Tanto tempo libero. Il sole, la calura, i pomeriggi vuoti. Appena possibile, cioè dopo l’ultimo boccone del pranzo, ragazzi e ragazze si precipitano fuori casa per la libera uscita. Stare con gli amici. Passare dal caldo delle panchine dei giardinetti e delle piazze al fresco dei centri commerciali. Oppure ci si sdraia su letti e divani, a guardare repliche di telefilm alla tv o repliche di youtube sul tablet. Visti mille volte, senza mai annoiarsi. Chi è al mare o ai monti si stende al sole, gioca in spiaggia, rincorre un pallone, mangia un gelato, afferra la bici.
E’ un tempo sospeso. Non c’è preoccupazione per il futuro, se non per gli imminenti momenti successivi, che subito scivolano via. L’orizzonte dei grandi progetti si restringe ai programmi della serata. Non bisogna rendere conto a nessuno delle proprie scelte. Al massimo, ma non sempre, bisogna comunicare ai genitori l’ora di rientro o i soldi spesi. Per moltissimi adolescenti, l’estate è il tempo dell’ozio. Non si fa niente. E’ un abbandono languido, senza forze, senza nerbo, al quale ci si lascia andare. Noi adulti guardiamo a questo tempo con un mix di sentimenti diversi.
Comprensione: si godano le vacanze, almeno loro! si riposino dell’anno.
Irritazione: ci sono tante cose da fare; essere in vacanza non vuol dire mollare tutto, c’è sempre un po’ di studio, e ci sono gli obblighi della vita in famiglia.
Inquietudine: tempo vuoto, tempo senza un senso, senza una direzione.
Che cosa passa nella mente degli adolescenti quando il tempo si fa liquido e perde la sua ‘forma’ abituale, fatta di doveri, di obiettivi, di regole che lo scandiscono? Il tempo, insieme al corpo e agli spazi di casa, è il terreno di battaglia favorito nei conflitti tra gli adolescenti e i loro genitori, quei conflitti che possono essere così utili nella crescita quando non cercano di distruggere l’avversario, ma di incontrarlo, sia pure nel corpo a corpo, e di delimitarlo. Tuttavia in estate, come genitori, siamo anche noi stanchi e desideriamo un po’ di vacanza. Abbiamo già lottato abbastanza per organizzare almeno una parte del tempo estivo: soggiorni all’estero, campi di lavoro, vacanze dai parenti, oratorio feriale, piccoli lavori, ripetizioni.
E’ il momento per dire ai nostri figli: oziate per davvero! Abbandonate anche le solite attività del tempo libero che distraggono, i videogiochi che ottundono. Lasciatevi andare alle vostre fantasie e ai vostri pensieri, seguiteli senza volerli sempre controllare. Vi porteranno lontano e vi faranno approdare a territori che nella quotidianità non potete esplorare. Sperimentate anche la noia, che è un vuoto che chiede di essere riempito, che porta a cercare ciò che soddisfa davvero, e non narcotizza. State molto, molto tempo con i vostri amici, finché le parole cominciano a mancare, le risate appaiono stanche. Se rinuncerete a facili scorciatoie, che danno ebbrezza ma non saziano, comincerete a guardarvi negli occhi. A parlare di cose che non si capiscono, ma che interrogano ciascuno. E talvolta a cercare anche un po’ di solitudine.
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16 luglio 2012 - Commenti
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