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Essenza di adolescente
Sono tra il pubblico del saggio di una scuola di musica. Bambini e adolescenti si susseguono sul palco, affrontando con tremore e passione la loro perfomance. E’ il turno di una ragazza che canterà un brano di un musical di Lloyd Webber (quello di Jesus Christ Superstar, Evita…), accompagnata dal pianoforte. Musica romantica, un po’ operistica.
Entra nel salone silenziosa, a testa bassa, vestita di nero, come neri sono i suoi occhi e il suo trucco. Avrà 16 o 17 anni. Il canto malinconico è appena accennato. Come se cantasse per se stessa. Come se gli altri non esistessero.
Non ha lo spartito, ama il rischio. Un po’ timida, un po’ narcisista.
Guarda a malapena il pubblico, l’insegnante che con gli occhi le chiede di sciogliere le braccia conserte per assumere una posizione più idonea al canto. La ragazza si irrita e si intestardisce. Non abbandona la sua postura con aria di sfida.
Il canto riprende, timido e altero, poi si interrompe. Tace anche il pianoforte. Un gorgheggio di cristallo e poi, con gesto deciso, le braccia conserte premono sul diaframma ed esce un acuto vibrante, pieno, trionfale.
Il pubblico applaude. La ragazza esce di scena con gli occhi bassi senza ringraziare.
Pubblicato il 22 giugno 2010 - Commenti (1)