La fine delle scuole è accolta con gioia dai ragazzi, con sollievo ma anche preoccupazione dai genitori. Sollievo perché i conflitti (piccoli o grandi) sullo studio trovano una tregua. A meno che non ci siano recuperi di materie poco studiate durante l’anno. Preoccupazione perché adesso il tempo a disposizione è molto. Ragazzi che si annoiano. Ragazzi che stanno fuori di casa tutto il giorno. Ragazzi che si trascinano da una panchina all’altra dei parchetti di città o delle piazze di paese. Ragazzi che dormono durante il giorno e stanno svegli di notte, per giocare o chattare. A volte poi la possibilità di controllo dei genitori è ridotta, per gli impegni lavorativi durante la giornata. Che fare?
E’ giusto insistere perché i ragazzi organizzino il loro tempo libero? Penso di sì, per almeno due motivi. Il primo è che, alla lunga, il rischio della noia è sempre presente. Il secondo è che l’estate, tempo (parzialmente) libero dagli impegni di studio, è occasione di esperienze di vita importanti e spesso utili per la crescita, per le quali non si ha tempo l’anno scolastico.
Le vacanze vanno programmate, e non solo quelle che si trascorrono lontano da casa, come i viaggi di piacere o le permanenze all’estero per studiare le lingue. Se non lo si è fatto prima, è in questi giorni che va affrontato il problema con i ragazzi. Sedendosi al tavolo insieme e provando a progettare. Spesso non è facile, emergono forti resistenze. Ma alla fine si può essere tutti più contenti.
Ci sono impegni fuori casa, come la partecipazione all’oratorio feriale, al Grest, ai Centri estivi o come in altri modi vengono chiamate queste attività. Si può essere utenti, oppure, per gli studenti di scuola superiore, animatori. Ci sono campi di lavoro, proposte di impegno che provengono dalle associazioni di volontariato (basta digitare su internet per trovare gli elenchi). Un’esperienza di servizio agli altri è sempre formativa per un adolescente, di solito centrato su di sé più che attento al resto del mondo.
Ma anche per chi sta in casa occorre pensare ad una regolamentazione condivisa. La sveglia al mattino deve suonare, certamente non all’orario in cui si va a scuola, ma neppure alle 11 o a mezzogiorno… La maggiore disponibilità di tempo consente ai ragazzi di farsi carico di alcune incombenze domestiche (riordino, letti, spesa, preparazione del pranzo o della cena). Ad esempio, si può decidere di stabilire insieme che un giorno alla settimana l’adolescente sta in cucina. Dapprima con la guida di qualcuno, poi da solo. Più autonomo, più pronto alla vita.
Pubblicato il 15 giugno 2010 - Commenti (1)