14
lug
Risposta per Laura Maestrello
Leggo con ritardo ( e me ne scuso) il bel commento di Laura Maestrello, che ringrazio per la sensibilità che dimostra nelle sue parole. Certo, non è buona cosa l’insistenza dei genitori, soprattutto quando è sostenuta da motivazioni narcisistiche di orgoglio personale, per i propri figli e di riflesso per sé, senza la capacità di ascolto delle inclinazioni più autentiche dei ragazzi.
Un conto è sostenere i figli in un impegno sufficientemente stabile, almeno per un lasso di tempo che consenta ai ragazzi di sentirsi un po’ competenti e di provare qualche soddisfazione. Un altro è la spinta con cui alcuni genitori premono i loro figli sul piano delle prestazioni. Alcuni padri o madri troppo appassionati (tipico è il caso dello sport) se da un lato fanno sperimentare ai figli il loro apprezzamento per quello che fanno, dall’altro finiscono per confondere e sostituire la loro passione a quella dei figli, bruciandogliela.
L’esperienza della prestazione finale, a volte frustrante sul piano tecnico, quando si riesce a mostrare meno di quel che si è in grado di fare, può essere positiva in termini di prova con se stessi se gli adulti (i genitori e soprattutto i maestri) sanno riconoscere lo sforzo che l’adolescente ha profuso nell’incontro/scontro con il pubblico. Non tutti gli adolescenti sono così esibizionisti da provare piacere ad essere visti e applauditi. Molti, al contrario, temono queste occasioni perché preferiscono una dimensione relazionale più raccolta, dove sentirsi più sicuri e protetti. Farsi vedere, con il loro carico di insicurezze corporee e mentali, è per loro un compito arduo. Riuscire ad affrontarlo è già una vittoria.
Pubblicato il 14 luglio 2010 - Commenti (0)