17
apr
Venerdì 13 sulla Sardegna si è formato un profondo centro di bassa pressione, al quale è stato assegnato il nome “Lucia” - e non Lucy come erroneamente indicato dai più - da parte del Servizio meteo tedesco. La circostanza ha creato panico e preoccupazione nella gente comune perché è venuto spontaneo pensare, che, così come avviene per il nome assegnato a uragani e tifoni, anche la depressione sarda abbia avuto l’onore di essere citata con un nome perché minacciava magari di essere particolarmente violenta e quindi di natura diversa rispetto ad una normale “depressione mediterranea”.
Chi ha sposato tale tesi - come qualche sito meteo e quasi tutti i massmedia - ha in realtà commesso un marchiano errore.
Infatti il servizio meteo tedesco da tempo immemorabile è solito assegnare ogni giorno un nome a tutti i centri di bassa pressione che compaiono sullo scenario europeo, buone o cattive siano. In allegato è mostrata appunto la mappa della pressione al livello del mare elaborata appunto dai tedeschi e prevista per le ore 12 appunto di venerdì 13. Come si può notare sono indicate con un nome tutte le depressioni che in quel giorno razzolavano sul nostro continente e non solo quella sarda.
Meraviglia comunque il fatto che molti “addetti ai lavori” ignorassero tale abitudine tanto che hanno commesso l’errore plateale di strombazzare ai quattro venti, come palese segno di particolare violenza, l’assegnazione di un nome alla depressione sarda. E i mass media hanno bevuto supinamente la notizia convinti di fare una scoop con una “primizia”. O tempora o mores!
Pubblicato il
17 aprile 2012 - Commenti
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06
ott
Nell’arco di pochi giorni due violenti tifoni hanno investito in rapida successione l’Arcipelago
Nel periodo compreso fra settembre e ottobre con una certa frequenza le Filippine si ritrovano a fare i conti con i danni causati dal passaggio di violenti cicloni tropicali. Tuttavia negli ultimi giorni l’atmosfera si è particolarmente accanita su questo popoloso Paese, scatenando nelle acque tutt’attorno all’Arcipelago due potenti tifoni. Tra il 27 e il 28 settembre difatti il tifone Nesat, qui fotografato dal satellite Aqua della NASA, ha sferzato Luzon, la principale isola dell’Arcipelago Filippino (su cui sorge anche la capitale Manila), con piogge torrenziali e venti a oltre 190 chilometri orari: le improvvise inondazioni provocate dal suo passaggio hanno causato decine di vittime, soprattutto nell’area di Manila, demolito numerose costruzioni e danneggiato pesantemente i raccolti, con la perdita di oltre 30000 tonnellate di riso.
Ma una volta passato questo primo violento tifone i filippini non hanno avuto neanche il tempo di contare danni (che comunque si stimano in circa 90 milioni di dollari) e vittime che ecco un'altra terrificante tempesta, il tifone Nalgae, affacciarsi sui mari a ovest di Luzon: così sabato 1 ottobre, appena due giorni dopo il passaggio di Nesat, la principale isola filippina ha dovuto affrontare le devastazioni di un altro violentissimo ciclone tropicale che ha scaricato sul suo territorio abbondanti e intense piogge accompagnate da venti a quasi 200 chilometri orari. Fortunatamente la città di Manila è stata in gran parte risparmiata dalla violenza di questo secondo ciclone tropicale: nell’attraversare le Filippine difatti il tifone Nalgae ha seguito, rispetto al suo predecessore, una traiettoria più settentrionale, con il nucleo della tempesta che è passato a una certa distanza dalla popolosa capitale.
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06 ottobre 2011 - Commenti
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