“Le CHIAVI???? Dove le hai messe?”
Mi butto giù dal letto, corro in sala, cerco la giacca. Sono lì, nella tasca. “Tieni”. Escono tutti di corsa. Appena in tempo. Mi infilo le ciabatte. La giornata è ufficialmente iniziata.
In casa nostra la prima sveglia del mattino è gestita da mio marito. Nella suddivisione dei compiti lui mi regala un po’ di sonno in più. A lui tocca il giro delle elementari, a me quello della materna. Dieci minuti dopo è di ritorno. Stamattina lavora a casa. “Io sento che questa storia delle chiavi mi fa impazzire. È come se quattordici anni di matrimonio s’incenerissero. Mi sento travolto dalla rabbia. Non è possibile che tutte le volte sia così. E dai… cosa ti ci vuole?”.
“Tutte le volte… non mi sembra proprio che sia così tutte le mattine…”
“Spesso, troppo spesso. È possibile che non sei capace di metterle a posto?”
“Tu non hai idea di tutte le cose che metto a posto. Non so cosa dirti. D’ora in poi mi alzo con voi tutte le mattine, così le cerco io. Stamattina ci ho messo un attimo a trovarle”.
“Tu ci metti un attimo, io non sono bravo come te. Io inizio a guardare in giro e non trovo niente e dentro mi monta la rabbia -Possibile che non puoi stare più attenta?-”
“Guarda che non capita solo a me. Una volta è capitato anche a me di cercare le chiavi e di trovarle nella tua giacca”.
“Adesso non puoi venirmi a dire questa cosa? Hai in mente quante volte siamo stati per ore a cercare in giro le chiavi che tu hai lasciato in giro?”
“E tutte le volte che tu lasci in giro le scarpe? O i libri? Io metto a posto senza dirti niente”.
E nella mente mi si accende in automatico una lista lunga chilometri di tutte le cose per cui lui dovrebbe essermi grato, i crediti che potrebbero giustificare qualsiasi smarrimento di chiavi. “Io pago tutte le bollette. Non mi sembra che devi preoccuparti molto per quelle.” La lista si è accesa anche nella sua mente. “Io vorrei anche ricordami delle chiavi, ma so che poi non ce la faccio, alla fine mi succede di lasciarle in giro. Tu ricordamelo la sera. Oppure no, svegliami tutte le mattine presto”.
“Io non so perché mi sballa così il non trovare le chiavi. Stamattina ci pensavo. So che nelle faccende pratiche non sono un granché. Non ho la tua creatività che anche sotto stress fai faville. Io vado in blocco. Portare i bambini a scuola, è una cosa che mi piace fare, me la so gestire, sono contento di farti dormire un po’ ancora perché so che poi non ti fermi più. Ecco, non trovare le chiavi mi fa sentire incapace. L’idea di doverti urlare all’ultimi minuto “Le chiavi?” per me è un fallimento. La rabbia è per la tristezza di non farcela da solo”.
Dopo dieci minuti di parole e emozioni diverse per la prima volta sento dentro una voglia fortissima di cambiare. Dal difendere la mia possibilità di sbagliare, ora ho solo voglia di non far più sentire mio marito inadeguato. Sento la sua fatica. Le sue parole mi hanno acceso dentro una lampadina: dal sentirmi furibonda per la sua reazioni esagerata, ho solo una gran voglia che le chiavi siano a posto. Per me è stata una svolta.
Piccola, ma una svolta. La sera, sulla porta d’ingresso ho appiccicato un cartello a forma di cuore con la scritta CHIAVI e ho piantato un chiodo sotto al citofono con le chiavi appese. E la mia promessa di fedeltà all’impegno. Per la prima volta sento di potercela fare.
E voi come gestite le vostre litigate con chi vi è prossimo? Cosa vi fa stare bene e cosa invece vi affatica? Che cosa avete imparato dalla discussioni? Che consigli potete condividere? Aiutiamoci a litigare bene.
Un caro saluto a tutti.
Pubblicato il 06 dicembre 2012 - Commenti (0)