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Bugia o verità?

Lara (6 anni): «Mamma, esiste Babbo Natale?».
Matteo (5 anni): «Papà, un bambino può morire quando è ancora piccolo?».
Paolo (7 anni): «Ho messo il dentino che mi è caduto sul comodino; dici che il topolino mi porterà i soldini?».
Stefano (8 anni): «Ma anche tu e il papà fate l’amore? Quando e dove lo fate?».
Luca (6 anni): «Fabio mi ha detto che sono gay, cosa vuol dire?».
Maria (5 anni): «Quando uno muore dove va?».
Riccardo (4 anni): «La befana mi porterà il carbone?».
Alice (4 anni): «Mamma, butti la polverina per fare i sogni belli?».
Bea (9 anni): «Come nascono i bambini?».
Tommaso (5 anni): «Perchè quella signora sta lì in strada vicino al fuoco?».

Le parole di Maria Grazia (commento al messaggio del 17 febbraio) mi hanno fatto riflettere. Le bugie, nell’arte dell’educare che ciascun genitore prova a esercitare con i propri figli, sono sempre qualcosa da evitare? Questa domanda mi sembra molto stimolante perché ci aiuta a riflettere sulle parole che usiamo per dare risposta alle tante domande che i nostri figli ci pongono. Prendo spunto dalla risposta che il padre ha dato a Tommaso: «Perché ha freddo, così si riscalda». Tommaso ha quindi concluso: «Allora portiamola a casa nostra, così non ha più freddo!».

Ci sono verità che è importante non nascondere, ricercando parole a misura di bambino, avviare l’incontro con la verità piena. Tutte le domande sulla sessualità, sulla vita e sulla morte, meritano risposte vere. A Tommaso, il padre avrebbe potuto dire: «Quella donna offre il suo amore per soldi. Di solito un uomo e una donna stanno insieme perché si conoscono e si piacciono e decidono di volersi bene e prendersi cura uno dell’altro, un po’ come fanno la mamma e il papà. Purtroppo però ci sono persone che pagano per avere questo e persone che vendono il loro amore per soldi». «Ma povera! Perché lo fa?». Da qui si apre la possibilità di un dialogo che aiuta a costruire significati su ciò che ci circonda.

Lo stesso papà può però travestirsi da Babbo Natale, aiutare il suo bambino a preparare il fieno per le renne e il latte davanti al camino, oppure andare di notte a mettere una monetina a fianco del dentino caduto. Facendo questo sta mentendo a suo figlio? Direi proprio di no, lo sta solo aiutando a coltivare una magia che presto lui stesso saprà ridimensionare, ma che per ora lo rende felice e lo aiuta a sognare. E alla domanda di Stefano cosa rispondere? «Sì, anche io e papà facciamo l’amore, ma dove e quando è una cosa privata, nostra. Fare l’amore è qualcosa di molto personale nella vita dei grandi, quindi non ti posso rispondere. Posso solo dirti che quando sarai grande scoprirai anche tu questo meraviglioso modo di volersi bene. Alcuni genitori mi hanno raccontato che, a notte fonda, quando i figli dormivano beatamente e loro si ritagliavano un momento d’intimità a porta chiusa, improvvisamente hanno sentito bussare». A un bambino di 6 anni che chiede «Come mai la porta era chiusa? Cosa stavate facendo?», è meglio rispondere: «Stavamo facendo l’amore» oppure «Dormendo. Ci siamo dimenticati la porta chiusa».

Cosa serve di più al bambino, la verità o la bugia? Aspetto le vostre riflessioni. Un caro saluto a tutti.

Pubblicato il 23 febbraio 2011 - Commenti (0)

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Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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