Don Sciortino

di Fabrizio Fantoni

Fabrizio Fantoni, 54 anni, sposato, tre figli. Psicologo psicoterapeuta, esperto di adolescenti.

 
19
lug

Amori estivi

Tra giugno e settembre accadono sempre cose importanti per gli adolescenti. Il periodo di libertà dagli impegni scolastici ordinari, più o meno riempito da altre attività (strutturate e non), consente di sperimentarsi  e mettersi alla prova in nuove esperienze. Tra queste ci sono gli amori estivi, che riguardano soprattutto i più giovani, i 14-15enni. Cotte, infatuazioni, interessamenti più o meno graduali. Facilitati dalla libertà di movimento, anche serale, e dalle occasioni dei nuovi gruppi (viaggi, vacanze, oratorio…). Le ragazze confabulano tra loro, si rincorrono su msn e facebook, scambiandosi pareri e consigli su chi scegliere e come fare. C’è un codice non scritto che vale per il mondo femminile, per cui una ragazza può anche essere intraprendente in questo campo, ma deve fare in modo che l’iniziativa parta dal ragazzo; deve evitare avvicinamenti troppo improvvisi o sfrontati, agli occhi del gruppo; deve stare attenta a non ‘provarci’ in modo troppo evidente o con più ragazzi, per non dare l’impressione di essere troppo ‘facile’. Anche tra ragazzi vigono alcune regole, più finalizzate alla solidarietà maschile che all’immagine agli occhi del gruppo: ad esempio, non ci si deve mettere insieme alla ex del proprio amico, come per non mancargli di rispetto.  Oppure bisogna scendere in campo come maschi per difendere la ragazza di uno del gruppo dagli apprezzamenti di ‘esterni’. Nuovi amori, codici spesso vecchi. L’attrazione sessuale è (ovviamente) sempre presente. Molti ragazzi e ragazze la utilizzano senza conoscerla bene, soprattutto sul piano dei significati. In questo, ragazzi e genitori appaiono spesso uniti nella scarsa capacità di capire i desideri più profondi e nascosti che si muovono dietro questi gesti. Desiderio di tenerezza, di accoglienza senza ‘se’ e senza ‘ma’; bisogno di essere importanti e ‘speciali’ agli occhi di qualcuno, di dimorare stabilmente nei suoi pensieri in modo bello… Chi dice a questi ragazzi che prendersi per mano non è solo la ripetizione di un gesto visto da altri, ma può dire la voglia di condivisione, di aiuto reciproco, di fiducia nell’altro…? Chi dice a questi ragazzi che un bacio non è solo un brivido di piacere, un atto ‘formale’ che ratifica una relazione, ma è anche il tentativo di unire il proprio respiro vitale con quello di un’altra persona, presagio e premessa ancora vaga ad una unione di anime?

 

   

Pubblicato il 19 luglio 2010 - Commenti (1)
14
lug

Risposta per Laura Maestrello

Leggo con ritardo ( e me ne scuso) il bel commento di Laura Maestrello, che ringrazio per la sensibilità che dimostra nelle sue parole. Certo, non è buona cosa l’insistenza dei genitori, soprattutto quando è sostenuta da motivazioni narcisistiche di orgoglio personale, per i propri figli e di riflesso per sé, senza la capacità di ascolto delle inclinazioni più autentiche dei ragazzi.

Un conto è sostenere i figli in un impegno sufficientemente stabile, almeno per un lasso di tempo che consenta ai ragazzi di sentirsi un po’ competenti e di provare qualche soddisfazione. Un altro è la spinta con cui alcuni genitori  premono i loro figli sul piano delle prestazioni. Alcuni padri o madri troppo appassionati (tipico è il caso dello sport) se da un lato fanno sperimentare ai figli il loro apprezzamento per quello che fanno, dall’altro finiscono per confondere e sostituire la loro passione a quella dei figli, bruciandogliela.

L’esperienza della prestazione finale, a volte frustrante sul piano tecnico, quando si riesce a mostrare meno di quel che si è in grado di fare, può essere positiva in termini di prova con se stessi se gli adulti (i genitori e soprattutto i maestri) sanno riconoscere lo sforzo che l’adolescente ha profuso nell’incontro/scontro con il pubblico. Non tutti gli adolescenti sono così esibizionisti da provare piacere ad essere visti e applauditi. Molti, al contrario, temono queste occasioni perché preferiscono una dimensione relazionale più raccolta, dove sentirsi più sicuri e protetti. Farsi vedere, con il loro carico di insicurezze corporee e mentali, è per loro un compito arduo. Riuscire ad affrontarlo è già una vittoria.  

Pubblicato il 14 luglio 2010 - Commenti (0)
05
lug

Un padre troppo forte?

Anche quest’anno Giulio è stato promosso per il rotto della cuffia; dovrà studiare durante l’estate, ma ce la farà a superare l’anno. E’ così da tempo. I suoi studi lo portano a ripercorrere le orme del padre, professionista affermato in campo sanitario. Da quando ha iniziato la scuola superiore, ogni anno, verso febbraio, giunge da me con una sola domanda, sia pure espressa in modi diversi: sta facendo questi studi perché li ha scelti lui o perché così vuole suo padre? Nelle materie professionali riesce con facilità, perché gli piacciono, ma si applica troppo poco e gli altri risultati sono scarsi.

Giulio pone il problema di molti adolescenti maschi che devono fare i conti con padri dalla forte Un padre troppo forte?

 

personalità e di buon successo personale. L’identificazione in un padre potente è un compito difficile, e a volte risente di una certa pressione, sottilmente violenta. Diventare forte come il padre garantisce all’adolescente l’accesso ad una virilità sicura, ad una immagine di sé prestigiosa e facilmente spendibile nelle relazioni sia con i coetanei maschi che con le ragazze. Peraltro, c’è bisogno di reinterpretare questo ruolo in modo personale, per difendere la propria individualità e non percepirsi troppo debitori verso un genitore che da un lato largheggia in opportunità (spesso anche economiche) e garantisce un prestigio sociale, dall’altro però esige un adeguamento alle proprie aspettative. Ne nasce un conflitto interno all’adolescente, incerto tra diventare ciò che vuole suo padre e cercare faticosamente di essere se stesso. Per dirla con Pirandello, tra “Come tu mi vuoi” e “Così è (se vi pare)”.

Forse, vale la pena di rileggere le parole di Kalil Gibran ne Il profeta, che qualche settimana fa è stato  proposto insieme a Famiglia Cristiana :

“Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:

essi hanno i loro pensieri.

Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:

esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno”

Pubblicato il 05 luglio 2010 - Commenti (1)
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati