rimarrei male, le mie giornate sarebbero diverse. Però mi resta una domanda in testa per cui fatico a trovare una risposta: l’interazione virtuale migliora le competenze sociali? La domanda vale soprattutto per i più giovani (bambini, preadolescenti, adolescenti): La rete può essere un ambiente dove costruire la propria identità?

Se A. (8 anni) provasse a chattare con le sue compagne del cuore, sono certa che non vorrebbe più smettere di farlo. J. (11 anni) ogni tanto ci prova, a volte gioca o fai i compiti coi suoi amici a distanza e quando capita, non vorrebbe mai finire. Mia nipote (15 anni) è su Facebook e lì ha dato l’annuncio a tutti del suo fidanzamento e, poche settimane dopo, si è lasciata col tipo. Nel frattempo ha trascorso parecchie ore a comunicare gli aggiornamenti. Quando i nostri figli sono pronti per entrare da protagonisti nel mondo delle interazioni on line? Come regolare il percorso verso questa meta? Quanto spazio dare al mondo delle relazioni virtuali? Ogni genitore prova a dare una personale risposta a queste domande e a stabilire di conseguenza i criteri di gestione. L’amica di mia figlia (8 anni) ha un notebook connesso tutto per lei. I suoi genitori credono che sia importante sostenere la familiarizzazione precoce con le nuove tecnologie, competenza professionale per le professioni del futuro,chi lo può negare? In chi sta crescendo la relazione struttura la personalità. Il bambino ogni giorno mette dentro piccoli frammenti di sé dall’esperienze che ha con l’ambiente che lo circonda. Quando rompo per far mangiare frutta e verdura dicendo che fa bene alla salute, so (forse è meglio dire spero) che un giorno i miei figli faranno loro questa consapevolezza. I bambini imparano facendo e poi arrivano i pensieri che diventano sempre più grandi e complessi. Servono adulti e pari con cui fare allenare le proprie competenze emotive: ascoltare, dire quello che sento dentro, arrabbiarsi, mostrare quando si è tristi, farsi consolare, sentire cosa prova l’altro, etc. Un lavoro che dura una vita e una vita spesso non è abbastanza! I nativi digitali, cioè quelli che nascono in quest'era ad alto tasso di tecnologie, sono circondati da ambienti zeppi di strumentazioni informatiche molto accattivanti e uncinanti. Dai video giochi il passo verso l'interazione nella rete è breve. E poi ci sono i social network dove ragazzini sempre più giovani (nonostante il gestore indichi i 13 anni come età limite per l’accesso) mettono in gioco la loro voglia di sentirsi in relazione. La mia idea è questa: le competenze sviluppate nell'interazione virtuale devono poggiarsi su un sufficiente livello di maturità della persona. Ma quando si è sufficientemente maturi? La comunicazione virtuale risveglia bisogni, mette in gioco parti che uno nella vita di tutti i giorni non ha il coraggio di raccontare con le parole. Ciò genera, anche in molti adulti, delle vere e proprie rivoluzioni. Per questi motivi io come genitore metto in secondo piano la cura delle competenze tecnologiche dei miei figli certa che sapranno recuperare in fretta tutti gli arretrati e decido di fare il timer: limito il tempo della virtualità (e delle tecnologie in genere) perché il tempo delle relazioni in presenza sia sovrabbondante. Guai se i nostri figli non si annoiano mai! Bambini e ragazzi devono fare indigestione di relazioni in presenza, sia con adulti sia con i pari. Trovarsi in mille situazioni diverse in cui non si sa cosa fare e solo una buona idea può salvare. Quando mio figlio è sotto stress perché in casa c’è un amico con cui non ha tanta confidenza la prima domanda per uscire dall’impiccio è: “Possiamo giocare alla WII?”

E voi come la pensate? Quali sono le regole di casa vostra? Che esperienza avete delle relazioni on-line? Chi è sicuro nella vita lo sarà anche nella rete ma la rete aiuta a diventare sicuri? Aspetto i vostri messaggi… ovviamente on line! Buona settimana a tutti

Pubblicato il 01 giugno 2012 - Commenti (1)
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