l seminatore di Noyes Lewis. Da An outline of christianity, the story of our civilisation, Londra, 1926.
"I farisei gli domandarono:
«Quando verrà il regno di Dio?». Gesù rispose
loro: «il regno di Dio è in mezzo a voi!»."
(Luca 17,20-21)
Nel
Vangelo di Luca gli studiosi hanno ritagliato due brani che sembrano affacciarsi su quell’orizzonte
estremo che sta alla fine della storia: è
quella che tecnicamente viene chiamata
“escatologia”, cioè “discorso sulle realtà
ultime”, e che è espresso in un linguaggio denominato come “apocalittico”, cioè
“da rivelazione” di qualcosa di misterioso. Si parla, così, di “piccola apocalisse” di
Luca, presente in 17,20-37, e di “grande
apocalisse” di Luca, che si legge in
21,5-36. Ebbene, noi proponiamo ora
proprio l’inizio della prima, “piccola” rivelazione che Gesù fa sul “regno di Dio”.
Questo simbolo, centrale nella predicazione di Cristo, designa
il progetto
che Dio vuole attuare, con la collaborazione libera dell’umanità, nei confronti del creato e della storia. La pienezza
di questo disegno di salvezza si avrà alla fine della vicenda di tutto l’essere
creato quando, come si legge nell’Apocalisse, si avranno «un cielo nuovo e una
terra nuova e il cielo e la terra di prima
scompariranno» (21,1). Sorgerà, allora,
un mondo di giustizia, bellezza, amore
e verità, e questa sarà "l'escatologia" in
senso stretto.
Ma, contro la tentazione di relegare il
regno di Dio solo su quello sfondo remoto, Gesù a più riprese ribadisce che
questo progetto divino è già in azione nella storia umana attuale,
anche se la sua
opera è nascosta e simile quasi a un fiu-
me carsico che corre sotto la superficie
accidentata delle vicende umane. Infat-
ti, la risposta completa che Gesù rivolge
ai farisei che lo interrogano suona così:
«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: “Eccolo qui!”, oppure: “Eccolo là!”». Non si
tratta, quindi, di un’“apocalisse” nel senso popolare del termine, cioè di una rivelazione clamorosa e terrificante, bensì
di una realtà discreta, anzi piccola come
il granello di senape, oppure il pizzico di
lievito deposto nella farina, o come un
tesoro sepolto nelle profondità del terreno o una perla confusa tra tante cianfrusaglie (cfr.
Matteo
13,31-33.44-46).
Gesù invita, allora, i suoi interlocutori a non perdere tempo in pronostici,
oroscopi o previsioni sulla meta terminale del regno di Dio, ma ad
accoglierne la presenza attuale ancora modesta ma già in azione.
Non per nulla la
sua prima “predica” era stata limpida e
netta: «Il tempo è compiuto, il regno di
Dio è vicino; convertitevi e credete nel
Vangelo» (Marco
1,15). Cristo ribadisce,
nel Vangelo di Luca, che «il regno di Dio
è in mezzo a voi», è già presente ora, e
così egli allude anche
alla sua opera di
annunciatore, di testimone e di protagonista nell’instaurazione di questo
regno
di giustizia, amore e verità.
L’espressione greca
entòs hymôn, “in
mezzo a voi”, può anche significare
“dentro di voi”, cioè nell’interiorità
delle persone e nell’intimità dei cuori.
Questa idea, che pure ha un suo valore, non è però direttamente intesa da
Gesù, che getta lo sguardo piuttosto su
tutta la storia e la creazione, come appare nell’insieme del suo discorso detto appunto “la piccola apocalisse”, la
“rivelazione” sul senso globale e profondo della realtà
Pubblicato il 11 aprile 2013 - Commenti (2)