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Castigare serve?

31 gennaio : si festeggia s. Giovanni Bosco, il santo educatore fondatore dei Salesiani. Sono particolarmente legato a questa ricorrenza. Mi rimanda ai ricordi di 15 anni di insegnamento nelle scuole professionali e tecniche salesiane. Questa giornata era particolarmente attesa e viva: la sospensione delle lezioni, la messa corale, i tornei, la grande estrazione della lotteria… Momenti di intensa carica emotiva e tempi di relazione più distesi e sereni con i ragazzi e con i colleghi.

Tra le intuizioni educative di d. Bosco, mi sono sempre piaciute quelle relative ai castighi. Don Bosco era particolarmente refrattario ai castighi, che riteneva da utilizzarsi solo in casi estremi, nei tempi e nei modi adeguati; senza emotività, ma con moderazione, e lasciando sempre aperta la possibilità del perdono.

Spesso con i genitori riflettiamo sull’opportunità dei castighi. A me sembra che funzionino poco, anzi spesso siano controproducenti. Suscitano in molti adolescenti reazioni rabbiose e di sfida. Un braccio di ferro alla fine senza vincitori. Piuttosto è meglio pensare a proibizioni o incombenze che nascano come naturale conseguenza delle azioni dei ragazzi, e che magari ci consentano di trascorrere del tempo insieme. Un figlio si mostra poco affidabile a scuola o con gli amici? Piuttosto che minacciare castighi, credo sia meglio mostrargli che, per ora, non ci si può fidare di lui. Che per il momento non gli si può permettere di fare ciò che fa ordinariamente, come uscire, perché non si è sicuri di lui… Fino a che non riesce a recuperare la nostra fiducia.

Un figlio risulta poco ordinato nelle proprie cose? Deve sperimentarne gli effetti, ad esempio, non trovando in ordine l’abbigliamento o i materiali per lo sport. Oppure gli si può chiedere aiuto durante i lavori settimanali di pulizie e riordino della casa, o nella spesa settimanale, per allenarlo ad una visione più ampia delle incombenze familiari. Per mostrargli concretamente che cosa significa avere uno sguardo d’insieme sulla vita comune familiare.

Occorre pensare ad un repertorio di ‘conseguenze’ utilizzabili nella pratica quotidiana. Qualcuno vuole aggiungere qualche suggerimento efficace, già sperimentato?

Mi è stato comunicato il numero di accessi a questo blog. Ringrazio davvero le tantissime persone che si accostano al blog con attenzione e curiosità, qualcuno probabilmente seguendolo in modo più continuativo, altri occasionalmente. Il grande numero di contatti mi fa sentire un po’ meno solo nel mio lavoro quotidiano con gli adolescenti.  

Pubblicato il 02 febbraio 2011 - Commenti (2)

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Postato da bastardobuono il 09/02/2011 20:55

ciao, "Deve sperimentarne gli effetti, ad esempio, non trovando in ordine l’abbigliamento o i materiali per lo sport." in questa frase mi ci ritrovo, non per lo sport, ma come senso della frase infatti mi capita spesso di scocciarmi nel vivere nel mio disordine, che poi è disordine in alcune cose e ordine maniacale in altre, soprattutto mi capita di non fare in tempo a fare alcune cose perchè ho il vizio di aspettare ovvero se una cosa la devo fare, se non è divertente, aspetto qualche giorno poi diventa una settimana poi un mesetto ecc ad esempio ci sono alcune cose che dovrei vendere da 2 anni. lo me la prendo comoda... intendi questo con quella frase vero? p.s. fino a quando continuerai a scrivere articoli di questo tipo io li leggerò, non sono su questo blog per la chiesa, sinceramente non mi interessa molto perchè ho capito che non è tanto rose e fiori come pensavo, però mi piacciono alcune persone che la frequentano e questo blog perchè pubblichi questi tipi di articoli ^^

Postato da tiz il 02/02/2011 18:20

Io credo che i castighi ogni tanto ci vogliano, senza esagerare. Tu, se ho capito bene, dici di impedire al figlio di uscire perché non ha meritato fiducia: di fatto mi sembra e credo sembrerebbe a lui un castigo. E' davvero così diverso?

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Autore del blog

Mio figlio l'adolescente

Fabrizio Fantoni

Fabrizio Fantoni, 55 anni, sposato, tre figli. Psicologo psicoterapeuta, esperto di adolescenti.

 

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