Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
20
apr

Una mamma in coppia

Che cosa avete regalato a vostro marito o al vostro compagno l’ultima volta che ha compiuto gli anni?
A.    Prima di decidere ci ho pensato un sacco perché volevo scegliere qualcosa di speciale B.     Ho scelto una cosa al volo la mattina, non avevo fatto in tempo prima
C.     Non me lo ricordo.

Quale delle tre risposte sentite più vicina a voi?  
Quand’è l’ultima volta che avete organizzato per lui una sorpresa, con o senza i figli?
Quando siete usciti da soli per una pizza, al cinema o anche solo per fare due passi? Quanto tempo passate a dialogare insieme ogni giorno?
Quali sono i pensieri che si accendono nella vostra mente quando pensate a lui?
E quali sentimenti?
Con che occhi guardate gli uomini che avete a fianco?
Cos’è rimasto dell’uomo scelto tempo fa, per cui valeva la pena cambiare tutto e iniziare una nuova vita insieme?

L’esame di coscienza vale ovviamente anche per i mariti.

Quanto siamo soddisfatti della nostra vita di coppia?
In cosa ci siamo rafforzati e quali invece sono le crepe che minacciano la nostra unità?

Alcune delle persone che leggeranno avranno vissuto storie d’amore finite male, matrimoni iniziati senza avere le idee chiare, cicatrici che hanno regalato una consapevolezza tardiva su ciò che è necessario per costruire una casa sulla roccia. Perché una coppia regga al tempo, servono fondamenta salde, capaci di reggere agli urti della vita, a volte miti e a volte rovinosi. Se guardo mio marito, mi accorgo di molte cose. Adesso non mi disturba più il fatto che non abbia l’addome scolpito… una volta ci facevo più caso, adesso non c’è il tempo per certi particolari.

Il lato positivo è che non ho dovuto subire lo shock della trasformazione… lui si è mantenuto morbido. La cosa che facciamo più spesso è discutere animatamente. I bambini ci vedono parlare fitto e sanno che quello è un momento nostro. Ci guardano incuriositi mentre cerchiamo di capirci… sanno che poi torniamo a essere per loro. Abbiamo visioni opposte su molte cose: io adoro fare tanto all’ultimo minuto e rendo benissimo sotto stress. Lui odia fare le cose di fretta, va in tilt.
Morale: mentre corriamo, ci mettiamo pure a litigare e lo stress arriva alle stelle. Lui non si dimentica niente. Io mi dimentico tutto. Lui adora i dolci, io chiudo le dispense e cucino farro e lenticchie. Io adoro il nuovo, lui preferisce il già noto. Insomma, c’è un gran daffare. Dire che le differenze sono un balsamo per la coppia mi riesce giusto adesso, senza discussioni in corso. Le differenze sono fatica, impegno nel cercare di capire, pazienza, rinuncia, sono accettazione dei propri limiti e di quelli dell’altro… insomma, un lavoro a tempo pieno. Tutte le sere mi addormento appoggiando i piedi gelidi alle sue gambe calde e ringrazio il cielo di averlo a fianco, come padre dei miei figli e come marito. Insomma la vita di coppia me la vedo un po’ come un percorso in bici fatto di continue salite e discese, dove godi il panorama quando hai fiato per alzare la testa… scorci che ti fanno venire vogli di continuare il viaggio in un percorso che si scopre giorno per giorno. E voi come la pensate?

Raccontateci le vostre intuizioni sull’essere coppia: cosa aiuta e cosa ostacola il vostro viaggio?
Riuscite a ritagliarvi dei tempi solo per voi?
Che cosa avete imparato dalla vostra esperienza?

Un caro saluto a tutti, soprattutto alle coppie che stanno vivendo un momento di fatica e a chi ha dovuto rinunciare, suo malgrado, a una vita di coppia… che il viaggio sia comunque pieno di motivi per continuare a pedalare.  

Pubblicato il 20 aprile 2012 - Commenti (0)
13
apr

Io cucino e loro non apprezzano!

Siamo stati tre giorni ospiti di nostri carissimi cugini in Toscana. Dire che i nostri figli hanno fatto onore alla buona tavola è poco: “Ce n’è ancora!” “Io voglio il cinquis!” “Questo sì che è buono, mica come quello che fa la mamma!”
Mi sono sentita questa frase troppe volte per ignorarla. In macchina, nel viaggio di ritorno, mio marito ha chiesto: “Ma voi non siete contenti di quello che vostra mamma cucina per noi?”
Silenzio.
Lui: “Io sono molto grato alla mamma per il tempo che passa a prepararci cibi sani e buoni”.
Silenzio.
J. (11 anni) “Non è che cucina tanto… fa sempre le verdure!”
A. (8 anni) “Non è vero. A me piacciono le cose che prepara… qualche volta…”.
J: “Non fa mai niente di sfizioso… deve sempre cambiare le ricette”.
Lui: “La mamma prepara dei primi splendidi…”
J. “Ci mette nel piatto quindici penne… e non c’è mai il bis!”

Mi trattengo dall’urlare, finiremmo fuori strada per lo shock. Io che ogni giorno passo almeno due ore davanti ai fornelli, che faccio la spesa in sei posti diversi per scegliere le cose migliori, che non compro mai niente di pronto, che il sacchetto del compost è sempre pieno di bucce e scarti di verdura… io… che ci provo con tutto il cuore. Che tradimento, che ingiustizia. Sono tutti degli ingrati! Verranno a chiedermi scusa quando capiranno qualcosa di più! Ecco l’ho detto! Ora sto meglio. Un po’ però li capisco. Io da ragazza urlavo con mia mamma perché usava l’olio extra vergine d’oliva. Io le dicevo che non mi piaceva e lei si ostinava a metterlo da tutte le parti. Era una lotta continua. Oggi capisco che aveva ragione lei, ma allora ero certa di essere nel giusto.

Partiamo da alcune certezza, almeno sono tali per me:

  1. è responsabilità dei genitori curare l’alimentazione dei figli. Sono i grandi a stabilire le regole, a mettere i paletti entro cui aiutare chi sta crescendo ad affinare i propri gusti;
  2. la lotta è dura. Tutto intorno racconta false verità, incantatori molto efficaci vendono per buono cibo spazzatura e il gusto di diseduca… il buono è ciò che seduce e conquista all’istante. Una focaccia calda e bisunta con oli imprecisati ha un fascino irresistibile;
  3. preparare cibo di qualità richiede tempo e molto impegno;
  4. incontrare il gradimento dei figli è un traguardo impegnativo da raggiungere, non un punto di partenza;
  5. spesso ci si può sentir dire delle cose terribili (vedi il mio viaggio di ritorno) ma la causa vale di per sé la resistenza, in gioco c’è la salute;
  6. i figli imparano molto vedendo quello che i genitori hanno nel piatto;
  7. la creatività è un ottimo aiuto, stimola a fare meglio (con qualche autogol ogni tanto);
  8. cucinare insieme rende il risultato più gradito a tutti;
  9. è importante curare la varietà degli alimenti che si consumano;
  10. i bambini sono molto incuriositi dal cibo. I miei figli si lamentano perché nessuno dei loro compagni mangia la pasta integrale. Io so che in fondo al cuore sono fieri di questa originalità anche se ogni volta che se la trovano nel piatto sbuffano (questa più che una certezza è una speranza).

Io sono un’appassionata lettrice delle rivista “Cucina Naturale”, che ha anche un bellissimo sito. Propone ricette praticabili, sane e buone. Mi piace sfogliarla coi figli; a ogni ricetta fanno facce disgustate per le troppe verdure… poi capita sempre di trovare qualcosa che piace a tutti… e da lì si parte.
In questi giorni ho tra le mani due libri di cucina molto belli da sfogliare e leggere per saperne di più: Buono, bello e sano (D.Chenot, Mondador iElecta 2012) e Cucina vegana (S. Salvini, Mondadori Electa 2012). Imparare a cucinare sano e buono è un processo lungo e impegnativo. Questi due libri rappresentano percorsi molto avanzati, per molti, me compresa forse anche troppo, ma è bello prefigurarsi una meta che stimoli la corsa… e queste proposte sono mete splendide.

E voi come gestite la scelta di quello che c’è nei piatti dei vostri figli? Quali sono le vostre certezze? Quali fatiche incontrate e quali soddisfazioni avete raccolto? Aspetto i vostri racconti. Un caro saluto a tutti!

Pubblicato il 13 aprile 2012 - Commenti (1)
03
apr

I sogni nel cassetto

Barbara Tamborini, Reality mamma. Come rendere preziosi 3 mesi di fuoco, Edizioni San Paolo
Barbara Tamborini, Reality mamma. Come rendere preziosi 3 mesi di fuoco, Edizioni San Paolo

P. (6 anni) frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia.
“Mamma, oggi che giorno è?”
“Lunedì tesoro”
“Oh no… c’è scuola!?
“Certo… vieni subito a far colazione… siamo già in ritardo!”
Si presenta in cucina con una faccia tutt’altro che allegra, le braccia allargate:
“Mamma, sono già tanti anni che vado a scuola… fammi stare a casa almeno un giorno!”

Ieri a Messa, mentre osservava interessato i bambini che agitavano i rami d’ulivo durante la predica, P. mi ha chiesto:
“Mamma, ma quando uno muore poi nel cielo ritorna bambino oppure resta com’è da grande?”
Una domanda che mette alla prova la mia fede: mi obbliga ad ascoltare le parole con cui provo a rispondere e decidere se, per la mia vita, sono favola o Verità. I figli mi fanno ridere e mi fanno pensare. Ogni giorno, un sacco di volte al giorno. Questa è la mia quotidianità ora e da qui nasce l’idea di Reality mamma. Io ho una sogno nel cassetto: fare della scrittura un lavoro oltre che una passione… so che non diventerò mai come la Rowling o la Mazzantini… ma ogni volta, quando tutti i bambini sono a scuola e io approdo al tanto agognato tempo libero per lavorare… scrivere è per me l’occupazione migliore.

Preparare il post per questo blog e tra gli appuntamenti che preferisco della settimana. È per questo che voglio condividere con voi la gioia che ho provato nello sfogliare il libro che San Paolo ha deciso di pubblicare e che è in uscita in questi giorni in libreria. Un docu-racconto di tre mesi di fuoco di una famiglia molto rumorosa... la nostra. Mi fa un certo effetto dirlo. Vi dedico questa emozione perché molte delle cose che ho scritto partono da questo blog reso speciale soprattutto dai vostri commenti. Il vero motivo però per cui ho realizzato questo libro è che i figli sono una fonte d’ispirazione troppo interessante. Le loro vicende meritano le attenzioni degli adulti. Giusto per restare in tema con la Settimana Santa, l’anno scorso A. (8 anni) mi ha chiesto se Giuda Scamorza ha tradito Gesù e J. (11 anni) se Pasquetta fa parte del Tridente Pasquale. Domande che non si possono dimenticare! Tenere i piedi ben saldi nelle infinite cose da fare e riuscire a fare qualche passo fuori, nell’esplorazione di qualche progetto che ci appassiona è quanto di meglio una mamma può sperare. Penso a tutte le donne che lavorano fuori casa, magari svolgendo una professione che non hanno scelto e che non le appassiona e poi rientrano a casa dove sono attese da una pigna di panni da stirare, dai compiti da controllare… ecco i veri eroi contemporanei. Per loro la possibilità di pensare a un sogno nel cassetto è remota… ma non bisogna mai perdere la speranza di realizzare un sogno, anche piccolo. Il libro che ho tra le mani è per me una grande opportunità, ne sono consapevole. Adesso posso tornare a correre.

Raccontateci i vostri sogni nel cassetto: quali sono i progetti che custodite nel cuore? Quali avete trasformato in realtà? Quale impresa avete realizzato con particolare soddisfazione? Buona Pasqua a tutti.  

Pubblicato il 03 aprile 2012 - Commenti (2)
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