Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
21
ott

Diventare padre

Geppetto decide di costruire un burattino, ha un grande pezzo di legno e vuole fare qualcosa di bello. Si mette al lavoro, non smette un attimo, va avanti per tutta la notte. Lima e taglia, presto il suo sogno prende forma, realizza un bellissimo burattino di legno, magari da vendere o da mostrare agli amici. Le cose però spesso vanno al di là dei programmi e, d’improvviso, il burattino prende vita. Il falegname, che da sempre ha faticato a campare del suo lavoro, si trova in casa un burattino/bambino a cui pensare e con un’ardua impresa da affrontare: diventare padre!

La dimora resta povera, lui solo un falegname, senza un lavoro sicuro e redditizio ma con tanta buona volontà. Geppetto è uomo che non si tira indietro di fronte alle responsabilità. Ma la vicenda si complica, perché Pinocchio è un burattino o bambino, che dir si voglia, parecchio vivace e mentre il povero Geppetto fatica a trovare il necessario per vivere e per dare al figlio tutto quello che un buon padre deve garantire, lui scappa. E Geppetto, che non ha ancora capito cosa significhi essere padre, si mette in viaggio perché quel figlio adesso proprio lo vuole, e poi ha paura che si metta nei guai… darebbe la vita per riaverlo con lui, anche se lo conosce appena. Lo cerca per monti e per mari, al freddo e al gelo fino quasi a morirci davvero per quel figlio ingrato. Pinocchio ha troppe cose da inseguire, la nostalgia per il babbo c’è ma lui è un bambino e crede a tutto, e le persone che gli promettono balocchi non finiscono mai. Geppetto è vecchio e stanco ma niente lo scoraggia.

Padre e figlio s’incontrano, dopo tante peripezie, nella pancia della balena, dove il mondo è solo un ventre buio. Lì scoprono che il destino li vuole uniti, si abbracciano e sperano con tutto il cuore in un’altra possibilità. Pinocchio giura a se stesso che questa volta non la sprecherà, che niente saprà strapparlo dall’abbraccio di quel padre. Lui che ha tradito tanto ora giura e spergiura. E la balena sente le preghiere di quei due naufraghi che gli diventano indigesti e alla fine li sputa fuori. Ri-nascono insieme padre e figlio ma il primo non ce la fa a ricominciare la storia da principio, ne ha passate troppo e ora è debole e ammalato. Pinocchio allora deve prendersene cura: lavora sodo per guadagnare una tazza di latte per il suo povero padre. Lo fa uno, dieci, tanti giorni. È stanco e affamato, ma quel latte non è per lui, deve nutrire il suo babbo. Geppetto riprende piano le forze ma non ha fretta di rialzarsi, sente che quel tempo di cura è la roccia da qui ripartire per essere padre e figlio.

A tutti i papà che leggono: raccontateci un momento, un fatto, un discorso particolarmente importante nella costruzione della relazione con vostro figlio. E voi mamme, cosa osservate nei padri? Che gesti o che pensieri vi colpiscono nel loro modo di vivere la paternità? Aspetto i vostri pensieri! Buona settima. 

Pubblicato il 21 ottobre 2011 - Commenti (0)
14
ott

Cosa devono fare (e non fare) mamma e papà!

Ho chiesto ai miei figli e a qualche loro amico cosa i genitori dovrebbero fare o non fare per essere una mamma e un papà ok. Ecco le loro risposte:

Mantenere sempre le promesse.
Ascoltare.
Se il figlio chiede qualcosa, non dire sì o no fino a quanto non ha finito di parlare, soprattutto se si deve dire no.
Non fumare le sigarette specie davanti ai bambini.
Aiutare quando un bambino è triste e quando si deve consolare.
Dire ai bambini di non fidarsi delle persone che non si conoscono.
Fare attività divertenti con i propri figli, tipo passeggiate, lavoretti, giochi.
Dare ascolto quando parlano i bambini e non parlare solo tra di loro grandi.
Fare ogni tanto cose insolite, andare al fast food, parchi divertimenti, piscina, etc.
Litigare poco e meglio se non davanti ai bambini.
Cucinare sfizioso o almeno cucinare.
Sgridare soltanto per motivi tremendi.
Fare le coccole. Vanno bene anche i solletichi, le strette e i bacioni basta che non siano troppo forti… capito papà?
Leggere ai bambini i libri.
Ai figli non piace quando i genitori sono terribilmente di fretta, agitati e nervosi.
Quando hanno finito di lavorare i genitori devono smetterla di pensare e di parlare di lavoro.
Quando un bambino si impegna molto, bisogna dare dei permessi speciali o dei premi.
Fare cucinare ai figli una ricetta dall’inizio alla fine senza mettere le mani in quello che stanno facendo.
Non mettere a tradimento la frutta per merenda nello zaino.
Fare la spesa quando il frigo è vuoto.
Nello scegliere le cose da comprare pensare ai gusti dei figli, almeno un po’.
Non dire sempre adesso non posso.
Invitare a cena i genitori dei migliori amici dei figli così magari diventano amici di famiglia.
Se i figli non fanno le cose che la mamma e il papà dicono di fare, ripetere senza urlare e arrabbiarsi troppo, a volte i bambini non sentono!


Provate a fare la stessa domanda ai vostri figli e scrivete nel blog le loro risposte: non vedo l’ora di leggerle! Buona settimana.

Pubblicato il 14 ottobre 2011 - Commenti (2)
06
ott

Un "serpente" di nome Moccia

Amica 1: È una festa fantastica, da paura!
Amica 2: Lui è Simone, il mio ragazzo.
Amica 1: Claude, piacere!
Amica 2 (rivolta ai ragazzi) Beh, adesso andate in piscina che devo dire una cosa alle mie amiche. Venite, venite.
Amica 1: Ma Dado scusa, che fine ha fatto?
Amica 2: Ma che, quel baro? Mi ha scocciata…
Amica 1: Eh?
Amica 2: Comunque siete pronte per la super notizia?... ho fatto l’amore con Simone!
Amiche 1 e 3 in coro: Cheeee??? …
Amica 2: È stato fighissimo, l’altra sera…
Amica 3: Davvero?
Amica 2: Giuro. Però vi devo chiedere una cosa: non ci sarà mai ne ragazzo ne scuola che ci potrà allontanare. Giuratemelo?
Amiche 1 e 3 in coro: Giuriamo! (si abbracciano euforiche)


Il dialogo è tratto dal film Amore14 di Moccia. Quattordici come l’età delle protagoniste che frequentano la scuola media perché non se ne può fare a meno. I prof. in genere rompono, e studiare è out. Le passioni che accendono il protagonismo dei ragazzi tra i banchi sono nulle, se si esclude la libera iniziative di qualcuno intento a girare coi cellulari, video ridicoli da caricare su YouTube, (per chi vuole saperne di più, nel film è citato più volte un sito dai contenuti inquietanti). Nel tempo libero delle ragazze non è dedicato un singolo minuto allo studio.


Il regista, autore anche del romanzo da cui il film è tratto, padroneggia perfettamente i linguaggi dei giovani e orchestra alla perfezione tutti gli stereotipi sull’adolescenza. La narratrice è Carolina, una quattordicenne che ne dimostra diciotto sia nell’aspetto, sia nella libertà d’azione: esce senza problemi di giorno e di notte, con banali scuse che verrebbero scoperte anche dal genitore più sprovveduto. Moccia mette la videocamera all’altezza dei protagonisti. Rappresenta un universo di ragazzini dominato dagli ormoni e per diversi aspetti inverosimile. L’arrivo al ballo di Cenerentola con la zucca trasformata in carrozza è sostituito da una festa con passeggiata notturna di gruppo a cavallo (i cavalli sono di proprietà della festeggiata). Le attività quotidiane sono lo shopping selvaggio col bancomat di papà e le letture per scoprire dov’è il punto G. A condire il tutto, fa da padrone un placement di marchi e prodotti invadente, un film spot per la telefonia mobile.

Mi piacerebbe pensare che qualche quattordicenne presente nel 2009 alle proiezioni del film nelle sale, si sia alzato indignato per quella rappresentazione così di basso profilo. Almeno quelli che a scuola ci vanno con passione, quelli che praticano uno sport con impegno, quelli che fanno gli scout o fanno gli animatori… quel che so però è che il film ha incassato più di 3 milioni di euro e molti, usciti dal cinema, sono corsi a comprare il libro.

Io ho letto molti libri di Moccia, hanno il merito innegabile di farsi leggere da tutti, questo va riconosciuto. Sa essere accattivante e intrigante e sulla carta stampata confesso a volte di essere rimasta incuriosita dalle sue trame. Le storie mi lasciano però sempre un retrogusto amaro per tutto quello che è taciuto del crescere

Il film Amore 14 invece mi ha sconvolto. Moccia è un "serpente" tentatore moderno, sa essere molto convincente, capace di incantare Eva oggi come allora. La grande bugia è quella di illudere chi sta crescendo che per diventare adulti felici e realizzati bisogna essere alla moda, belle, magre e possibilmente ricche. Un "serpente "che parla come un quattordicenne con la scaltrezza di un cinquantenne che di vita ne ha già vissuta
parecchia.  


Consiglierei il film a tutti i genitori per un’incursione in un mondo teen fatto di apparire, sesso e divertimento. Un’incursione per imparare la lingua del serpente e usarla per raccontare la verità. Pensando ai vostri figli, quali sono i serpenti che più vi preoccupano? Un caro saluto a tutti.  

Pubblicato il 06 ottobre 2011 - Commenti (2)
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