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Rabbia e aggressività
A 14 anni, nella prima adolescenza, tra il corpo e la mente di un adolescente c’è uno scarto notevole, soprattutto se è un maschio. Il corpo è in piena trasformazione e diventa uno strumento potente per esprimere quello che il ragazzo prova. La mente è di solito più immatura : è troppo recente la protezione e la tranquillità di quando si era bambini, la capacità di riflettere più in profondità su di sé sta muovendo i suoi primi passi. Emozioni forti come la rabbia o la delusione trovano più facilmente la via dell’espressione corporea che non quella del pensiero più riflessivo e maturo; tanto più che la nuova prestanza fisica, l’energia muscolare, la voce più potente dicono meglio l’intensità degli stati d’animo.
Il genitore fa fatica: anche per lui questa è una novità. Non sempre il figlio è disponibile al ragionamento, che permette di raffreddare l’emotività e riflettere sulle conseguenze dei propri comportamenti. Per di più, la violenza delle manifestazioni del figlio suscita in noi adulti emozioni di pari intensità. Rischiamo di essere simmetrici a lui, quindi sullo stesso piano. Possiamo provare a non essere lo specchio della rabbia di nostro figlio, ma a proporgli un modo diverso di affrontare le situazioni, ugualmente caldo ma più ragionevole; in grado di vedere le cose dal suo punto di vista per fargli poi apprezzare anche il nostro?
Pubblicato il 05 maggio 2010 - Commenti (0)