ALLENAMENTI E PATATINE
Il figlio maggiore sta giocando con la play station, la sorella con la Wii e il piccolino sta guardando assorto i cartoni animati. Si intuisce che è un giorno festivo. Il papà, affaccendato col barbecue, si aggira per casa cercando di distoglierli dai loro hobby. Loro alzano appena gli occhi e lui si trova costretto a una soluzione estrema: l’interruttore generale dell’elettricità scende misteriosamente sull’OFF. I bambini da principio si lamentano per il guasto improvviso e chiedono spiegazioni per poter risolvere il problema e riprendere le loro attività. Poi si arrendono. La pubblicità si conclude con una bella scena di famiglia: tutti attorno al tavolo, sorridenti e chiacchieranti, intenti a mangiare una montagna di wurstel con salsine varie.
Ho visto questa pubblicità negli Stati Uniti e mi sono chiesta: i wurstel sono meglio dei videogiochi?
Lo stesso disorientamento l’ho provato quando ho visto qui in Italia la pubblicità della bibita più famosa del mondo. Lo spot narra di una mamma di Roma “a cui venne in mente di mettere questa bibita a tavola per allietare il pranzo di tutta la famiglia e così scoprì la formula della felicità” (scena in bianco e nero). Poi le immagini diventano a colori e lo spot parla alle nostre famiglie: “Oggi la formula della felicità è un piacere che tutti possono scoprire in tavola OGNI GIORNO”. E si chiude con la marca della bibita che augura buon appetito in sua compagnia.
Appena tornati dal mare, mio figlio di undici anni ha saputo che la sua società di calcio ha organizzato una tre giorni di allenamenti intensivi per rimettersi in forma in vista del nuovo campionato. Lui ha deciso di partecipare e noi ci siamo detti perché no? Un po’ di movimento fa sempre bene. È uscito di casa alle 9:30 ed è tornato alle 17, pranzo compreso offerto dalla società. La giornata era molto calda, come è capitato spesso in questo periodo e il menù per ridare energie a questi giovani sportivi accaldati è stato: pasta al ragù, salamelle, patatine fritte con salsa, disponibile in dosi abbondanti che hanno reso possibile il bis e forse anche il tris, tutto gentilmente offerto. Mi sono chiesta, ma è questo il cibo per aiutare dei ragazzi a rimettersi in forma? È vero che a caval donato non si guarda in bocca (e ringrazio la società sportiva di cui per altro ho molta stima sulle competenze educative) ma mi chiedo come possa un ragazzino correre per ore sotto il sole dopo una tale pausa pranzo. È questa l’alimentazione degli sportivi? Totti si abbuffa così prima delle partite? Io, con tutte quelle calorie, riuscirei giusto a ciondolarmi su un’amaca.
I miei figli mi tacciano di integralismo, dicono che sono esagerata e forse qualche volta hanno ragione, ma mi chiedo dove sta la via di mezzo, quell’equilibrio armonico di sapori e salute che fa contenti tutti. So che esiste e qualche volta a tavola si materializza. Non è certo la via più facile, serve fantasia, fatica, creatività ma che gioia quando davanti a un piatto sano sono tutti felici.
Vi è capitato di restare colpiti da qualche messaggio pubblicitario che lancia messaggi contrari alla vostra idea di salute alimentare? Come rendete felici i vostri bambini a tavola? Raccontateci le vostre esperienze a tavola. Buona ripresa a tutti!
Pubblicato il 08 settembre 2011 - Commenti (1)