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"Sbattimento maturità"
Con queste parole Giulia e Lorenzo introducono il tema della preparazione all’esame di Stato conclusivo della scuola superiore. Come molti loro coetanei sono agitati dalla prova finale. Dal desiderio di uscire da una scuola dove hanno trascorso cinque anni e che incomincia a star stretta. Dal pensiero di come si troveranno all’università. Gli amici di poco maggiori ne parlano come di un posto dove si incontrano tante facce nuove, e dove è bello poter studiare solo ciò che interessa. Ma anche come di un’esperienza di esami difficili, di appelli che si rincorrono e di grandi studiate.
Certo, l’esame a punteggi (un tanto per i crediti degli anni precedenti, un tanto per gli scritti, un tanto per l’orale) fa compiere un esame di realtà stringente. La terza prova, con i suoi elementi di imprevedibilità, spinge a ridurre gli imprevisti con un lavoro scolastico di più ampio respiro. Qualcuno ne approfitta per affrontare lo studio con un impegno fino ad ora sconosciuto. Qualcun altro si preoccupa in modo diverso, e studia meno di quanto già non facesse, affrontando la sfida finale in modo fatalistico e confidando nella fortuna più che nelle proprie capacità. L’idea di dover dimostrare di avere spina dorsale, e magari scoprire di non averne abbastanza, forse lo spaventa troppo.
L’importante è che i genitori non facciano, con le proprie ansie, da cassa di risonanza delle preoccupazioni (consce o meno) dei candidati alla maturità. Si può stare vicino senza essere pressanti. Si può capire che un figlio poco impegnato sta combattendo una battaglia di retroguardia per restare nel paese dei balocchi e resistere all’inevitabile passaggio ad un’età più adulta, e rassicurarlo.
Dopo, le cose cambiano, per i ventenni giovani adulti. E’ sempre bene sottolineare che ‘adulti’ è il sostantivo e ‘giovani’ è l’aggettivo, non il contrario… Dopo, le sicurezze maturate dovranno emergere. Le eventuali fragilità di alcuni si faranno più scoperte e richiederanno interventi decisi ma rispettosi. Ai genitori spetterà ancora una volta il compito di tenere la barra del timone, mettere dei paletti in modo che le scelte fatte (università o lavoro) siano rispettate nei tempi giusti e senza dispersioni.
Pubblicato il 29 marzo 2011 - Commenti (1)