Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
23
ago

Sorprese a costo zero

Le vacanze stanno ormai per finire e tra poco ci ritroveremo tutti a foderare libri e attaccare etichette ovunque. Prima però di rituffarci nei ritmi scolastici c’è ancora un po’ di tempo per qualche momento di svago. Oggi vorrei condividere con voi una semplice idea per proporre ai vostri bambini un momento di gioco magico a costo zero. Lo voglio fare perché so che ognuno ha nel cassetto idee grandiose già sperimentate o magari solo progettate… vorrei tanto conoscerle per rinnovare un po’ i miei repertori. E so di non essere la sola in attesa di suggerimenti.

La sorpresa che vorrei condividere è assolutamente grandiosa, nel senso che è voluminosa, ingombrante, misteriosa, coinvolgente: GIOCARE CON LE SCATOLE. Cercate nei pressi di casa vostra una grande rivendita di elettrodomestici e presentatevi lì con una macchina dal bagagliaio capiente. Fate provviste di scatoloni, più grandi sono meglio è (ideali quelli dei frigoriferi e delle lavatrici). In genere nei pressi del ritiro merce c’è un area per la raccolta della carta. Se siete fortunati dovreste recuperare parecchio materiale senza spendere un euro (piegateli bene altrimenti non ci stanno). Il gioco è fatto. Occorre un cortile o un giardino abbastanza ampio. Se avete la fortuna di averlo benissimo; se abitate in un condominio potete chiedere il permesso per utilizzare gli spazi comuni (tutti i bambini vorranno partecipare al vostro gioco) mentre se non disponete di aree adatte, provate a cercare qualche altra mamma o papà interessati a collaborare con voi e a mettere a disposizione il loro cortile.

Procuratevi dello scotch da pacco, un taglierino (che useranno solo gli adulti) e tutto il materiale che la vostra fantasia saprà suggerirvi (stoffe, pennarelli, tempere e pennelli, etc.). I bambini impazziranno dalla gioia nel costruire case, cunicoli, percorsi, nascondigli… e voi con loro. Potete, se vi è utile, darvi un tema per realizzare un unico insieme di costruzioni (es. la città al contrario, il labirinto dei mostri, etc.). È bene poter disporre di parecchio tempo, quindi proponete l’attività nel fine settimana o in una giornata in cui siete piuttosto liberi. Il successo è assicurato.

Un ultimo consiglio: tenete d’occhio il giorno in cui passano a ritirare la carta! Le operazioni di smaltimento sono gli unici effetti collaterali dell’impresa. Tre dei miei figli compiono gli anni tra agosto e ottobre… quindi questi per noi sono giorni caldi in cui progettare feste a tema sempre nuove. Aspettiamo le vostre idee, raccontateci i vostri momenti di festa, i giochi più riusciti, le sorprese che sono entrate a far parte del vostro scrigno dei ricordi… Grazie in anticipo e un caro saluto a tutti. Leggo sempre con molto interesse tutti i vostri messaggi, continuate a condividere le vostre piccole e grandi sfide.

Pubblicato il 23 agosto 2010 - Commenti (3)
16
ago

Vacanze al villaggio

Poter trascorrere le vacanze in un villaggio è un lusso non per tutti. Ammettiamo però di poterci permettere questa scelta, in qualità di genitori: cosa pensiamo del villaggio come luogo turistico per  la famiglia? Io la penso come una nuova terra di missione. I preti dovrebbero spendere parte del loro ministero in questi luoghi di vacanza di massa. Quindici giorni all’anno in cui dismettere la veste talare e indossare T-shirt e costume e incontrare le famiglie. Quelle così e quelle cosà. Altro che Messe con pochi fedeli, ogni sera un bagno di folla in panciolle, pronta a godersi lo spettacolo. È vero, i don non soffrono certo di disoccupazione, ma tra un Grest e un campo estivo, perché non investire un po’ di energie in Costa Smeralda o a Torre del Faro?

Il tempo delle vacanze è un’occasione per la famiglia in cui ricompattarsi. Si sta insieme dalla mattina alla sera e si fanno un sacco di cose. Nei villaggi capita però che genitori e figli si intravedano appena. Cosa non mi piace:

- Gli animatori dei mini club: in genere è la loro prima esperienza e non hanno competenze particolari. Ti vengono incontro delle belle ragazze giovanissime con un enorme sorriso, ma basta questo per garantire ai nostri figli momenti di svago che fanno bene? Per renderli protagonisti non basta chiedere ai bambini: “Siete pronti?” “Non sento, più forte!” “Più forte!”… farli gridare e mettere musica a tutto volume… questo è caos.

- Le scenette dei cabaret all’Alvaro Vitali, dove i doppi sensi e le volgarità sono il solo motore per strappare una risata. E i nostri figli sono lì, a bocca aperta, magari capiscono poco, ma non gli sembra vero di assistere a tutto ciò che in genere è vietato dai genitori.

- I buffet. È difficile educare al rispetto dei beni, a non sciupare il cibo di fronte a una distesa di alimenti in grado di sfamare un campo profughi. Ci si guarda attorno e si vedono piatti zeppi di ogni cosa, abbandonati lì, per correre a prendere qualcos’altro.

Descritto così, sembra l’inferno. Ammetto che ci sono anche aspetti positivi. Più volte mi sono goduta con la famiglia splendide settimane di vacanze ai villaggi. Si possono fare un sacco di sport, cimentarsi nei tornei, incontrare altre famiglie, conoscere animatori pieni di curiosità e intraprendenza. Vi invito a discutere su cosa fa bene alla famiglia in vacanza. Raccontateci le vostre esperienze.

Ho chiesto a mia figlia cosa le piace della vacanza al villaggio. Lei è stata telegrafica: la baby dance, gli animatori simpatici che fanno ridere (la scenetta del diavolo piscia piscia è rimasta per loro mitica), che tutti i giorni si possono mangiare le patatine fritte.
Questo è il vero problema!

Pubblicato il 16 agosto 2010 - Commenti (2)
07
ago

Mamme in attesa

Quando una donna diventa mamma? È una questione d’istinto o di abitudine? Roberta qualche tempo fa ha scritto nel blog di aspettare un bimbo. Ho stampato nel cuore la gioia davanti ai test di gravidanza positivi… a essere sinceri davanti al quarto la gioia è stata preceduta dalla meraviglia… va beh diciamo anche da un vertiginoso panico.

Il messaggio di oggi è dedicato a tutte quelle donne che stanno diventando mamme per la prima volta, che si apprestano a quel passo di non ritorno, a un cambiamento di stato, a una rivoluzione. Le emozioni dell’attesa sono moltissime, la natura ha pensato bene di darci nove mesi per prepararci al meglio a questa trasformazione. Da principio ci sono le ecografie (accompagnate da una serie di compagni di viaggio più o meno invadenti: nausee, sonnolenza, etc); poi la possibilità di scegliere i colori per ricamare lenzuola e bavagli. I suoi primi movimenti, all’inizio così difficili da distinguere. Poi lo sentiamo chiaramente, per un po’ è un’emozione solo nostra, fino a che, un giorno chiamiamo tutti e proviamo a condividerla.

Il papà avvia il primo gioco con suo figlio: il campo è la pancia della mamma e loro si inseguono, si spiano fino a incontrarsi e intuirsi. Tra i tre e i sette mesi in genere ci si sente pieni di energie, ci si prepara per il grande incontro. E poi gli ultimi mesi, quelli in cui la pancia è enorme, che cammini per strada e tutti ti guardano e ti chiedono quando nascerà. E tu provi a rispondere e ti godi le piccole attenzioni che molte persone, anche sconosciute ti regalano: un posto sul tram, saltare la coda alla cassa del supermercato (questo io non l’ho mai provato), etc.

E quando è tutto pronto, iniziano le gite ai monitoraggi: sei lì che senti il suo cuore galoppare e speri che qualche contrazione faccia capolino. Uno, due, tre monitoraggi e poi, all’improvviso succede, capisci che sta accadendo qualcosa di importante e devi correre, per quanto ti è possibile. Per chi deve affrontare un cesareo l’appuntamento è dato ma l’emozione non è certo di meno. A me hanno sempre indotto il parto, nessuno dei miei figli si è deciso ad uscire da solo… sognavo di avere le contrazioni mentre ero in fila in posta… Raccontateci le vostre emozioni dell’attesa, le paure e le gioie. Auguri a Roberta e a tutte le mamme in attesa. Ringrazio di cuore tutti quelli che continuano a condividere le proprie storie. Grazie a Lelli83… tieni duro, le cure che regali ai tuoi figli sono un Inno gradito a Dio.

Pubblicato il 07 agosto 2010 - Commenti (0)
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