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In bici al parco

Sto passeggiando in un parco cittadino, godendo la bellezza degli alberi e qualche soffio di vento sottile, quando i miei occhi incrociano quelli di un ragazzo che, passando in bicicletta, mi sta guardando. Volta la bici e mi si rivolge: «Lei è il dottor Fantoni, vero? Sono un ragazzo della scuola dove viene a fare lo sportello, quest’anno è entrato anche nella mia classe a parlarci di affettività. Non so se si ricorda di me... A settembre andrò in III superiore». Lo saluto, conversiamo brevemente.

«Non vai via per le vacanze, quest’anno? Starai in città in agosto?» «Sono appena tornato dall’Inghilterra, ho trascorso due settimane per una vacanza studio; poi andrò al mare con i miei, settimana prossima… Anche se non è un momento molto tranquillo per i miei genitori. Sono tesi, si arrabbiano facilmente tra loro…» «Non preoccuparti, gli rispondo, magari hanno bisogno di un po’ di vacanza. E’ normale che ci siano periodi così  nelle coppie, si accumula la stanchezza, a questo punto dell’anno; magari qualche preoccupazione sul lavoro che si scarica a casa… ci possono essere tanti motivi». Tento di ridimensionare in modo un po’ goffo.

«Sì, è vero… ma c’è un’altra cosa… ieri, sul cellulare di mio papà, ho trovato un messaggio di una persona, una signora, che diceva che papà le manca molto  e che spera di rivederlo presto. Non so di chi sia…» Lo ascolto in silenzio e lo guardo. «Chi sarà? Magari qualcuno del lavoro che vuole augurargli buone vacanze, no?» «Forse». Sembra preoccupato e in colpa per avere scoperto così questo indizio. «E’ stato il papà a lasciarmi il suo cellulare perché dovevo uscire e il mio era scarico».

Sono imbarazzato, quanto lo è lui. Ancora una volta un adolescente riesce a far provare ad un adulto qualcosa di ciò che sta vivendo: preoccupazione per un possibile inganno, vergogna per ciò che si sa, imbarazzo per uno sguardo rivolto a vicende personali, incertezza per quanto avverrà.

Il ragazzo è agitato dal contrasto tra il desiderio di avere certezze, per capire meglio ciò che sta avvenendo tra i genitori, e quello di non sapere nulla di tutto ciò. Tra il dispiacere per il padre e quello per la madre. Provo a dirgli che in fondo queste sono cose che riguardano gli adulti, che lui deve cercare di restarne fuori; ma so che adesso serve a poco.

Gli chiedo se in questi giorni è a casa da solo con i suoi, o se c’è ancora in giro qualche amico. «Domani vado a trovare la mia ragazza : non è vicina, è a un’ora di treno da qui. Ma sarà bello». Glielo auguro anch’io.


P.S. Ricordo alle persone che desiderano contattarmi per quesiti di carattere personale che possono farlo inviando le loro richieste all’indirizzo di redazione famigliacristiana@stpauls.it con la specifica indicazione per me.    

Pubblicato il 14 agosto 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Mio figlio l'adolescente

Fabrizio Fantoni

Fabrizio Fantoni, 55 anni, sposato, tre figli. Psicologo psicoterapeuta, esperto di adolescenti.

 

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