Geppetto decide di costruire un burattino, ha un grande pezzo di legno e vuole fare qualcosa di bello. Si mette al lavoro, non smette un attimo, va avanti per tutta la notte. Lima e taglia, presto il suo sogno prende forma, realizza un bellissimo burattino di legno, magari da vendere o da mostrare agli amici. Le cose però spesso vanno al di là dei programmi e, d’improvviso, il burattino prende vita. Il falegname, che da sempre ha faticato a campare del suo lavoro, si trova in casa un burattino/bambino a cui pensare e con un’ardua impresa da affrontare: diventare padre!
La dimora resta povera, lui solo un falegname, senza un lavoro sicuro e redditizio ma con tanta buona volontà. Geppetto è uomo che non si tira indietro di fronte alle responsabilità. Ma la vicenda si complica, perché Pinocchio è un burattino o bambino, che dir si voglia, parecchio vivace e mentre il povero Geppetto fatica a trovare il necessario per vivere e per dare al figlio tutto quello che un buon padre deve garantire, lui scappa. E Geppetto, che non ha ancora capito cosa significhi essere padre, si mette in viaggio perché quel figlio adesso proprio lo vuole, e poi ha paura che si metta nei guai… darebbe la vita per riaverlo con lui, anche se lo conosce appena. Lo cerca per monti e per mari, al freddo e al gelo fino quasi a morirci davvero per quel figlio ingrato. Pinocchio ha troppe cose da inseguire, la nostalgia per il babbo c’è ma lui è un bambino e crede a tutto, e le persone che gli promettono balocchi non finiscono mai. Geppetto è vecchio e stanco ma niente lo scoraggia.
Padre e figlio s’incontrano, dopo tante peripezie, nella pancia della balena, dove il mondo è solo un ventre buio. Lì scoprono che il destino li vuole uniti, si abbracciano e sperano con tutto il cuore in un’altra possibilità. Pinocchio giura a se stesso che questa volta non la sprecherà, che niente saprà strapparlo dall’abbraccio di quel padre. Lui che ha tradito tanto ora giura e spergiura. E la balena sente le preghiere di quei due naufraghi che gli diventano indigesti e alla fine li sputa fuori. Ri-nascono insieme padre e figlio ma il primo non ce la fa a ricominciare la storia da principio, ne ha passate troppo e ora è debole e ammalato. Pinocchio allora deve prendersene cura: lavora sodo per guadagnare una tazza di latte per il suo povero padre. Lo fa uno, dieci, tanti giorni. È stanco e affamato, ma quel latte non è per lui, deve nutrire il suo babbo. Geppetto riprende piano le forze ma non ha fretta di rialzarsi, sente che quel tempo di cura è la roccia da qui ripartire per essere padre e figlio.
A tutti i papà che leggono: raccontateci un momento, un fatto, un discorso particolarmente importante nella costruzione della relazione con vostro figlio. E voi mamme, cosa osservate nei padri? Che gesti o che pensieri vi colpiscono nel loro modo di vivere la paternità? Aspetto i vostri pensieri! Buona settima.
Pubblicato il 21 ottobre 2011 - Commenti (0)