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Un mese di ripresa scolastica

Per molti il mese di marzo è il periodo della ripresa scolastica. Lo studio diviene più intenso. Si accettano gli aiuti esterni che si erano finora rifiutati. Sembra essere giunta l’ultima possibilità, di salvare l’anno o di evitare recuperi estivi. Anche chi non ha studiato molto fino ad ora, si mette sotto. I genitori, vedendo questo maggiore impegno, si acquietano un po’. Sono stanchi di continuare a richiamare ai doveri. Di discutere sul tempo dedicato ai videogiochi e alle chat. Di negoziare sugli orari di uscita e di rientro.

D’altra parte, credo che studiare oggi sia un impegno più difficoltoso che nel passato. E’ più difficile per i numerosi fattori di distrazione. Ho un’età abbastanza matura per ricordare quando al pomeriggio la Rai trasmetteva su un solo canale, in bianco e nero, per un’oretta la TV dei ragazzi e poi il cinescopio riempiva, immobile e silenzioso, lo schermo fino al telegiornale della sera.

Ma non solo: c’è un rumore di fondo, interno ed esterno, fatto di suoni, immagini, comunicazioni, ma anche di pensieri, desideri, emozioni, che i ragazzi faticano a contenere. Qualcuno, a 12 come a 16 anni, non riesce a mantenere a lungo la concentrazione. Il corpo, che dev’essere messo in disparte nell’attività mentale dello studio, si fa vivo con una quantità di stimoli (fame, sete, bisogno di andare in bagno, di muoversi…), come se non tollerasse di essere momentaneamente non ascoltato.

Oggi c’è maggiore attenzione, ma anche maggiore pressione, da parte dei genitori, preoccupatissimi che il futuro dei figli si decida esclusivamente sulla base dell’andamento scolastico dei figli. Un tempo i genitori non conoscevano a memoria il diario del figlio, il succedersi delle lezioni nel corso della giornata, come accade oggi. Non studiavano sistematicamente accanto al pargolo, come capita a molte madri (e padri) di scuola media e non solo. Col risultato che il figlio aspetta che la mamma torni dal lavoro per mettersi a studiare e fare i compiti. Le mamme e i papà di un tempo, più lontani ma anche più fiduciosi verso il futuro dei figli, intervenivano solo in caso di brutti voti o di pagelle negative, non prima.

I genitori, in prima battuta, possono fare due cose: la prima è stare attenti a non parlare troppo di scuola con i figli. Qualche ragazzo si lamenta che le comunicazioni in casa riguardano solo la scuola. A tavola si parla solo di come è andata la giornata in classe, dal punto di vista delle interrogazioni e dei voti, al massimo per chiedere se si è comportato bene. Sfugge ai genitori la ricchezza delle relazioni, delle esperienze di vita, degli scambi tra coetanei e con gli adulti che tanta parte hanno nel successo (o insuccesso scolastico). Prima viene il figlio, con la sua vita, poi lo studente!

La seconda cosa riguarda l’aiuto nell’organizzazione del tempo pomeridiano, in cui spesso i ragazzi sono soli a casa. Riconoscere che ci sono bisogni di movimento, di svago, di riposo che vanno conteggiati nei tempi del pomeriggio. Che nel conteggio, vanno considerati con equilibrio il tempo di studio e quello di riposo. Le ore impegnate nelle attività sportive, negli impegni fissi, ma anche il tempo da trascorrere in chat.

E’ utile per questo che il ragazzo predisponga uno schema giornaliero diviso in mezz’ore, su cui indicare, con colori diversi, che cosa si progetta di fare. Segnando quando si farà merenda (per evitare di passare il pomeriggio mangiando). A che ora si uscirà per gli allenamenti. Se si inizierà con i compiti di una materia o di un’altra, in base all’interesse o all’impegno richiesto, facendo un preventivo di quanto tempo ciò occuperà. Valutando infine se si sono rispettati o no i tempi, e perché. Ne sortirà anche un’utile riflessione sul tempo pomeridiano, che per molti adolescenti sembra una grandezza quasi infinita, da riempire o da lasciar scorrere, e non una risorsa limitata da utilizzare bene. 

Pubblicato il 21 marzo 2011 - Commenti (1)

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Postato da bastardobuono il 26/03/2011 03:24

bello questo post. io ho un padre invece che se mi alzo qualche volta in più mentre studio non vuole perchè secondo lui dovrei stare 2-3 ore di fila sui libri. recuperi a marzo? ormai credo di essere spacciato riguardo ai debiti

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Mio figlio l'adolescente

Fabrizio Fantoni

Fabrizio Fantoni, 55 anni, sposato, tre figli. Psicologo psicoterapeuta, esperto di adolescenti.

 

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