04 dic
Una tromba d'aria (ThinkStock).
Con l’espressione “tornado” o “tromba d’aria” si intende in meteorologia una colonna d’aria in rotazione veloce su se stessa, che si allunga dalla base di un’imponente nube temporalesca (i cosiddetti cumulonembi) fino a toccare il terreno.
È quasi sempre osservabile come un imbuto lungo e stretto, così come viene rappresentato nelle numerose pellicole cinematografiche catastrofiche che vanno tanto di moda negli ultimi anni.
Val la pena specificare che “tornado” e “tromba d’aria” sono sinonimi. È sbagliato quindi pensare che un tornado sia una tromba d’aria molto più forte: sono concettualmente la stessa cosa. Per semplice abitudine, in Italia fenomeni del genere vengono chiamati trombe d’aria, in altre parti del mondo (come negli Stati Uniti) si preferisce usare l’espressione tornado (twister in inglese).
Il nostro Paese non è immune da questi fenomeni: in Italia in media si verificano 30-40 trombe d’aria all’anno, solitamente concentrate tra l’estate e l’autunno. Le zone maggiormente colpite sono le aree pedemontane alpine, alla sfocio delle grandi vallate orientate Nord-Sud, il Friuli, il Ponente Ligure, le coste dall’alta Toscana e del Lazio e la Sicilia orientale.
Nelle trombe d’aria “italiane” di solito il mulinello ha un diametro di 50-150 metri, con venti che ruotano intorno al centro del mulinello alla velocità di 100-150 km/ora, mentre l’imbuto si sposta insieme alla nube temporalesca alla velocità di circa di 30-40 km/ora.
Fortunatamente questi “mostri” meteorologici hanno durata breve (difficilmente oltre i 20 minuti), riuscendo così a percorrere solitamente distanze limitate, in media 5-10 km. La rarità del fenomeno e la ristretta area da esso interessata fanno sì che la probabilità che un dato luogo sia investito da una tromba d’aria risulti molto bassa, del tutto remota. Ecco perché è molto difficile osservarne anche solo una in tutta la vita. Sono invece in proporzione più frequenti le trombe marine, che in Italia si osservano soprattutto tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Le zone più colpite sono l’Alto Adriatico (in particolare il tratto di mare di fronte alla Venezia Giulia), le coste abruzzesi, lo Stretto di Messina, i litorali laziali e il Mar Ligure, in particolare il Golfo di La Spezia.
Ecco un decalogo su come comportarsi di fronte ad una tromba d’aria:
- stare lontani da porte e finestre, facilmente frantumate dalla violenza del vento;
- non rifugiarsi in mansarda perché il tetto viene di solito divelto dalla furia del vento;
- rintanarsi ai piani più bassi;
- staccare luce e gas per evitare corti circuiti e perdite di gas, per i danni provocati dal vento;
- non toccare i rubinetti dell’acqua perché i fulmini del temporale che genera la tromba, si propagano attraverso le condutture metalliche;
- stare lontani da alberi, pali alti, strutture metalliche, distese liquide, perché attirano i fulmini;
- non ripararsi a ridosso dei muri perimetrali di case o strade perché possono crollare sotto la spinta del vento;
- non rifugiarsi in strutture prefabbricate - ad es., centri commerciali - perché in genere non sopportano la furia di una tromba d’aria;
- abbandonare auto o roulotte, perché possono essere trascinate via dal vento;
10. in mancanza di idonei rifugi, distendersi supini a terra, negli avvallamenti del terreno.
Pubblicato il 04 dicembre 2012 - Commenti (0)
26 giu
Per prendere l’agognata tintarella c’è chi preferisce distendersi sulla sabbia e chi invece opta per qualche isolata scogliera, ma ai fini dalla salute la scelta non è indifferente. Gli scogli al mare vengono di solito considerati come luogo ove appartarsi a prendere il sole, lontano da occhi indiscreti. Ma gli scogli in genere hanno anche un effetto sulla salute. Infatti gli spruzzi d’acqua sollevati dall’infrangersi delle onde arricchiscono l’aria di preziosi sali minerali - come Iodio, Cloruro di sodio, Magnesio, Manganese e Fluoro -, elementi che stimolano l’attività della tiroide, potenziano il sistema immunitario e disinfettano l’apparato respiratorio. Però gli scogli hanno anche alcune controindicazioni. Innanzitutto debbono essere evitati da chi soffre di ipertiroidismo perché qui le alte concentrazioni di Iodio nell’aria aggraverebbero la patologia. Inoltre costringono a prendere il sole in posizioni scorrette e innaturali, con il rischio di riacutizzare lombalgie e dolori cervicali in chi già soffre di mal di schiena o di contratture muscolari. Per di più sugli scogli è elevato il rischio di prendere verruche o micosi, i cui germi trovano il loro ambiente ideale nell’acqua che ristagna a lungo nei piccoli avvallamenti della roccia.
E adesso vediamo vizi e virtù della sabbia. Qui il rischio di infezioni è molto basso perché non vi sono pozzanghere in cui l’acqua possa ristagnare e per di più microrganismi e funghi non si fermano in superficie ma penetrano in profondità. E la particolare struttura in fini granuli favorisce anche la sterilizzazione dei primi millimetri di copertura sabbiosa da parte dei raggi ultravioletti. La composizione chimica dei granuli di sabbia non ha alcuna virtù terapeutica ma sui granelli vi è sempre un piccolo invisibile deposito dei sali contenuti nelle acque del mare. Per esempio, le sabbie delle coste campane sono ricche di composti dello zolfo, sostanze molto comuni del resto nelle immediate vicinanze dei vulcani attivi. Queste sostanze possono essere assorbite dall’organismo con le sabbiature che, per essere efficaci, debbono essere eseguite con sabbia prelevata dal bagnasciuga, tenuta a essiccare al sole e con la quale ricoprire poi tutto il corpo, ricordandosi però di rinnovarla di quando in quando. La sabbia ha benefici effetti anche in coloro che hanno reumatismi. In questo caso deve essere applicata sulla parte sofferente dopo però che è stata esposta per un periodo sufficientemente lungo al sole, ma non troppo da procurarvi qualche dolorosa scottatura. Le sabbie molto fini delle coste adriatiche sono le meno idonee allo scopo perché i raggi solari riescono a surriscaldare solo il primissimo strato superficiale mentre, immediatamente sotto, la sabbia rimane fredda. Molto indicate invece per i reumatismi le sabbie scure di origine vulcanica – come quelle dell’Isola d’Elba – che, per il loro elevato contenuto di ferro, riescono a trattenere molto calore. Ma anche qui… attenti alle scottature!
Pubblicato il 26 giugno 2012 - Commenti (0)
19 giu
Estate, tempo di ferie e di riposo. E il mare rappresenta per i più l'ambiente ideale per "staccare la spina" dai problemi di ogni giorno, per ritemprarsi nel fisico e nel morale, e soprattutto per sfuggire alla soffocante calura delle metropoli. Ma se la scelta della spiaggia è affidata all'improvvisazione, si rischia di cadere dalla padella alla brace perché l'afa estiva di alcuni nostri mari è spesso comparabile a quella che opprime la Valpadana. Per di più occorre tener presente che un clima marino che risulti gradevole e salubre per alcuni, può invece rappresentare una minaccia per il confort e la salute di altri. Insomma, tra i circa 7000 km di coste che contornano la nostra penisola, bisogna scegliere con cura quella che più si confà al nostro stato psicofisico. La raccomandazione vale in particolare per vecchi, bambini, psicolabili, convalescenti da gravi malattie e per coloro che vivono abitualmente in un clima secco e fresco, come quello di montagna.
Un clima marino giusto ha di solito effetti benefici nella cura di moltissimi stati morbosi: malattie renali e reumatiche, osteoporosi, postumi da traumi ossei, affezioni delle prime vie respiratorie come riniti e catarro, alcune malattie della pelle come psoriasi, eczemi e prurito, anemia, rachitismo, ipofunzionalità della tiroide. Ma è altrettanto lunga la lista delle patologie sulle quali un clima marino non idoneo può scatenare negative ripercussioni: ipertensione, scompensi della circolazione sanguigna periferica, asma, depressione, ansia, insonnia, secchezza della pelle e dei capelli, micosi cutanee, ipersensibilità della pelle al sole, ipertermia, iperattività della tiroide, gonfiori estivi alle caviglie e, soprattutto, le cardiopatie, specie se tireotossiche e con aritmia. Come scegliere la spiaggia dove andare? Ecco qualche consiglio.
Coste Venete: clima moderatamente caldo, molto umido, abbastanza ventilato, povero di UV (raggi ultravioletti), frequenti temporali, disagio debole da afa. Suggerite per anziani, bambini, convalescenti, cardiopatici, soggetti con pelle chiara. Sconsigliate per ansiosi.
Coste tra Venezia e Gargano: clima molto caldo, umido, poco ventilato, povero di UV e di aerosol marino, forte disagio da afa. Suggerite per chi ha pelle chiara o secca. Sconsigliate per anziani, cardiopatici ipertesi e per chi soffre di reumatismi e asma.
Coste della Puglia, della Calabria ionica e della Grecia: clima molto caldo, umido e ventilato, ricco di aerosol marino e con una moderata concentrazione di UV, acqua molto calda, disagio moderato da afa. Suggerite per balneoterapia, affezioni delle prime vie respiratorie, catarro. Sconsigliate per anziani, cardiopatici, reumatici.
Coste orientali sicule, della Calabria tirrenica e della Campania: clima molto caldo, molto umido, poco ventilato, povero di aerosol marino. Acqua del mare molto calda, forte disagio da afa. Suggerite per la balneoterapia, per chi ha la pelle secca, cure per malattie della pelle (coste campane) e sabbiature (coste orientali della Sicilia). Sconsigliate per anziani, cardiopatici, ipertesi e asmatici.
Coste laziali e della bassa Toscana: clima molto caldo e umido, moderatamente ventilato, povero di UV, moderata presenza di aerosol marino, disagio moderato da afa. Suggerito per affezioni delle prime vie respiratorie, sabbiature (Isola d’Elba). Sconsigliate per cardiopatici, ipertesi e asmatici.
Coste della Liguria e della Versilia e Costa azzurra: clima moderatamente caldo, moderatamente umido e abbastanza ventilato, povero di UV, moderata concentrazione di aerosol marino, sedativo, disagio debole da afa. Suggerite per anziani, bambini, cardiopatici, ipertesi, asmatici, ansiosi e per chi ha la pelle chiara.
Coste della Sardegna e della Sicilia occidentale: clima molto caldo e molto ventilato, poco umido, ricco di UV, di aerosol marino e di elettricità atmosferica, disagio debole da afa. Suggerite per elioterapia, per chi soffre di anemia, rachitismo, psoriasi, spasmofilia, reumatismi, osteoporosi, affezioni delle vie respiratorie. Sconsigliate per chi ha la pelle secca e per chi soffre di ansia e insonnia.
Coste del Nordafrica e della Spagna sudorientale: clima molto caldo, molto secco, ventilazione debole ma regolare, molto ricco di UV, acque superficiali molto calde. Assenza di disagio da afa. Suggerite per chi soffre di reumatismi, anemia, rachitismo, malattie renali, psoriasi, eczema, osteoporosi e spasmofilia. Ottime per elioterapia, balneoterapia, sabbiature. Sconsigliate per chi ha la pelle e i capelli secchi, la cute chiara e per chi soffre di eccessiva sudorazione.
Pubblicato il 19 giugno 2012 - Commenti (0)
15 giu
Il sole fa bene alla pelle ma bisogna evitare un'esposizione prolungata.
Clima e salute
I raggi ultravioletti rappresentano appena l’1% dell’energia in arrivo dal Sole ma sono i più dannosi per gli esseri viventi. Hanno infatti la capacità attraversare l’epidermide fino a penetrare in profondità nei tessuti, anche se non tutti in uguale misura. Infatti i raggi UV vengono di solito suddivisi in 3 classi, a seconda della lunghezza d’onda, espressa in millesimi di mm: UVA (0.32-0.4), UVB (0.29-0.32) e UVC (0.2-0.29).
I più penetranti, e quindi i più pericolosi, sono quelli con lunghezza d’onda più corta, ossia gli UVC e gli UVB. Gli strati alti dell’atmosfera - quelli tra 20 e 50 km di altezza ove vi la massima concentrazione di ozono - assorbono integralmente i raggi UVC e parte degli UVB. La radiazione UV che raggiunge la superficie terrestre è costituita essenzialmente da UVA e, in misura minore, da UVB. Ovviamente la frazione di raggi UV che raggiunge la superficie terrestre varia nel tempo e nello spazio.
Ecco, al riguardo, un elenco dei fattori dai quali dipende la dose di raggi ultravioletti in arrivo al suolo:
- ora del giorno: circa il 20-30% circa degli UV arriva tra le 11 e le 13 locali mentre il 75% del totale è concentrato tra le 9.00 e le 15.00;
- stagione: nelle regioni temperate gli UV hanno massima intensità in estate, minima in inverno;
- latitudine: il flusso annuale di raggi UV è massimo all’equatore e minimo ai poli; • nuvole: in generale le nubi diminuiscono la quantità di energia solare in arrivo. La frazione in arrivo al suolo si riduce del 25 % circa con cielo molto nuvoloso e del 70% con cielo coperto;
- altitudine: l’intensità degli UV aumenta con la quota. Ad esempio, in estate a 3000 m la radiazione è quasi quattro volte più intensa che a 700 m. In inverno gli UV si riducono, rispetto all’estate, di otto volte circa in montagna e di sedici volte in pianura;
- riflessione: la parte riflessa dalla superficie terrestre e dai mari è bassa (inferiore al 7%), tuttavia il tipo di superficie può fare davvero la differenza: manti erbosi e specchi d’acqua riflettono meno del 10% dei raggi incidenti, la sabbia riflette circa il 25% dei raggi UVB, mentre la neve fresca arriva a rifletterne circa il 80%. Ecco perché in montagna i raggi UV sono più insidiosi: all’effetto riflessione da parte della neve si aggiunge infatti anche l’effetto altitudine.
Pubblicato il 15 giugno 2011 - Commenti (0)
08 giu
Clima e salute
La tarda primavera e l’estate sono, in Italia, la stagione dei temporali e del loro braccio armato, i fulmini. Ecco allora alcuni consigli per difendersi dal temibile fenomeno:
- Regola del 30-30: se tra i lampo e il tuono passano 30 secondi o meno, è essenziale cercare un riparo al chiuso.
- Restare nel riparo fino a 20-30 minuti dopo l’ultimo tuono;
- Potete stabilire la distanza del temporale, in metri, moltiplicando 330 per il numero dei secondi intercorsi tra visione del lampo e l’arrivo del tuono. Il fulmine può colpire già quando il temporale è a 10 km di distanza o meno;
- Interrompete eventuali sport all’aperto che coinvolgano attrezzi con parti metalliche (ciclismo, nautica, golf, scalate, pesca);
- Non tuffatevi in acqua (nemmeno in piscina) perché l’acqua, ottimo conduttore elettrico, propaga facilmente i fulmini che cadano vicino;
- Non riparatevi sotto gli alberi isolati ma va bene, invece, un fitto bosco perché è molto improbabile che tra 1000 o più alberi il fulmine cada proprio su quello sotto il quale vi siete riparati;
- Non sostate vicino a corpi appuntiti (campanili, torri, spuntoni rocciosi, ombrelli con la punta metallica) perché prediletti dai fulmini;
- Nel terreno scoperto accovacciatevi negli affossamenti; un anfratto o una grotta sono ripari ideali, purché non si tocchi la nuda roccia;
- State alla larga da strutture metalliche (piloni, croci e strade ferrate);
- Toglietevi di mano o da addosso gli oggetti metallici e anche le scarpe se con parti metalliche;
- L’auto ripara dai fulmini purché non si tocchi la carrozzeria, se metallica;
- Non usate il telefono a fili perché il fulmine può propagarsi anche lungo le linee telefoniche;
- Staccate il cavo TV perché le scariche elettriche possono entrare nel televisore attraverso l’antenna, provocando l’esplosione del cinescopio e conseguenti danni alle persone e sviluppo di incendio. Questo è un evento abbastanza frequente;
- Non toccate i rubinetti dell’acqua né entrate nella doccia o nella vasca da bagno perché i fulmini si propagano anche attraverso le condutture metalliche.
Pubblicato il 08 giugno 2011 - Commenti (1)
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